Achille Lauro dà un nuovo senso al "Me ne frego"

L'edizione 2020 di Sanremo è stata la rappresentazione perfetta della società d'oggi. Solo i cantanti più giovani hanno proposto tematiche più ampie. Achille Lauro ne è stato un fantastico esempio

Beatrice Canal

Beatrice CanalStudentessa di Giurisprudenza a Padova

16 aprile 2020

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Dicono che i giovani sono il futuro e che dobbiamo aspettare il nostro turno. Ma davvero è giusto così? Sanremo è stata la rappresentazione perfetta della società d’oggi: la maggior parte dei cantanti ha messo in scena se stesso, il proprio mondo, i propri interessi, Bugo e Morgan hanno persino litigato sul palco. Egocentrismi che lasciano il tempo che trovano.

Solo i cantanti più giovani hanno proposto tematiche più ampie. Achille Lauro ne è stato un fantastico esempio. Ha messo in secondo piano la gara: era a Sanremo per stupire e per lanciare il suo messaggio al pubblico più vasto e tradizionale possibile. Con i suoi travestimenti ha portato sul palco San Francesco, David Bowie, la marchesa Luisa Casati Stampa e la Regina Elisabetta I, tutti personaggi a loro modo rivoluzionari. Ha fatto cantare loro una canzone che riprende uno slogan fascista dandogli un nuovo significato, liberandolo dalla sua storia.

Se nel Ventennio “me ne frego” era l’imperativo di giovani ragazzi pronti a morire per la guerra, oggi il “me ne frego” di Sanremo parla di un amore tossico a cui non si può e non si vuole resistere, dove l’uomo viene maltrattato dalla donna, circostanza che durante l’epoca fascista non era accettabile.

Un linguaggio inclusivo per una società più aperta

In più di un’intervista Achille Lauro ha spiegato che se ne frega dei giudizi degli omofobi che lo sfottono per il suo modo di fare e lo ha dimostrato truccandosi, vestendosi da donna, baciando un altro uomo. Non è il primo a farlo, l’elenco degli artisti musicali che hanno portato questi temi sui palchi di mezzo mondo è lungo e datato, ma per molti quel messaggio resta lontano e sbagliato. Basti pensare che in Italia la legge per le unioni civili è entrata in vigore solo nel 2016 e che, ciò nonostante, sono ancora troppi i casi di discriminazione. Achille ha portato sul palco di Sanremo, e quindi nelle case degli italiani, ciò per cui molti giovani lottano ogni giorno: il diritto di essere ciò che si è. È stato fonte di ispirazione e di incoraggiamento per chi ha paura di mostrare la propria essenza. In più, in un Paese in cui molti ragazzi si mostrano affascinati e attratti dal fascismo, lui ha avuto il merito di stravolgere un loro motto e inserirlo in uno spettacolo che inscena il contrario dell’ideale fascista.

Anch’io sono stata presa in giro, ma me ne sono fregata perché il mio modo di vestire è parte del mio essere e ne sono fiera. Sono una donna, non vesto elegante – tranne che in poche occasioni – ai tacchi preferisco le espadrilles, non so stare seduta in modo composto, non mi so truccare e faccio tante altre cose che per molti, e per i tempi passati, una ragazza non dovrebbe fare. Ma ognuna di noi può scegliere il proprio modo di essere donna o di essere uomo o non-binario. Lo dico anche agli altri: prendetevi il vostro spazio in questo mondo.

Da lavialibera n° 2 marzo-aprile 2020

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