Immagine di Frank Ramspott (iStock) elaborata da Davide Romanelli
Immagine di Frank Ramspott (iStock) elaborata da Davide Romanelli

Eureka svela l'economia nera che muove il mondo

Telefoni criptati, banche clandestine e relazioni internazionali, uniti a violenza e sfruttamento. Fotografia aggiornata della 'ndrangheta, secondo le ultime indagini europee, tra cui l'operazione Eureka

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

12 settembre 2023

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L’hanno definita la più grande operazione contro la mafia calabrese mai realizzata in Europa. Ha svelato un imponente giro di affari tra alcune famiglie storiche della ’ndrangheta – versante ionico – e gruppi di narcotrafficanti sudamericani, tra cui il clan del Golfo colombiano. Ha portato a oltre 150 arresti e perquisizioni in otto paesi europei e in America latina. L’operazione, battezzata Eureka, ha seguito due grosse indagini sui cosiddetti criptofonini, i servizi di messaggistica criptata (Encrochat e SkyEcc quelli “bucati” dagli investigatori) usati dai criminali di mezzo mondo per combinare affari, senza paura di essere intercettati.  Penetrando il sistema, gli hacker dell’Europol sono riusciti a svelare una fetta importante dell’economia sotterranea che ha base in Europa.

"Eureka", operazione internazionale contro le 'ndrine

L’indagine restituisce la fotografia aggiornata del brulicante universo che vive grazie al mercato delle droghe e della cocaina in particolare. La merce proibita che ingrassa le mafie e permette alla ’ndrangheta di essere uno dei gruppi criminali più potenti su scala internazionale. I narcotrafficanti sudamericani e la mafia calabrese realizzano il commercio con la complicità di una miriade di figure di servizio, in questo caso società fornitrici della telefonia criptata, organizzazioni cinesi per la garanzia internazionale dei pagamenti, “spalloni” per il trasporto di contante, portuali che assicurano il transito della droga, commercialisti, imprenditori e insospettabili prestanome per il riciclaggio del denaro sporco.

Non tutti sono mafiosi, anzi, ma tutti ne traggono vantaggio. Sul piatto degli scambi sono merce preziosa anche le relazioni internazionali, come quelle che permettono al boss Rocco Morabito di garantire il baratto tra un carico di stupefacente fornito dai guerriglieri brasiliani, e un intero container di kalashnikov rivenduti da gruppi pakistani (e recuperati nella ex Unione sovietica).

Rocco Morabito, ascesa e caduta dell'Escobar di Africo

Innovazione e tradizione si tengono ancora assieme. Da una parte, la capacità di sfruttare ogni mezzo disponibile per tutelare la riservatezza del proprio business, come il metodo del fei-ch’ien, il “denaro volante”, una sorta di sistema bancario sotterraneo gestito da cittadini della Repubblica popolare cinese, usato tradizionalmente per le rimesse dei migranti, ma capace all’occorrenza di garantire transazioni milionarie da un continente all’altro, senza lasciare traccia su canali formali e ufficiali. Dall’altra, l’antica economia di consenso e di rapina che ha radici nei paesi d’origine, coltiva la violenza e sfrutta la manovalanza povera.

Le intercettazioni contengono un dialogo emblematico, che ha come protagonista un imprenditore ritenuto dagli inquirenti vicino ai clan. L’uomo spiega al suo interlocutore che nella regione c’è molto denaro grazie ai traffici, e i boss sono alla continua ricerca di uomini privi di alternative da assoldare. "Se crei lavoro per loro qui, chi lavorerà per loro e andrà in carcere per loro? Nessuno... Quindi i soldati bisogna tenerli molto poveri". L’economia criminale, come il capitalismo peggiore, distribuisce briciole perché ha bisogno di amici e di schiavi. Ma non distribuisce potere, perché di quello si nutre. Perciò deve rimanere saldamente nelle sue mani.

Da lavialibera n° 22, Altro che locale

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