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Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

6 agosto 2025
In un mondo in preda al riscaldamento globale non è difficile aspettarsi temperature superiori a quelle medie dei decenni passati. Ma ogni regione della Terra ha le sue peculiarità e l’Italia non fa eccezione, anzi. Il Mar Mediterraneo è considerato, infatti, un hot spot (un “punto caldo”) per il cambiamento climatico: si risente di un riscaldamento doppio rispetto a quello globale, in parte dovuto a un cambio di circolazione atmosferica, che favorisce eventi di caldo estremi e, al contempo, precipitazioni violente.
Cambiamento climatico, attenzione a El Niño
Le osservazioni degli ultimi anni ci mostrano che l’anticiclone delle Azzorre è sostituito sempre più spesso dagli anticicloni africani. Il primo è un cuscinetto di aria stabile e mite che ci protegge dalle perturbazioni che passano al nord Europa e dal forte caldo africano. I secondi, invece, ci portano aria molto più calda dal deserto del Sahara.
Le osservazioni degli ultimi anni ci mostrano che l’anticiclone delle Azzorre è sostituito sempre più spesso dagli anticicloni africani
Il perché accada questa sostituzione è ancora oggetto di studio, ma sembra che il riscaldamento globale di origine antropica abbia fatto espandere verso nord la circolazione equatoriale e tropicale e al contempo la circolazione si sia messa sempre più spesso lungo le direttrici sud-nord e nord-sud, mentre prima era quasi sempre nella direzione ovest-est. Quest’ultimo fatto pare sia favorito dalla fusione dei ghiacci artici che non consentono più un confinamento continuo sul Polo Nord dell’aria fredda, che ogni tanto scende verso latitudini inferiori.
Saccheggiare la Groenlandia è un pericolo globale
Un tempo l’anticiclone delle Azzorre ci proteggeva per quasi tutta la stagione e quando si ritirava, intorno a ferragosto, cominciavano i temporali estivi. Adesso, invece, gli anticicloni africani salgono prepotentemente a impulsi di grandi ondate di calore, ma poi talvolta si ritirano, almeno dalla parte settentrionale del Paese, lasciando la strada aperta a correnti più fresche che creano un grande contrasto termico con l’aria calda e umida preesistente in loco, con i suoli caldi e soprattutto con un Mediterraneo molto surriscaldato.
La conseguenza di questi cambiamenti sono i temporali violenti anche a giugno, luglio o inizio agosto, con alluvioni lampo spesso foriere di veri e propri disastri
La conseguenza sono i temporali violenti anche a giugno, luglio o inizio agosto, con alluvioni lampo spesso foriere di veri e propri disastri. Insomma, il clima estivo si è quindi estremizzato: eventi caldi e siccitosi si alternano a eventi più freddi e piogge violente. Come quando il pugile tira un pugno al punching ball e il palloncino gli torna indietro.
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