La storia dei diritti dei lavoratori, in Italia, è il racconto di una battaglia lunga e complessa, che ancora oggi non si può dire terminata. Due sono le pietre miliari di questo percorso: la Costituzione e lo Statuto dei diritti dei lavoratori. La Costituzione, dopo l’affermazione di principio che vuole la Repubblica italiana fondata proprio sul lavoro, torna sul tema in diversi articoli, sancendo i seguenti diritti fondamentali dei lavoratori: retribuzione proporzionale all’attività svolta, ferie e riposo settimanale, parità di trattamento tra uomo e donna, assistenza in caso di infortunio, malattia o vecchiaia, associazione sindacale, sciopero. Dopo l’approvazione della Costituzione, però, furono necessari circa 25 anni affinché quei principi trovassero dettaglio in una normativa organica espressamente dedicata ai lavoratori, cioè le legge 300/1970, la cui entrata in vigore è stata frutto di una stagione di forti lotte sindacali alla fine degli anni ‘60. Per decenni, lo Statuto dei lavoratori ha rappresentato un simbolo ma anche uno strumento efficace di tutela.
Oggi la sua capacità di incidere sul mercato del lavoro appare appannata, a causa di alcune modifiche che ne hanno minato l’impianto di base ma soprattutto in conseguenza delle profonde mutazioni che hanno attraversato il tessuto sociale ed economico.