
Reato di tortura nel carcere di Torino: "Impossibile che i vertici non sapessero"

21 settembre 2022
Roma brucia! Da metà giugno a metà luglio ci sono stati almeno 174 roghi. Il più grave lo scorso 9 luglio, quando un incendio è divampato nella periferia est della città. A prendere fuoco anche i depositi di autocompattatori, che da anni aspettano di essere rimossi per ragioni di sicurezza, e gli sfasci abusivi di autodemolizione su via Palmiro Togliatti. Sulla natura degli incendi indaga la procura di Roma, che ha acquisito i dati dell’Arpa e valuta l’ipotesi di disastro ambientale. Per avere un’idea del rischio per la salute, basti pensare che dopo l’incendio i livelli di diossina e di altri composti tossici e cancerogeni sono stati 35 volte superiori a quelli stabiliti dall’Oms. Per questo la procura indaga non solo sulla natura dolosa dell’incendio, ma anche sulle eventuali responsabilità per la mancata manutenzione della città. Se ci sia stato dolo e se la regia sia unica ancora non è stato accertato. Sicure sono invece le mancanze sulla manutenzione: gli idranti fuori uso, l’assenza di personale tra i vigili del fuoco e di attenzione, investimenti e controlli per garantire la sicurezza di chi vive nelle periferie.
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Nel dicembre del 2000, a Palermo veniva firmata la Convenzione Onu contro il crimine organizzato transnazionale, presentata in termini trionfalistici come una svolta nella lotta ai fenomeni mafiosi in tutto il mondo. Ma cosa è cambiato da allora? Qual è lo stato dell'arte in fatto di contrasto ai traffici illeciti globali?