Hate speech

Hate speech, cioè linguaggio d’odio, violenza verbale. Un fenomeno sempre di più al centro del dibattito pubblico perché pericolosamente emerso in diversi ambiti della società: dalla politica all’informazione, dallo sport alla scuola. Odio in rete, soprattutto sui social network, ma anche fuori, in un rapporto tutto da approfondire tra mondo digitale e mondo fisico. Livore usato contro i più deboli ed emarginati, contro tutti coloro che riteniamo “diversi” per nazionalità, religione, aspetto fisico, orientamento sessuale, idee politiche, abilità fisiche. Un astio che talvolta si fa antisemitismo, odio razziale, xenofobia, omofobia.

Oggi l’odio sembra assumere un ruolo potente grazie anche alla sua capacità di definire chi lo utilizza: odio dunque sono. Riflettere sull’hate speech, quindi, significa ragionare su di noi e su gli “altri”, sulle nostre relazioni e sul mondo che continuiamo a costruire.

 
Ucraina, la guerra si finanzia anche su Facebook

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Il social network di Meta ha pubblicato (e poi cancellato) inserzioni a pagamento che invitano a donare denaro per finanziare l'esercito di Zelensky. Una scelta che si scontra con la politica dell'azienda statunitense, che vieta di promuovere …

Ylenia Sina

Ylenia SinaGiornalista

Cibo, street artist

Salsicce, salse e ortaggi: "Così trasformo l'odio dei fascisti", dice lo street artist Cibo

Ha coperto di murales centinaia di svastiche disegnate sui muri della Bassa veronese, infastidendo l'estrema destra. Intervista a Cibo, street artist

Francesca Dalrì

Francesca DalrìGiornalista, il T quotidiano

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Le parole di Lucarelli: colore

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Per mia figlia un signore è nejo, la mamma è majjone e io non sono bianco, ma josa. È questione di sfumature, non razziale

Carlo Lucarelli

Carlo LucarelliScrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo

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Giornalismo, dall'analogico al digitale: una transizione complicata

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Con la fine dei partiti di massa chi fa informazione ha perso i riferimenti. Allo stesso tempo, la competizione tra testate è diventata sempre più accentuata

Paolo Mancini

Paolo Manciniprofessore di Sociologia della comunicazione all’Università di Perugia

Quando la gogna social è di sinistra

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Chi vuole contrastare l'odio, online e offline, dovrebbe fare uno scatto di qualità: chiamare i politici alle loro responsabilità e chiedere investimenti massicci nell'educazione digitale

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

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