30 novembre 2021
Da tre anni un'allevatrice della Ciociaria più profonda, quella che confina con l'Abruzzo, subisce intimidazioni. L'ultima è stata tremenda: le hanno avvelenato il fido Giulio, il cane che per undici anni l'ha accompagnata nei pascoli a guardia della mandria di settanta mucche allo stato semibrado e del gregge di 200 capi, tra ovini e caprini.
“Hanno superato il segno – dice –. Hanno ucciso il mio cane, ma adesso dovranno uccidere me per non farmi parlare. Voglio giustizia. Voglio che qualcuno venga, finalmente, a vedere cosa sta succedendo qui”. Qui, dove vive Assunta Valente, è un luogo di suggestiva bellezza. Si trova sulla montagna che sovrasta il lago di Cardito: un invaso artificiale a quasi mille metri di altezza dentro il Parco nazionale d'Abruzzo tra Lazio e Molise, dove il bosco adesso ha il colore rosso vivo del foliage e la strada è attraversata da mandrie di mucche di giorno e lupi di notte. È il cuore dell'Appennino ma è ancora la Ciociaria degli zampognari di San Biagio Saracinisco.
"Chiedo che qualcuno venga a vedere che fine hanno fatto i terreni di pascolo, chi li ha acquisiti e in che modo" Assunta Valente - pastora
Questa immagine bucolica da qualche tempo ha una smagliatura che corre lungo i pascoli incontaminati e ha una matrice: i fondi dell'Unione europea per gli allevamenti nei terreni di alta montagna. Tanti soldi disponibili, più di quanti ne servano davvero per aiutare le poche realtà di pastori e transumanti che ancora resistono su questi monti a cavallo dell'Appennino. Assunta è una dei pastori. La sua storia è stata raccontata in un documentario firmato dalla regista Anna Kauber sulle ultime donne pastore d'Europa: personaggi eterei, a tratti irreali o fuori dal tempo, eppure esistenti. È stata lei, Anna, a raccogliere un mese fa il grido di dolore di Assunta Valente e della morte del cane Giulio, con un post su Facebook.
Le truffe per ottenere i fondi destinati ai pascoli sono diffuse in tutta Italia. Imprenditori e aziende agricole affittano terre per avere aiuti o evitare sanzioni
Valente racconta di aver vissuto bene "col mio lavoro, gli animali, l'aiuto del mio compagno e di mia madre", fino al 2019. Poi sono accadute "cose strane": all'improvviso ha trovato sbarrato l'ingresso ai pascoli e ha scoperto che la terra che aveva in affitto aveva cambiato proprietà, ma il vecchio proprietario – sostiene la pastora – non ne sapeva nulla. Negli ultimi anni molti terreni quassù sono passati di mano, acquistati o trascritti per possesso da persone che, in realtà, non esercitano la pastorizia. "Mi sono trovata con molti appezzamenti in meno, nonostante li avessi presi in locazione con regolare accordo – prosegue Valente –. Mi sono arrivati avvisi legali con cui mi si diceva che non ci dovevo mettere più piede. Se hai una mandria di 70 mucche e ti ritrovi con meno terra, difficilmente puoi portare avanti l'azienda. A un certo punto, ho saputo che volevano costringermi a lasciare. Ma non mi arrendo, sono tenace e lo sanno tutti". Così i "dispetti " sono aumentati di mese in mese: sono morti otto dei suoi cani, che l'aiutavano a tenere a bada il gregge. Poi è toccato a 25 mucche, altre sono sparite. La scorsa estate qualcuno ha tagliato il budello di gomma che approvvigionava la vasca dell'acqua potabile per abbeverare le vacche e sono state divelte alcune recinzioni. Ogni mattina una sorpresa. Finché è toccato a Giulio. "Lo hanno avvelenato con un polpetta”.
Le hanno detto che è pazza, si inventa tutto, e in realtà non sa badare ai suoi animali perché non è un mestiere per femmine
Assunta quando parla ti guarda dritto negli occhi e sa che la sua storia cozza con la narrazione della montagna dolce e perfetta delle passeggiate estive tra ruscelli e mucche semiaddormentate. Mostra il volto ruvido della Ciociaria, quello della concorrenza spietata che passa dalla violenza sugli animali, dalla vendetta e dall'intimidazione. Essendo una donna si è beccata pure tutto il rosario di pettegolezzo e denigrazione che spesso accompagna le imprese femminili. Le hanno detto che è esaurita, depressa, anzi pazza, che si inventa tutto e che in realtà non sa badare ai suoi animali perché, in fondo, quello non è un mestiere per femmine.
Mafia dei Nebrodi: cronistoria di un attentato
Per la cronaca Assunta Valente è figlia d'arte: la sua era una famiglia di transumanti che trascorreva le estati a San Biagio Saracinisco e gli inverni a valle, a Varirano Patenora nella vicina provincia di Caserta. “Sono nata in mezzo alle pecore”, sottolinea. Per anni ha vissuto parte dell'anno in un container che sta nel pascolo principale della sua mandria per controllare le mucche e tutelarle dall'assalto dei lupi e degli orsi che girano talvolta fino al limitare del centro abitato. “Non sono cattivi, lo sono di più le persone che vogliono fare soldi facili”. Nella battaglia contro gli attentati alla sua azienda e agli animali Assunta è assistita da un avvocato e chiede alla Procura di Cassino di fare luce in quel cono buio della montagna. “È come se mi avessero fatto un cerchio attorno. Sono segnata. Chiedo che qualcuno venga a vedere che fine hanno fatto i terreni di pascolo, chi li ha acquisiti e in che modo. Ci sono documenti per chi vuole scavare e capire”.
I fondi comunitari per gli allevamenti allo stato brado e semibrado sono un ottimo contributo alle aziende. L'intero comprensorio in cui opera Assunta Valente è sotto la competenza del Parco che aiuta e risarcisce gli allevatori nel caso in cui subiscono danni dalla fauna selvatica, ossia lupi, orsi, cinghiali. Tutto il resto è affidato alla libertà di impresa, incluso l'accaparramento selvaggio di terreni da pascolo. La densità demografica del comprensorio è bassissima, un'area praticamente spopolata dall'inizio del '900 e ancor più dopo la seconda guerra mondiale. Contadini e pastori di qui sono emigrati in Francia, interi paesi si sono svuotati e hanno rifondato borghi tali e quali nella Francia centrale, in Belgio, in Irlanda, in Canada. Tornano in vacanza ogni estate, ma ma nessuno va a controllare che fine abbia fatto il terreno di famiglia. Molti di questi appezzamenti sono passati di mano per azione possessoria e adesso, grazie ai fondi Ue, valgono oro.
Redattore sociale, che ha sollevato il caso della pastora di Vallerotonda seguendo la denuncia della regista Anna Kauber, ha raccontato che un'ipotesi investigava parla di possibile mafia dei pascoli, per quanto in questa zona non si vedano movimenti che possano far ipotizzare il riciclaggio. “Sono pronta a combattere più di prima – dice Assunta – non mi manderanno via dalla mia terra, dalle mie radici. Io faccio da sempre questo lavoro e solo questo so e voglio fare. Non mi lascerò intimidire né consentirò che mi sia dato della pazza. Chiedo però che qualcuno venga fin quassù a spulciare tra le carte, a verificare i cambi repentini di proprietà, i nuovi latifondi. Chiedo di essere ascoltata e non abbasserò la testa”.
Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
La tua donazione ci servirà a mantenere il sito accessibile a tutti
Record di presenze negli istituti penali e di provvedimenti di pubblica sicurezza: i dati inediti raccolti da lavialibera mostrano un'impennata nelle misure punitive nei confronti dei minori. "Una retromarcia decisa e spericolata", denuncia Luigi Ciotti
La tua donazione ci servirà a mantenere il sito accessibile a tutti