La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

Crisi del gas: dall'Ue stretta immediata sui consumi

La Commissione europea valuta una riduzione del 15 per cento a partire dal 1° agosto. Bruxelles teme che in inverno la Russia possa interrompere totalmente le forniture

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

21 luglio 2022

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I paesi europei devono tagliare immediatamente il consumo di gas, senza attendere l’arrivo dell’inverno. Lo scrive il Financial Times (edizione del 19 luglio), che da qualche giorno segue con particolare attenzione la situazione nel Vecchio continente, dove il possibile stop alle forniture da parte della Russia potrebbe creare disagi senza precedenti. L’Europa importa più del 40 per cento del gas dalla Russia (alcuni paesi superano questa percentuale), ma dopo l’avvio dell’”operazione speciale” in Ucraina e il successivo sostegno dell’Ue all’esercito di Kiev, le forniture si sono ridotte (Germania e Italia) o addirittura sono state interrotte (Finlandia, Polonia e Bulgaria). Il giornale statunitense spiega di avere letto una bozza di documento redatta dalla Commissione europea, secondo cui “agire insieme ora sarà meno dirompente e costoso, facilitando la solidarietà ed evitando la necessità di azioni non pianificate e non coordinate in una possibile situazione di crisi con le riserve di gas in esaurimento”.

L'Italia a tutto gas

Trattative per l'indipendenza

La scelta di giocare d’anticipo fa seguito all’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), che ha spiegato come l'Europa sarà certamente chiamata ad affrontare un razionamento energetico. Il direttore esecutivo, Fatih Birol, ha parlato di "allarme rosso" facendo riferimento a "riduzioni aggiuntive significative" per "preparare l'Europa a un duro inverno". L’Agenzia ha puntualizzato che serve risparmiare immediatamente, ad esempio riducendo l’utilizzo di aria condizionata, il cui consumo si è impennato a causa delle alte temperature. 

Nel frattempo continuano gli incontri per sganciarsi da Mosca. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha firmato un accordo di fornitura con l'Azerbaigian, che aumenterà le consegne in Europa del 48 per cento. Il governo italiano ha, invece, raggiunto un'intesa con l’Algeria per aumentare le forniture di altri 4 miliardi di metri cubi nel 2022, oltre ai due già decisi. Il paese africano, come ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo la firma, “è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese”, che ha ridotto le importazioni dalla Russia dal 40 al 25 per cento. Il gas algerino attraverserà il gasdotto Transmed, che arriva a Mazara del Vallo passando per la Tunisia, continuando la sua corsa nei fondali del canale di Sicilia. 

Certamente, l’eventuale blocco del gas russo avrebbe pesanti ripercussioni sull’economia europea. Sempre il Financial Times, nell’edizione del 20 luglio, scrive che “qualsiasi azione russa per interrompere la fornitura all'Europa innescherebbe, nel prossimo anno, contrazioni economiche di oltre il 5 per cento in Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Italia”. Una proiezione del Fondo monetario internazionale ipotizza che l'economia europea potrebbe farcela qualora la Russia dovesse ridurre le forniture del 70 per cento.

Crisi del gas e crescita lenta delle rinnovabili

Parola d'ordine: solidarietà

La situazione potrebbe precipitare nel caso in cui il gas non fosse condiviso tra i paesi europei “sia a causa delle strozzature fisiche nell'offerta e dell'accaparramento da parte delle singole nazioni, sia se le famiglie fossero protette dagli aumenti dei prezzi da parte dei governi e quindi non ne limitassero l'uso durante l'inverno per il riscaldamento”. Per questo motivo il Fondo suggerisce ai governi intenzionati a proteggere le famiglie vulnerabili dall'aumento dei costi, di offrire loro sussidi forfettari o aumenti del reddito, in modo tale da incentivare le persone a limitare comunque l'utilizzo del gas. Secondo una prospettiva ottimistica, l’embargo russo sul gas ridurrebbe il pil dell'Unione europea di appena lo 0,4 per cento e soltanto l'Ungheria subirebbe una contrazione superiore all'1 per cento.

Il 21 luglio il Financial Times è tornato sull’argomento, spiegando che la richiesta della Commissione europea ai paesi membri è di ridurre il consumo di gas, già a partire dal 1° agosto, del 15 per cento, continuando fino alla fine di marzo del prossimo anno. Ursula von der Leyen non ha lasciato spazio a fraintendimenti: "Dobbiamo prepararci per una potenziale interruzione totale del gas russo, è uno scenario probabile. So che questa è una grande richiesta per l'intera Ue, ma è necessario proteggerci”. La presidente ha quindi specificato che, al momento, l’obiettivo del 15 per cento è volontario ma sarà reso obbligatorio in caso di "riduzione drastica" o di un taglio completo del gas.

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