La presentazione della rete Chance al Parlamento europeo il 3 aprile 2019
La presentazione della rete Chance al Parlamento europeo il 3 aprile 2019

Vittime di reato in Europa: dal risarcimento del danno alla riparazione integrale

Carenza di informazioni, criteri d'accesso eccessivamente stringenti, assenza di supporto. In Europa le vittime di reato fanno ancora fatica a vedere riconosciuti i propri diritti. Tra loro, in Italia, anche le migliaia di parenti di vittime di mafia

Giulia Baruzzo

Giulia BaruzzoReferente settore internazionale di Libera – area europea

18 febbraio 2020

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Secondo l’Unione europea ogni anno circa il 15% delle persone che si trovano in Europa (cittadini e non) – approssimativamente 75 milioni di persone – è vittima di reato. Nella definizione europea di “vittima di reato” sono incluse le vittime della mafia, del terrorismo, della criminalità organizzata, della tratta di esseri umani, della violenza di genere, della violenza nelle relazioni vicine, della violenza o dello sfruttamento sessuale o dei reati basati sull'odio e le vittime con disabilità. Sono compresi nella definizione anche i familiari delle vittime di un crimine avvenuto in uno degli Stati membri. L’Europa intende garantire a tutti un indennizzo equo, a prescindere dal tipo di violenza subita, ma gli ostacoli sono ancora numerosi.

Rafforzare i diritti delle vittime di reato: il report della Commissione europea

Quasi un anno fa, l’11 marzo 2019, in vista della Giornata in ricordo delle vittime del terrorismo, la Commissione europea ha pubblicato il report Strengthening victims' rights: from compensation to reparation. L’obiettivo di questo documento è fare il punto sulle buone pratiche di protezione delle vittime a livello europeo e presentare, grazie alla special adviser per il presidente Jean-Claude Juncker, Joëlle Milquet, specifiche raccomandazioni e conseguenti doveri di ogni Stato membro.

Gli ostacoli al riconoscimento dei diritti delle vittime

Basandosi in particolare sull’analisi dell’implementazione della Direttiva europea 29 del 2012, sul confronto diretto con gli operatori del settore e con le organizzazioni della società civile, il report di Milquet sottolinea gli innumerevoli ostacoli che si frappongono tra le vittime di reato e il riconoscimento dei loro diritti, essenzialmente l’accesso alla giustizia e all’equa compensazione. Innanzitutto la mancanza di informazione, l’insufficiente supporto alle vittime stesse, l’esistenza di criteri di eleggibilità (per la compensazione e/o il risarcimento) eccessivamente rigidi o da ostacoli procedurali. Tutti problemi che le vittime di reati mafiosi conoscono benissimo.

Il report sottolinea l’esigenza di creare una strategia integrale che possa rispondere ad alcuni principi fondamentali: il più importante è il passaggio dal risarcimento meramente economico alla riparazione integrale, attraverso il riconoscimento (legale) dello status di vittima di reato, e di conseguenza la restituzione – per quanto possibile – a chi ha subito un reato dello status quo precedente al crimine; inoltre si evidenzia l’esigenza di un supporto specializzato (medico, psicologico e sociale) e infine l’importanza della cura delle vittime, inteso come trattamento rispettoso dei loro diritti, tenendo conto di tutte le peculiarità dei singoli casi. Questo approccio rende le vittime di reato innanzitutto portatrici di diritti e non più solo di bisogni, rifacendosi così direttamente a una visione umanistica e solidale dell’Europa, che si rivolge a tutti coloro che si trovano nel proprio territorio.

Quarantuno raccomandazioni per altrettante sfide

Sviluppando la strategia quinquennale 2020-2025 per la protezione alle vittime, il report propone quarantuno raccomandazioni che rispondono alle nuove sfide create dallo “spazio di libertà, sicurezza e giustizia” offerto dall’Unione. Oltre a delineare punti quali la compensazione diretta dello Stato, una maggior cooperazione e un maggior coordinamento integrale degli attori coinvolti nel processo di protezione delle vittime di reato, alla raccomandazione 38 si parla dello strumento della confisca in quanto meccanismo più generalizzato per risarcire le vittime e strumento fondamentale nella strategia di sicurezza interna dell’Ue contro la criminalità organizzata.

La rete europea Chance

In riferimento a questo punto, anche l’Agenda politica della nuova rete europea Chance (Civil Hub Against orgaNised Crime in Europe), presentata ufficialmente da Libera insieme ai partner europei lo scorso aprile al Parlamento europeo, sottolinea con vigore l’esigenza di rafforzare la protezione delle vittime di criminalità organizzata, creando un fondo dedicato – come già proposto per le vittime di terrorismo, e dando reale risposta alle loro richieste. L’obiettivo della rete, in linea con il report presentato dalla special adviser lo scorso marzo, è spingere affinché la nuova Commissione europea definisca un piano d’azione preciso sul tema della protezione delle vittime di reato, con particolare attenzione alle nuove sfide europee e globali in tema di criminalità organizzata. L’auspicio è che l’Europa diventi presto un luogo dove la cura delle vittime di atti violenti sia sinonimo di dignità, solidarietà e rispetto verso tutti coloro che si trovano sul suo territorio. Perciò la rete europea Chance è attiva anche per il riconoscimento di una “memoria collettiva” delle vittime che passa attraverso l’affermazione di una riparazione integrale del danno, valida per tutte le vittime di reato.

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