I criptofonini No1BC
I criptofonini No1BC

Da un narcos a un banchiere Usa: la storia criminale della società che dota le mafie di telefoni anti-intercettazione

'Ndrangheta, camorra e clan albanesi usano le app di No.1 Business Communication (No1BC) per organizzare il traffico di droga. L'ultima conferma arriva da Eureka, l'operazione contro la 'ndrangheta che il 3 maggio 2023 ha portato all'arresto di oltre 100 persone. L'azienda è registrata a Malta a nome di un uomo d'affari Usa, ma un'inchiesta internazionale – condotta da lavialibera, IrpiMedia e Vice Usa – rivela il legame con un'omonima società tedesca fondata da un narcotrafficante e gestita da un pregiudicato condannato per riciclaggio

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

Lorenzo Bodrero

Lorenzo BodreroGiornalista IrpiMedia

Aggiornato il giorno 9 agosto 2023

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'Ndrangheta, camorra, e clan albanesi usano le sue app per organizzare il traffico internazionale di droga. Si chiama No.1 Business Communication (No1BC) e promette smartphone anti-intercettazione. Mette la firma un uomo d’affari statunitense: un ex banchiere molto impegnato nella comunità ebraica di Miami, in Florida. È il nuovo volto dell'azienda, dalla facciata rispettabile. Ma si tratta solo dell’ultima evoluzione di un’impresa che da più di dieci anni dota i narcotrafficanti di messaggi, email e telefonate a prova di polizie.

Ora un'inchiesta internazionale condotta da lavialibera, IrpiMedia e Motherboard (Vice)  è in grado di ricostruire la storia di No1BC, rivelando per la prima volta il legame tra l'attuale società e una compagnia tedesca fondata da un narcos. Stesso nome, stessa tecnologia, stesso business. Il ponte è Eli Gampel, ex presidente della comunità ebraica di Halle, in Germania, condannato per riciclaggio.

Criptofonini, alleati dei narcos (fino a prova contraria) 


L'inchiesta in 2 punti:

  • No.1 Business Communication (No1BC) promette smartphone anti-intercettazione, ed è la nuova società hi-tech preferita dalle mafie. Lo dimostrano almeno quattro indagini per narcotraffico di tre procure d’Italia: Napoli, Milano, e Reggio Calabria. Lo conferma anche l’operazione contro la 'ndrangheta Eureka che il 3 maggio scorso ha portato all’arresto di oltre cento persone in vari paesi europei.
  • L'inchiesta ricostruisce per la prima volta la storia dell'azienda, rivelandone il passato criminale: il legame tra i vertici dell'attuale società, con sede legale a Malta, e un'omonima compagnia tedesca, fondata da un narcotrafficante e gestita dall'ex presidente della comunità ebraica di Halle, in Germania, condannato per riciclaggio di denaro proveniente dalla vendita di droga.

L’ascesa dei criptofonini di No1BC tra le mafie

No1BC è una delle più longeve aziende che vendono sistemi per le comunicazioni criptate, cioè comprensibili solo a emittente e destinatario, basati sui cosiddetti criptofonini: smartphone modificati nel software e/o nell’hardware per essere meno vulnerabili agli attacchi esterni. Le organizzazioni criminali non possono più farne a meno. Sulla carta, sono strumenti perfetti per spostare tonnellate di droga da un capo all’altro del mondo e discutere di come riciclare i soldi guadagnati, riducendo il più possibile il rischio che le forze dell’ordine siano in ascolto. Fino a qualche anno fa, le imprese leader nel settore erano EncroChat, Sky Ecc e Anom, ma nessuna delle tre ha garantito la riservatezza promessa, aprendo invece una finestra sul mercato globale degli stupefacenti. Anom è stata gestita direttamente dall’Fbi, all’insaputa degli utenti, mentre le autorità europee sono riuscite a compromettere sia EncroChat (nel 2020) sia Sky Ecc (nel 2021).

Un tempo erano i pizzini, i bigliettini di carta scritti a mano usati dalle mafie per comunicare. Oggi la criminalità organizzata è alla costante ricerca di sistemi tecnologici anti-intercettazione. In gergo, si chiamano criptofonini. In pratica, si tratta di sistemi per le comunicazioni criptate, cioè comprensibili solo a mittente e destinatario, basati su smartphone modificati nel software e/o nell'hardware per essere meno vulnerabili agli attacchi esterni. Paolo Dal Checco, informatico forense, spiega che possono offrire ulteriori livelli di protezione alla crittografia end-to-end, cioè la tecnologia che impedisce agli intermediari, tra cui i gestori delle reti, di leggere i messaggi scambiati: solo i comunicanti hanno a disposizione le chiavi di cifratura. I modi per aumentare i livelli di protezione sono diversi: hardware più robusti, la rimozione di applicazioni ritenute inutili o potenzialmente dannose, o – ancora – sim proprietarie, che comunicano solo tra loro. Ciò che però dovrebbe aumentare la sicurezza spesso si ritorce contro. Queste tecnologie sono chiuse, ovvero accessibili ai soli sviluppatori dell'azienda che li ha sviluppati secondo il dogma "security through obscurity" in cui meno persone conoscono l'infrastruttura, più difficile sarà violarla. Ma se il principio può valere nel mondo fisico, nel settore tecnologico "rappresenta un rischio – continua Dal Checco –  poiché rendere accessibile al pubblico questa tecnologia che ne valida la solidità è una condizione essenziale nel settore della sicurezza informatica". 



Fino a un paio di anni fa, le aziende leader del settore erano EncroChat, Sky Ecc e Anom. La cronaca racconta che nessuna delle tre ha però garantito la riservatezza promessa, aprendo invece alle forze dell'ordine una finestra sul narcotraffico: Anom era gestita dall'Fbi all'insaputa degli utenti. Un team di polizie europee è poi riuscito a violare sia EncroChat (nel 2020) sia Sky Ecc (nel 2021).  Da qui la necessità di riorganizzarsi con un nuovo servizio. 



La nuova frontiera si chiama No1Bc, tra le aziende più longeve del settore. I magistrati dell'indagine Eureka ammettono che il suo servizio non è ancora "intercettato" dalle polizie. Il segreto della durata è difficile da capire. Il prodotto consiste di una sim, un piccolo dispositivo bluetooth da associare a un telefono, e un ecosistema di applicazioni gestito da una piattaforma. Prima funzionava con Blackberry, adesso lo smartphone di riferimento è un iPhone. Gli utenti pagano un abbonamento semestrale al servizio dal costo di 1450 euro.


È questo il momento che segna l’ascesa di No1BC tra le mafie, e non solo. Lo dimostrano almeno quattro indagini per narcotraffico di tre procure d’Italia: Napoli, Milano, e Reggio Calabria. Nelle chat violate di EncroChat e Sky Ecc, i boss parlano di No1BC come della nuova stella. L’ultima conferma della popolarità del servizio arriva da Eureka, un’operazione contro la ‘ndrangheta che il 3 maggio 2023 ha portato all’arresto di oltre cento persone in diversi Paesi. Con i criptofonini, i clan della locride gestivano un business internazionale di droga e armi da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull’Aspromonte jonico. Ai pachistani chiedevano 400 kalashnikov da consegnare agli “amici di Rio”. Ai cinesi, di trasferire milioni di euro da riciclare in bar e ristoranti. Nelle ordinanze, i giudici ammettono che le polizie non hanno ancora “intercettato” No1BC. E, discutendo tra loro, alcuni indagati lo definiscono “urgente al massimo”.

'Ndrangheta, camorra e clan albanesi usano le app di No1BC per organizzare il traffico di droga. Lo confermano almeno quattro indagini di tre procure d'Italia. L'ultima è Eureka, operazione contro la 'ndrangheta del 3 maggio 2023

Dello stesso parere, i sodali di Raffaele Imperiale, vicino al clan degli Scissionisti, e ritenuto uno dei più grandi broker della camorra. “Prendilo subito. Adesso”, scrive al fratello Antonio Bartolo Bruzzaniti, uomo della ‘ndrangheta, oggi latitante. Un'urgenza dettata dalla necessità di ricevere un messaggio con il codice identificativo di un container con dentro oltre due tonnellate di cocaina diretto a Gioia Tauro. Bartolo Bruzzaniti è accusato di essere stato il punto di riferimento di Imperiale in Calabria: assicurava che i carichi di droga in arrivo dal Sud America approdassero senza problemi nel porto calabrese e ne curava la distribuzione in Lombardia. "Milano mi spetta di diritto", diceva agli amici. Un nome importante, ma non l'unico convinto della necessità dei criptofonini No1BC. Lo è anche un giovane narcotrafficante albanese che a febbraio 2021 decide di farne scorta comprandone otto al prezzo di 15mila euro, circa 1800 l’uno.

Bartolo Bruzzaniti chiede al fratello di recuperare No1BC al più presto
Bartolo Bruzzaniti chiede al fratello di recuperare No1BC al più presto

Come Imperiale ricicla i soldi del narcotraffico 

La facciata rispettabile di No1BC (che si sgretola in fretta)

Eppure l’impresa, la cui attività non è di per sé illegale, si presenta rispettabile. Sul proprio sito vanta ben altri clienti. Si definisce “leader mondiale nella fornitura di tecnologie per rendere sicure le comunicazioni telefoniche”, pubblicizzando di avere come utenti celebrità, aziende e persino istituzioni, tra cui il ministero della difesa austriaco. Ha una sede ufficiale a Malta, registrata nel 2016, e adesso nelle mani di Jack David Burstein. Il bilancio del 2018, l’ultimo disponibile, riporta un fatturato di oltre un milione e 200mila euro.

Burstein è un nome noto nella comunità ebraica di Miami, negli Stati Uniti. Un self-made man arrivato a New York nel 1949 da un campo profughi polacco che “ha costruito la sua fortuna formando gruppi di investimento immobiliari”, scrive il New York Times, raccontandone l’ascesa economica in un articolo del 1982.

L’impresa, la cui attività non è di per sé illegale, si presenta rispettabile. Sul proprio sito vanta come clienti artisti e istituzioni. Basta poco, però, e la facciata si sgretola:  è legata a un’omonima società tedesca fondata da un narcotrafficante e gestita da un pregiudicato condannato per riciclaggio

Settantasette anni, una formazione da contabile e un passato nell’alta finanza, soprattutto quella più speculativa, è stato tra i fondatori del Mount Sinai medical center, il più grande ospedale privato della Florida del sud, oggi affiliato alla Columbia University. Ha anche fatto parte del consiglio di amministrazione della Rabbi Alexander S. Gross Hebrew Academy, scuola ebraica d’eccellenza, dove tuttora la sua foto si trova appesa al muro della caffetteria. Il 1982 lo vede protagonista di una scalata azionaria che lo porta ai vertici della City National Bank di Miami, all'epoca una delle istituzioni finanziarie più importanti della Florida. Uno dei suoi partner in quell’operazione è il barone del caffè colombiano Alberto Duque, poi condannato per frode in quella che i magistrati Usa hanno definito una delle più grandi truffe bancarie nella storia d’America.

No1BC è tra gli ultimi affari di Burstein. Da novembre 2019 ne è direttore esecutivo e rappresentante legale. Il frontman perfetto.

Basta poco, però, e la facciata rispettabile della compagnia si sgretola. Contattato via email, il ministero della difesa austriaco nega qualsiasi relazione commerciale con No1BC. A Malta nessuno la conosce. Non ne hanno sentito parlare sia nella prima sia nell’ultima sede legale: condomini occupati da decine di società che un giorno ci sono e quello dopo svaniscono nel nulla, come vaporizzate. A ogni “driin” la risposta è la stessa: “Mai visti”. Mai visti pure su Valley Road, una lunga strada di buche larghe come voragini dove per Google si trova il loro ufficio e nella realtà c’è un negozio di elettrodomestici. L’azienda sembra esistere unicamente sulla carta. Non solo. Burstein è legato agli attuali vertici di una filiale tedesca di No1BC, fondata da un narcotrafficante. Una storia da approfondire per capire come la popolarità dell’azienda tra le mafie non sia casuale.

La lunga storia criminale di No1BC

C’è un momento che segna l’inizio della lunga storia criminale di No1BC. Nel 2010, a Londra, Roy Livings apre la prima sede a sua guida. È un cittadino britannico, figlio di due militari della Royal Air Force. Ha affari in Sud America, e nel Regno Unito già alle spalle due vecchie condanne per commercio di cocaina e cannabis. I criptofonini diventano la sua passione e in poco tempo fonda un regno che si compone di cinque omonime società satellite. Se ne contano diverse in Gran Bretagna – i cui nomi però suggeriscono l'operatività in Spagna, Belgio, e Olanda – e una in Germania, l’ultima a nascere, nel 2013. I narcos diventano i suoi primi clienti e non lo nasconde più di tanto.

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Nei documenti ufficiali di No1BC Belgium, con il ruolo di direttore, compare un uomo legato alla mocro maffia: le organizzazioni criminali presenti in Olanda e Belgio specializzate nel traffico di stupefacenti, così chiamate per l’alto numero di affiliati di origine marocchina. Non uno qualsiasi, ma Najeb Bouhbouh, stretto collaboratore di Gwenette Martha. Martha è l’uomo che nel 2012 supporta il furto di un enorme carico di droga destinato alla fazione rivale, dando il via a una guerra intestina che fa decine di morti. Anche Bouhbouh ne rimane vittima, ucciso il 18 ottobre del 2012 da due sicari che lo freddano in pieno giorno davanti al Crowne Plaza Hotel, un affollato albergo di Anversa. Nel suo corpo trovano quattordici proiettili.

Livings non si ferma ed è così convinto della bontà del servizio di No1BC da sfruttarlo in prima persona per seguire nell’estate del 2014 il viaggio di 168 chili di coca partiti dal Venezuela, e del valore stimato di otto milioni e mezzo di euro. Li trasporta una barca a vela che, dopo aver traversato l’Atlantico, è attesa a Sines: una piccola città di mare portoghese. Livings l’aspetta e parla con lo skipper dell’imbarcazione tramite dei BlackBerry dotati di scheda No1BC. Il carico viene scoperto, ma la polizia non riesce “né a intercettare né a recuperare” le comunicazioni scambiate con quei telefoni, dicono i magistrati del tribunale di Portimão, in Portogallo, nella sentenza di primo grado del luglio 2015 che ha condannato Livings a dieci anni di carcere per traffico di stupefacenti, giudizio poi confermato dalla Corte suprema nel 2016.

No1BC



Si tratta di una società che fornisce servizi per le comunicazioni criptate, cioè comprensibili solo a emittente e destinatario. È diventata molto popolare tra le mafie italiane a partire dal 2021. Esponenti di 'ndrangheta, camorra e clan albanesi ne parlano come della nuova frontiera per chat a prova di intercettazioni da parte della polizia. Dal 2016 la compagnia ha una sede legale a Malta, ma è attiva da oltre dieci anni e ha un passato criminale.



Eli Gampel 



Eli Gampel è stato presidente della comunità ebraica di Halle (Germania), condannato a quattro anni di carcere nel 2005 per riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico ed evasione fiscale. Dai documenti aziendali risulta essere "delegato" della filiale tedesca di No 1BC, di cui è amministratrice delegata la moglie. Ha lavorato nella banca d'affari Strategica, fondata da Jack Burstein, attuale titolare di No1BC Malta. 



Jack (David) Burstein



Classe '47, molto impegnato nella comunità ebraica di Miami, ed ex banchiere. Ha costruito la sua fortuna in Florida formando gruppi di investimento immobiliari. È inoltre fondatore e amministratore delegato della banca d'affari Strategica, con sede in Florida. Ha lavorato in Strategica con Eli Gampel (No1BC Germania), che ha fatto da ambasciatore della banca al di fuori degli Stati Uniti. È l'attuale Ceo, e rappresentante legale, di No1BC Malta.



Roy Livings



Cittadino britannico e fondatore di diverse filiali di No1BC in Europa. Ha alle spalle diverse condanne per droga: 10 anni di carcere nel 2015 per narcotraffico, 54 mesi nel 2000 per commercio di cannabis, cinque anni nel 1982 per cocaina. Cede il controllo della filiale tedesca di No1BC nel 2020 a Larissa Gampel, moglie di Eli Gampel. 



Najeb Bouhbouh



È stato direttore di una delle filiali inglesi di No1BC. Ha fatto parte di una gang della Mocromafia, organizzazioni criminali costitute da persone di origini marocchine, specializzate nel traffico di cocaina e sostanze sintetiche. Nel 2012 è stato ucciso da due sicari nell'ambito della guerra scoppiata in Olanda e in Belgio per il controllo dei porti di Rotterdam e Anversa per il mercato della cocaina.


Dopo l’arresto, tutte le società No1BC aperte a nome di Livings vengono chiuse. Fa eccezione solo quella tedesca. Gli affari dell’impresa, leciti e no, continuano. Anzi, approfittando del vuoto di mercato conseguente allo smantellamento dei precedenti giganti del settore, la compagnia cresce, soprattutto in Europa. Il segreto della sua durata è difficile da capire. Il prodotto consiste di una sim, un piccolo dispositivo bluetooth da associare a un iPhone, e un ecosistema di applicazioni gestito da una piattaforma. Gli utenti pagano un abbonamento semestrale al servizio dal costo di 1450 euro. L’azienda sostiene che cifratura e decifratura delle comunicazioni non avvengano tramite dei server, ma attraverso le proprie sim, sponsorizzando di essere diversa dai sistemi che l’hanno preceduta. Un ex rivenditore, che ha accettato di parlare sotto anonimato, ha un’opinione opposta: “Nulla di nuovo, è simile a Sky Ecc”. I dettagli tecnici sono impossibili da verificare, di certo il servizio non ha mai smesso di funzionare. Nel 2016 nasce No. 1 Business Communication Malta, che diventa il volto ufficiale di No1BC, a cui rimanda anche la pagina web.

Passato e presente: il ruolo di Eli Gampel

In apparenza l’entità tedesca e quella maltese, pur avendo lo stesso business e un nome quasi identico, non sono tra loro legate. Analizzando la composizione societaria della filiale in Germania, si scopre però che non è così. Fin da quando Livings l’ha aperta, come procuratore d’impresa compare infatti Eli Gampel. Ha 62 anni e vive ad Halle, città 170 chilometri a sud di Berlino. È lui il punto di contatto tra il passato criminale e il presente rispettabile di No1BC.

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Bisogna tornare al 1999, quando Gampel, dopo un brutto momento economico, ritrova un po’ di respiro grazie a una società di nome Strategica, una banca d’affari fondata proprio da Jack David Burstein, l’attuale direttore di No. 1 Business communication Malta. La filosofia di Strategica è “raggiungere risultati straordinari per i nostri clienti e investitori”. Gampel non solo ci lavora ma ne diventa l’ambasciatore al di fuori degli Stati Uniti. “International managing director”, amministratore delegato internazionale, è la qualifica che gli viene attribuita nel portale dell’impresa. Nel 2000 ha il merito di concludere per la compagnia un importante accordo con un’omologa ucraina, che lo ricompenserà di diverse migliaia di euro. Ma l’attività per Strategica non è la sua unica fonte di guadagno in quegli anni. Lo racconta una sentenza del tribunale di Halle, che nel 2005 ha condannato in via definitiva Gampel a quattro anni di carcere per aver riciclato denaro proveniente dal narcotraffico ed evaso il fisco. Il magistrato tedesco lo descrive come un uomo frustrato nelle ambizioni di potere. Nel 1996 riesce a conquistare l’elezione alla presidenza della comunità ebraica di Halle ma dopo neanche un anno viene estromesso a causa di frizioni interne. Un defenestramento che non gli va giù e contro cui ricorre per vie legali, ma senza successo.

Il ruolo di Gampel in Strategica nella sentenza del tribunale di Halle
Il ruolo di Gampel in Strategica nella sentenza del tribunale di Halle

È ridotto quasi sul lastrico quando a Londra fonda la Continental business limited (CBL): una società di facciata che – scrive il giudice di Halle – aveva come scopo principale quello di organizzare e mascherare l’attività di riciclaggio. L’ufficio di CBL è un’unica stanza affittata a Stamford Hill, il quartiere della capitale britannica con la più alta concentrazione di ebrei chassidici d’Europa. Lì entrano sacche piene di sterline di piccolo taglio, frutto della vendita di stupefacenti, ed escono borsoni di banconote da 100 dollari, pulite. In almeno quattro occasioni Gampel fa recapitare i soldi in Colombia, ingaggiando un corriere. Uno di loro viene arrestato all’aeroporto di Bogotà con 900mila dollari in contanti.

Quell’avventura si chiude, ma nel 2013 ritroviamo Gampel al fianco di Livings nell’affare dei criptofonini. Nel 2019 subentra Burstein, il vecchio socio in affari. I registri pubblici delle imprese mostrano che sia la società di Malta sia quella con sede ad Halle (dal 2020 diretta da Larissa Gampel, stando al quotidiano Mitteldeutsche zeitung la moglie di Eli) sono attive, però il sito internet indica che No1BC ha anche molti altri rivenditori e distributori nel mondo. E resta da capire chi abbia dato in primo luogo il via alla compagnia: il dominio online è antecedente alla società creata da Livings nel 2010.

Per chiarimenti, lavialibera, IrpiMedia e Motherboard  hanno contattato Burstein via WhatsApp, chiedendogli quali siano i suoi rapporti con Gampel, se sa che i prodotti della società di cui è direttore esecutivo sono usati dalle mafie e che la filiale tedesca è stata fondata da un narcotrafficante. Le domande non hanno ricevuto risposta. Anche i tentativi di contattare Gampel non hanno dato risultati. 

Oltre No1BC, il business dei criptofonini

Per Vallone (Direzione investigativa antimafia), è necessario un intervento legislativo europeo: “Le aziende che offrono questi servizi vanno obbligate a mettersi a disposizione dell’autorità giudiziaria, quando necessario"

No1BC è una delle realtà più note, non la sola. I servizi che, in vario modo, permettono di aumentare il livello di protezione delle proprie comunicazioni via smartphone sono decine e di società che li offrono ne “vengono create di nuove ogni giorno”, mette in guardia il direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia) Maurizio Vallone, aggiungendo che al momento le compagnie monitorate sono più di 20, mentre si stima che in Europa gli utenti di questo tipo di sistemi siano circa 200mila. Il 10 per cento si trova in Italia. “Usarli non equivale a essere legati alla criminalità organizzata – precisa Vallone –. C’è chi, ad esempio, se ne serve per proteggere i propri segreti aziendali dalle potenziali intercettazioni di imprese concorrenti. La riservatezza delle comunicazioni è importante per il mercato, come per la privacy dei cittadini, e le società di criptofonini, o di servizi simili, non sono illegali di per sé. Il problema è il loro utilizzo per attività illecite”.

Anche se, in passato, alcune di queste compagnie si sono rivolte in maniera esplicita e diretta ai narcos. E di altri fornitori si è poi scoperto il background criminale, come nel caso di Mpc, di proprietà dei fratelli Gillespie, ricercati dalla polizia scozzese e accusati anche di omicidio. Per Vallone, è necessario un intervento legislativo europeo: “Le aziende che offrono questi servizi vanno obbligate a mettersi a disposizione dell’autorità giudiziaria, quando necessario”.

Eli Gampel in una foto del 1999. Foto: Thomas Sandberg
Eli Gampel in una foto del 1999. Foto: Thomas Sandberg

Intanto Europol precisa di dover mantenere il massimo riserbo sul tema perché “le indagini in corso sono molte”. Un’altra app per proteggere le comunicazioni è stata smantellata il 6 febbraio 2023. Si chiamava Exclu e contava tremila utenti, tra cui uomini della criminalità organizzata. Per il quotidiano Irish Independent, uno dei principali sospettati dietro Exclu è il criminale irlandese George Mitchell, detto Il pinguino. Secondo una nostra fonte, l’operazione ha causato sfiducia anche in No1BC che, quasi in contemporanea, ha rilasciato un aggiornamento del proprio sistema operativo. Oltreoceano, anche L’Fbi conferma a lavialibera, IrpiMedia e Motherboard di essere a conoscenza della compagnia, ma preferisce non rivelare se siano in corso, o meno, delle investigazioni. L’ultima chat dei narcos rimane in piedi. Almeno per ora.

A sinistra, una foto di un dispositivo No1BC che riporta metà dell'identificativo del container, a destra, in cui è stato recuperato un carico di cocaina
A sinistra, una foto di un dispositivo No1BC che riporta metà dell'identificativo del container, a destra, in cui è stato recuperato un carico di cocaina

Edited by Rosita Rijtano.

Ringraziamenti: Raffaele Angius, Steffen Koenau, Wouter Laumans, Tom Pettifor, Koen Voskuil, Alex Orlowsky
Ha collaborato Occrp ID

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