
Guerra in Congo, l'interesse del Ruanda per il coltan e gli accordi con l'Ue

30 giugno 2023
Sono circa cento anni che i saharawi reclamano la loro indipendenza dal Marocco, ma il governo di Rabat non sembra intenzionato a indietreggiare. Questo popolo, composto da berberi e tribù arabe, è diviso da un muro di fango lungo oltre 2mila chilometri. Da una parte – in un’area ceduta a sovranità “temporanea” dal governo algerino alla Repubblica democratica araba dei Saharawi (Rasd) – c’è chi resiste nei campi profughi, dall’altra chi è rimasto sotto il dominio del Marocco. Di recente, il Fronte Polisario – un’organizzazione militante e politica del popolo sahariano nata nel 1973 – ha definito la propria strategia futura: "È il momento di intensificare la lotta contro il Marocco per porre fine all’occupazione e ripristinare la sovranità".
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Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo
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