Foto: Luca Bravo/Unsplash
Foto: Luca Bravo/Unsplash

L'ultima chat dei narcos

Per il traffico internazionale di droga, le mafie si affidano a servizi che offrono comunicazioni anti-intercettazione. Un'azienda preoccupa le polizie

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

23 dicembre 2022

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C’è un nuovo servizio che offre comunicazioni anti-intercettazione popolare tra i narcos. Si chiama No1bc e consiste di un telefono, una sim e un piccolo dispositivo che consentono di cifrare messaggi, telefonate ed email, rendendoli comprensibili solo a emittente e destinatario. Bartolo Bruzzaniti, esponente della ‘ndrangheta oggi accusato di essere il punto di riferimento del broker campano Raffaele Imperiale per il trasferimento della cocaina dal Sud America al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria), ne parla al fratello Antonio a marzo 2021: "Serve urgente". 

Dalle chat di Sky Ecc i segreti della rete del narcotrafficante Imperiale

Un estratto dall'ordinanza della procura di Reggio Calabria
Un estratto dall'ordinanza della procura di Reggio Calabria

Un’ora dopo, il nuovo dispositivo riceve un messaggio molto atteso: la scritta in codice "SZLU", la prima metà dell’identificativo di un container che arriverà nel porto di Gioia Tauro poche settimane più tardi. Al suo interno la Guardia di finanza di Reggio Calabria troverà 2,2 tonnellate di cocaina nascoste sotto un carico di banane.

Negli ultimi anni i dispositivi cifrati sono diventati molto richiesti dalle organizzazioni criminali che – ha spiegato a lavialibera Giovanni Russo, ex procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dnaa) e nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) – "come prima forma di auto-tutela cercano di dotarsi di mezzi di comunicazione anti-intercettazioni". 

Attraverso Anom, controllata dall'Fbi all'insaputa degli utenti, le autorità sono riuscite a sequestrare 30 tonnellate di droga e 48 milioni di dollari

Fino a un paio di anni fa, le aziende leader del settore erano EncroChat, Sky Ecc e Anom. Nessuna delle tre, però, ha garantito ai narcotrafficanti la riservatezza promessa, aprendo invece alle forze dell’ordine una finestra sul traffico globale di stupefacenti. Anom, gestita direttamente dall’Fbi all’insaputa degli utenti, ha consentito all’agenzia governativa di polizia federale statunitense di condurre un’operazione in collaborazione con l’Europol e la polizia australiana, che ha coinvolto 800 persone portando al sequestro di 30 tonnellate di droga e 48 milioni di dollari.  Sky Ecc ed EncroChat sono state la chiave per arrestare sia il latitante boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito sia Vincenzo Pasquino, ritenuto suo uomo di fiducia in Piemonte. Le forze dell’ordine hanno visto quasi in tempo reale le foto delle spiagge del Brasile che Morabito inviava ai propri parenti. Sempre Sky Ecc ed EncroChat hanno permesso di avere un quadro degli affari di Imperiale, mente imprenditoriale dei clan camorristici di Scampia. 

Anom, i segreti del narcotraffico nelle chat

Le carte dell’inchiesta di Reggio Calabria su Bruzzaniti e Imperiale rivelano come i criminali abbiano iniziato a discutere con preoccupazione della notizia che le chat di Sky Ecc fossero nelle mani delle autorità a febbraio 2021. Si scopre anche che – stando ai messaggi di Bartolo Bruzzaniti – in un primo momento l’azienda aveva cercato di rassicurare i propri clienti. Ma la paura rimaneva tanta. Da qui la scelta di riorganizzarsi con un altro servizio, No1bc, dove cifratura e decifratura non avvengono tramite dei server, ma attraverso le sim degli utenti 1bc. Quindi, se anche le forze dell’ordine riuscissero ad aver accesso ai server da cui transitano le comunicazioni, o le intercettassero in tempo reale, vedrebbero solo stringhe di codice incomprensibili: per decifrarle, sponsorizza l’azienda sul proprio sito, ci vorrebbe più tempo di quello che rimane a disposizione dell’universo.

La promessa è sempre la stessa: comunicazioni a prova di polizie. Ci riuscirà?

Da lavialibera n°18

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