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13 maggio 2025
“Ho letto 1984 di George Orwell e mi sono appassionato al genere. Poi sui social mi hanno segnalato questo altro libro e ne volevo sapere di più”. È così che mi risponde uno studente, quando gli chiedo cosa l’abbia spinto a prendere in prestito dalla biblioteca scolasticaMetro 2033, pubblicato in Italia nel 2010 da Multiplayer edizioni. Un’altra ragazza mi spiega invece di aver preso in prestito il volume in una biblioteca comunale perché affascinata dalla prospettiva di questo universo post-apocalittico e dai protagonisti di un’umanità sopravvissuta alle tragedie terrestri. Insegnando in un istituto professionale da più di dieci anni, ho capito che per comprendere a fondo cosa provano i ragazzi è utile sapere anche che cosa leggono. È uno dei modi per capire come stanno, cosa sentono e di cosa hanno paura. Un modo per riuscire, nella quotidianità vissuta all’interno delle classi, a dare gli strumenti che servono loro davvero.
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Il loro stato d'ansia non dev’essere semplicemente classificato come malessere generazionale, ma come apprensione generalizzata per il futuro
Nella mia scuola percepisco uno stato d’ansia negli atteggiamenti e nelle opinioni dei ragazzi che non può essere classificato semplicemente come malessere generazionale, ma che andrebbe forse inteso come apprensione generalizzata per il futuro.
Lo si capisce da come si rifugiano in realtà virtuali e da come, vista l’instabilità del mondo, vogliano prepararsi allo scenario peggiore. Un piccolo sintomo di questa sensazione di smarrimento è arrivato dalle risposte a un sondaggio che abbiamo proposto nell’istituto. A studenti e studentesse abbiamo chiesto se ritenessero giusta la recente scelta di riarmo dell’Unione europea: circa il 95 per cento ha dichiarato di essere favorevole.
Secondo alcuni, l’Europa deve possedere un adeguato equipaggiamento militare in chiave di deterrenza nei confronti di pericolosi autocrati e, soprattutto, bisogna farsi trovare pronti nel caso in cui si prospetti l’invasione di un nemico.
Sono state risposte che mi hanno sorpreso e allarmato, perché dettate da giovani che conosco nella loro umanità e nella loro sensibilità. Nondimeno, sono ragazzi cresciuti in anni di grande diffusione di pace e benessere, per giunta lontani da una guerra vissuta sia in prima persona sia tramite testimonianze in famiglia. Il fatto che considerino il conflitto armato non più come una possibilità remota mi fa riflettere, tanto quanto il capire dove gli stessi ricerchino le risposte alle loro domande più profonde.
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Oltre a chiedere personalmente ai ragazzi che cosa leggano, mi sono affidato a ciò che mi hanno raccontato il bibliotecario della scuola e un libraio di una grossa catena. Mi hanno dato alcuni spunti e raccontato di saghe tra un passato inquinato e un futuro possibile.
Metro 2033 è opera di uno scrittore russo, Dmitry Glukhovsky, che ha studiato all’università di Gerusalemme e ha poi lavorato in Francia, in Germania e infine in Russia. La storia è quella di un’umanità superstite nella città di Mosca, dopo un disastro atomico: gli uomini si sono rifugiati nella tentacolare metropolitana della capitale e lì hanno dato vita a un’altra civiltà. Ma i sopravvissuti non possono vivere in pace perché l’ambiente sotterraneo è sconvolto da guerre tra bande mentre tra le gallerie si aggirano inquietanti creature mutanti che sono il frutto delle radiazioni in superficie. Il libro ha avuto talmente tanto successo da essere diventato un sequel letterario con Metro 2034 e Metro 2035, e poi un videogioco.
C’è poi The 100, opera di Kass Morgan, che a sua volta ha ispirato un celebre adattamento televisivo. Si tratta di una tetralogia che in Italia è stata pubblicata dalla Rizzoli tra il 2016 e il 2018. La trama è quella di una comunità di uomini che da secoli vivono nello spazio perché fuggiti dalla Terra dopo un devastante conflitto atomico che ha distrutto il pianeta; tuttavia, a un certo momento, “cento” ragazzi vengono scelti all’interno di questa comunità cosmica per tornare sulla Terra e verificare se, a distanza di tanti anni, il sistema terrestre sia tornato a essere un luogo vivibile oppure no.
Blackwater è una saga di sei romanzi pubblicati in Italia per Neri Pozza a partire dal 2023. La vicenda prende il via dal 1919, quando la piena dei fiumi Perdido e Blackwater, in Alabama, sommerge la cittadina Perdido che prende il nome dal fiume stesso. “All’alba della domenica di Pasqua del 1919 il cielo sopra Perdido era terso, di un pallido rosa traslucido, che non si rifletteva sulle acque nere che la settimana precedente avevano allagato tutta la città”: ha così inizio questa storia che rievoca cinquant'anni di accadimenti lieti e funesti, in un’ambientazione horror-gotica, frutto della fantasia dell'autore statunitense Michael McDowell.
Il registro dei prestiti della mia scuola testimonia che qualcun altro ha chiesto La parabola del seminatore, che è un romanzo della statunitense Octavia E. Butler pubblicato più di trent’anni fa, incentrato sulla sopravvivenza di una serie di piccole comunità in un’America impoverita dall’esaurimento delle proprie risorse. Lauren, la protagonista del titolo, è una giovane che ha dato vita a una nuova religione, “il seme della terra”, fondata sull’idea del cambiamento e dell’adattabilità, per contrastare la violenza delle bande di disordinati che violentano il mondo rimasto fuori da quelle enclave.
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Altro libro è Sindrome della scrittrice italo-marocchina Rokia (al secolo Rokia Nacer, ndr), che in realtà affronta più il tema della malattia mentale perché narra la vicenda di quattro ragazzi, in lotta contro le proprie paure e che, un giorno, per intuizione di una dottoressa, si ritrovano insieme a competere per costruirsi una carriera nel giornalismo e lasciarsi alle spalle il dolore.
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