4 ottobre 2022
Vendetta. È sufficiente questa parola per spiegare l’omicidio di Gerardo Lorenzo Tammaro, 55 anni, ucciso a Orta Nova con alcuni colpi di pistola. Un delitto, ipotizzano gli inquirenti, messo a segno per vendicare la morte di Andrea Gaeta, 20 anni, ucciso da Mirko Tammaro, 26 anni, il figlio di Gerardo Lorenzo: il movente, la gelosia nei confronti di una ragazza. Andrea Gaeta – figlio di Francesco, detto “spacca palline”, ritenuto al vertice dell’omonimo clan della criminalità organizzata di Orta Nova e vicino a quello dei Moretti di Foggia – è stato ucciso nella notte tra il 3 e 4 settembre scorso.
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Andrea Gaeta è il figlio Francesco, ritenuto elemento di vertice del gruppo criminale omonimo, operante a Orta Nova e collegato al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, uno dei sodalizi della Società foggiana
Esattamente un mese dopo, si è consumata – se la tesi degli inquirenti fosse confermata – la vendetta. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri questa mattina tra le 10 e le 10.30 due persone, a bordo di uno scooter, si sono avvicinati a Gerardo Lorenzo Tammaro, un agricoltore incensurato, sparando quattro o cinque colpi d’arma da fuoco che non hanno lasciato scampo all’uomo. Il personale del 118, intervenuto sul posto, non ha potuto far altro che constatarne il decesso. Il delitto è avvenuto in via Salvo d’Acquisto, alla periferia del paese, nei pressi di un’abitazione, da ristrutturare, intestata alla moglie.
Gerardo Lorenzo Tammaro era sottoposto a vigilanza nella la propria residenza, il proprio domicilio e quello della figlia, per paura che potesse succedergli qualcosa dopo l'uccisione di Gaeta da parte del figlio. Ma questo non è servito ad evitare la punizione per la morte di Andrea Gaeta. Poco prima di essere ammazzato, il figlio del boss, era stato visto in compagnia di una ragazza, ex fidanzata di Mirko. Quest’ultimo, infastidito che la giovane fosse in compagnia di un altro ragazzo, ha iniziato a inviarle messaggi sul suo cellulare, minacciandola anche di morte. Poi ha incrociato l’auto di Gaeta per le vie della città. Dopo avergli lampeggiato lo ha invitato a fermarsi: quando si è accorto che nel mezzo vi era anche lei, ha sparato contro Gaeta alcuni colpi con una pistola Magnum 357, uccidendolo. Poi, per paura di ritorsioni della famiglia della vittima, è fuggito ed è stato convinto a costituirsi proprio dal padre.
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Subito dopo il delitto in paese molti mormoravano che la vendetta della famiglia di Andrea non avrebbe tardato ad arrivare. “Dovranno controllare il ragazzo in cella”: disse un anziano il giorno dei funerali del figlio di “spacca palline”. Un funerale che non è stato esente da polemiche visto che il sindaco di Orta Nova, Domenico Lasorsa, aveva proclamato il lutto cittadino per le due ore, dalle 8 alle 10, in cui si era svolta la cerimonia privata. Una decisione presa anche se la questura aveva vietato i funerali “per gravi motivi di ordine pubblico” vista la caratura criminale del padre.
Sessantaquattro anni, Francesco Gaeta, è ritenuto, dagli inquirenti, elemento di vertice del gruppo criminale omonimo, operante a Orta Nova e collegato al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, uno dei sodalizi della “Società”, la mafia di Foggia. Tra i precedenti di Gaeta, rapine aggravate, furto, ricettazione e riciclaggio; è stato condannato, nel 2008, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Veleno” quando nel 2007 furono arrestate 52 persone, presunti affiliati al clan accusate a vario titolo di associazione a delinquere, usura, pizzo, estorsione e presunto condizionamento delle elezioni amministrative del 2005. L’ultimo episodio nel gennaio del 2018 quando Gaeta viene coinvolto, con altre nove persone, in una inchiesta dei carabinieri per una estorsione ai titolari di una farmacia agricola.
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Dopo l’omicidio di Gerardo Lorenzo Tammaro a Orta Nova c’è molta paura che, nonostante la vittima sia incensurata, possa nascere una faida tra le due famiglie.
Così un mese dopo l’omicidio del giovane Gaeta si è consumata la vendetta. A cadere non è stato chi ha premuto il grilletto. Ma il padre di chi ha ucciso. Una vendetta dura, feroce, spietata. Forse più crudele della morte: lasciare Mirko in carcere con la sofferenza di essere stato il responsabile della morte del padre. E ora dopo l’omicidio di Gerardo Lorenzo Tammaro a Orta Nova c’è molta paura che, nonostante la vittima sia incensurata, possa nascere una faida tra le due famiglie. Il timore che tra le strade del centro foggiano possa scorrere altro sangue. “Siamo profondamente preoccupati – ha detto il sindaco Domenico Lasorsa – per l’escalation violenta che si sta consumando nel nostro paese in queste ultime settimane. Dopo quest’ultimo episodio increscioso ho subito firmato la richiesta di convocazione di un tavolo per la sicurezza con il Prefetto. Purtroppo non si può più sottovalutare questa situazione. Abbiamo fortemente bisogno della presenza dello Stato in questo momento. Ora più che mai”.
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