Napoli, 22 aprile 2017. Un'immagine interna della sede massonica del Grande Oriente d'Italia nella galleria Umberto I (Ciro Fusco/Ansa)
Napoli, 22 aprile 2017. Un'immagine interna della sede massonica del Grande Oriente d'Italia nella galleria Umberto I (Ciro Fusco/Ansa)

Obbedienze massoniche aperte ai mafiosi

La commissione antimafia guidata da Rosy Bindi ha indagato i rapporti tra mafie e massoneria, suscitando le proteste delle logge italiane, per le quali era una "caccia alle streghe"

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

28 febbraio 2023

Organizzazioni in cui "si è registrata una sorta di 'arrendevolezza' nei confronti della mafia", con un sistema di controlli che "si è rivelato spesso inefficace (…), soprattutto per la mancanza di volontà in tal senso". Quasi cinque anni fa, la commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi rendeva pubblica la sua relazione sui rapporti tra mafie e massoneria, lavoro che ha sollevato le proteste dei grandi maestri delle diverse obbedienze (le associazioni massoniche), secondo le quali era in corso una caccia alle streghe. Nelle logge flirtano mafiosi e massoni Non si trattava di un’indagine sulla massoneria in sé – hanno ribadito più volte gli autori –, quanto "sull’aspetto relazionale delle mafie", che guardano alle logge con interesse perché capaci di mettere in contatto esponenti della borghesia in un ambiente riservatissimo e tollerante, dove il segreto è un valore irrinunciabile. Il lavoro dei parlamentari cominciò dopo le missioni a Palermo e, soprattutto, a Trapani. Qui negli anni Ottanta era stata scoperta della loggia segreta Iside 2 in cui si riunivano amministratori e mafiosi, tema tornato di attualità anche con le indagini più recenti su Matteo Messina Denaro. C’era poi la situazione calabrese, dove certe inchieste (tra cui Gotha) hanno rivelato i rapporti tra ‘ndrine e logge.

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