Hate speech
Hate speech, cioè linguaggio d’odio, violenza verbale. Un fenomeno sempre di più al centro del dibattito pubblico perché pericolosamente emerso in diversi ambiti della società: dalla politica all’informazione, dallo sport alla scuola. Odio in rete, soprattutto sui social network, ma anche fuori, in un rapporto tutto da approfondire tra mondo digitale e mondo fisico. Livore usato contro i più deboli ed emarginati, contro tutti coloro che riteniamo “diversi” per nazionalità, religione, aspetto fisico, orientamento sessuale, idee politiche, abilità fisiche. Un astio che talvolta si fa antisemitismo, odio razziale, xenofobia, omofobia.
Oggi l’odio sembra assumere un ruolo potente grazie anche alla sua capacità di definire chi lo utilizza: odio dunque sono. Riflettere sull’hate speech, quindi, significa ragionare su di noi e su gli “altri”, sulle nostre relazioni e sul mondo che continuiamo a costruire.