Tijuana, México. Foto di Max Boehme/Unsplash
Tijuana, México. Foto di Max Boehme/Unsplash

Deportazioni di migranti negli Usa, l'inferno di Trump nella città degli angeli

Los Angeles si è schierata contro le politiche repressive del governo, che vuole deportare in massa i migranti irregolari. Centinaia gli arresti, tra cui una donna fermata mentre lasciava il figlio all'asilo

Agnese De Gaetano

Agnese De GaetanoStudentessa e tirocinante de lavialibera

18 giugno 2025

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Da giorni le strade di Los Angeles sono teatro di manifestazioni contro le politiche migratorie volute dal governo degli Stati Uniti guidato da Donald Trump. Le proteste hanno raggiunto altre città, tra cui Austin, Dallas, Seattle, Boston, Washington, San Francisco e New York, segno di un malcontento diffuso dei cittadini, che si oppongono alla repressione del tycoon. Tutto è iniziato il 6 giugno, quando la United States immigration and customs enforcement (Ice) – l'agenzia federale del Dipartimento della sicurezza interna, responsabile del controllo delle frontiere e dell'immigrazione – ha eseguito alcuni mandati di perquisizione in più luoghi.

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Un articolo del quotidiano francese Le Monde ha ricostruito gli avvenimenti, spiegando come le perquisizioni sono scattate dopo che un giudice – attraverso il lavoro di Homeland security investigations (la principale unità di polizia federale degli Stati Uniti) e dell’US Attorney’s office (l’ufficio legale del Dipartimento di giustizia) – ha accertato la presenza di diversi lavoratori privi di documenti veri. In quegli stessi giorni, l’Ice ha organizzato una retata davanti l’ingresso di Home Depot, il più grande rivenditore di articoli per la casa e per il bricolage negli Usa, dove alcuni lavoratori, considerati clandestini, si erano ritrovati nella speranza di essere assunti. Home Depot è da sempre conosciuto come un centro di assunzione informale per lavoratori, spesso sprovvisti di documenti.

L’agenzia federale Usa ha organizzato una retata davanti Home Depot, il più grande rivenditore di articoli per la casa e per il bricolage , dove alcuni lavoratori si erano ritrovati nella speranza di essere assunti

Come riportato dal giornale Newsweek, il consigliere senior della Casa Bianca Stephen Miller, architetto della strategia sull’immigrazione del governo Trump, ha ordinato all’Ice di effettuare dei raid nei punti di ritrovo informali destinati all’assunzione di lavoratori, tra cui appunto i parcheggi di Home Depot. Gli arresti, che si sono aggiunti ai 118 eseguiti nei giorni precedenti, hanno scatenato il moto di protesta a Los Angeles. Trump ha cercato di placare gli animi ricorrendo alla Guardia nazionale, un esercito di riservisti che di norma risponde agli ordini dal governatore dello Stato in cui è richiesto l’intervento. Il presidente ha di fatto scavalcato Gavin Newsom, l’attuale governatore della California, e deciso di dirigere in prima persona le operazioni. L’ultima volta che la Guardia nazionale era stata attivata direttamente dal presidente correva l’anno 1965, con Lyndon Johnson che aveva inviato delle truppe in Alabama per difendere i diritti civili.

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Un articolo della Cbs, partner statunitense della Bbc, ha spiegato che i cittadini si sono riversati nelle strade per dimostrare solidarietà agli arrestati dall’Ice. Le manifestazioni hanno coinvolto studenti universitari, accademici, attivisti e membri della comunità locale con una forte partecipazione delle comunità latine. Un manifestante ha raccontato di protestare per chiedere pari diritti per tutti i migranti: “Vogliamo fermare i raid e le deportazioni. Vogliamo che la Guardia nazionale e i militari vadano via da Los Angeles”.

Intanto, l'amministrazione Trump non ha mai rilasciato il numero esatto di migranti arrestati, e non è dato sapere neppure quanti di essi abbiano precedenti penali. L’avvocata immigrazionista Eva Bitran ha riferito ai giornali come fra i detenuti vi è anche una donna fermata mentre lasciava il figlio di quattro anni all’asilo. Gli arrestati non hanno accesso a un avvocato e non hanno nessun contatto con l’esterno.

Le manifestazioni hanno coinvolto studenti universitari, accademici, attivisti e membri della comunità locale con una forte partecipazione delle comunità latine

La storia di Juan Fernando è emblematica. Dopo meno di 48 ore dall’arresto, è stato rimpatriatoinMessico dopo aver firmato un documento che pensava contenesse il consenso a un test per il coronavirus, quando in realtà aveva acconsentito alla deportazione. Per disperdere i manifestanti sono stati utilizzati manganelli, lacrimogeni e proiettili di gomma. Al quarto giorno di proteste, Trump ha mobilitato altri 2mila soldati, ai quali si sono aggiunti 700marines.

Trump e l'ansia da sicurezza

La sicurezza dei confini era stato uno dei punti chiave dell’ultima campagna elettorale di Trump. A più riprese il tycoon aveva definito i migranti irregolari “animali che avvelenano il sangue della nazione”, accusandoli di essere responsabili della crescente ondata di criminalità. Nella narrazione distopica del presidente, i migranti irregolari avrebbero anche determinato un aumento del costo della vita e della crisi abitativa, in quanto competono con i cittadini americani per accaparrarsi le stesse risorse.

In campagna elettorale Trump aveva definito i migranti irregolari “animali che avvelenano il sangue della nazione”

Non è un mistero che uno dei principali obiettivi di questo secondo mandato di Trump sia incrementare gli arresti di migranti irregolari, almeno 3mila al giorno secondo la tabella di marcia stilata dall’Ice. Per raggiungere questi numeri l’agenzia federale opera in tempi sempre più rapidi e con modalità particolarmente aggressive. Il tema è stato oggetto di scontro tra il segretario della Sicurezza nazionale Kristi Noem e il senatore della California AlexPadilla. Quest’ultimo, durante una conferenza stampa, ha provato a rivolgere una domanda a Noem, ma è stato allontanato con la forza, sbattuto a terra e ammanettato.

Trump e l’ordine esecutivo

Il 20 gennaio 2025, sul sito ufficiale della Casa Bianca, è stato pubblicato un ordine esecutivo firmato da Trump dal titolo “Protecting The American People Against Invasion”, dove il presidente sostiene che l’amministrazione precedente guidata da Joe Biden ha permesso a milioni di clandestini di attraversare i confini o volare negli Stati Uniti, con la possibilità di stabilirsi nelle comunità americane, in violazione delle leggi federali. L’ordine esecutivo ha un impatto notevole sulle politiche migratorie. Tra le altre cose, ha implementato l’uso esteso del rimpatrio accelerato – che consente l'espulsione delle persone senza l’udienza in tribunale –, incrementato le assunzioni di agenti dell’Ice e limitato l'accesso da parte dei migranti ai benefici pubblici.

Trump ha detto che da quando è tornato in carica ha deportato più di 100mila migranti irregolari. L’obiettivo del presidente è raggiungere quota 15-20 milioni

E ancora, sono stati negati i finanziamenti federali alle giurisdizioni di rifugio, le cosiddette città santuario, comuni e aree metropolitane che limitano o negano la cooperazione con i governi nazionali nell’applicazione delle leggi sull’immigrazione. A febbraio 2025 San Francisco e altre 16 città santuario hanno citato in giudizio l’amministrazione Trump al tribunale distrettuale della California del nord, chiedendo un’ingiunzione contro l’attuazione delle nuove disposizioni. Due mesi dopo, il giudice William Orrick ha accolto l’appello, spiegando che l'applicazione del provvedimento può risultare incostituzionale.

Trump e le deportazioni di massa

Sul sito della Casa Bianca, Trump ha specificato che da quando è tornato in carica ha deportato più di 100mila migranti irregolari, un obiettivo ancora lontano dai 15-20 milioni che il presidente si è prefissato. Le deportazioni colpiscono chiunque, comprese le categorie vulnerabili, i lavoratori privi di documenti, gli studenti con visti scaduti, individui e famiglie senza precedenti penali. Persone mandate nel loro paese d’origine o in altri casi trasferiti in strutture di detenzione ubicate in altri paesi, come nel caso del Terrorism confinement center, un carcere di massima sicurezza che si trova a ElSalvador.

Il modus operandi dell’Ice è stato fortemente criticato dalla sindaca di Los Angeles Karen Bass, secondo cui queste pratiche seminano terrore all'interno delle comunità e violano i principi fondamentali della sicurezza nella città. Bass ha quindi chiesto a Trump di revocare l'utilizzo della Guardia nazionale, unendosi all’appello del governatore della California Gavin Newsom. Altri leader locali hanno anche denunciato le mosse del presidente, ritenute un tentativo di militarizzare la questione migrazione e forzare un clima di emergenza. Trump ha risposto alle critiche, limitandosi a dire che Newscom e Bass dovrebbero scusarsi con i cittadini di Los Angeles.

Los Angeles, dalla parte dei migranti

Los Angeles è una città santuario dal 2017, anche se la risoluzione presentata in Consiglio comunale è stata ratificata soltanto nel novembre 2024, quando Trump è stato rieletto per la seconda volta. La città, dove hanno la residenza oltre 1,35 milioni di migranti (più del 34 per cento della popolazione) si impegna quindi a vietare l’uso di “qualsiasi risorsa cittadina inclusi immobili e personale, per l’applicazione delle leggi sull’immigrazione”. Il provvedimento è stato fortemente voluto dai consiglieri Eunissess Hernandes, Hugo Soto-Martinez e Nithya Raman.

Los Angelles è una città santuario e quindi si impegna a vietare l’uso di “qualsiasi risorsa cittadina inclusi immobili e personale, per l’applicazione delle leggi sull’immigrazione”

Quest’ultimo, in particolare, ha spiegato che “i migranti costituiscono il tessuto stesso di Los Angeles e meritano di sentirsi al sicuro e protetti nella città che chiamano casa, indipendentemente da chi sia al potere. Vietare l'uso delle risorse cittadine per l'applicazione delle leggi federali sull'immigrazione non dovrebbe dipendere solo da azioni esecutive che potrebbero essere annullate da un futuro sindaco o capo della polizia. Questa è una politica di buon senso per Los Angeles".

Los Angeles ha sempre posto una barriera tra i funzionari comunali e le forze dell’ordine per l’immigrazione. Dal 1979, le policy messe in atto dal Dipartimento di polizia (Lapd) impediscono agli agenti di provare a determinare lo status di immigrazione di una persona. Il capo della polizia Jim McDonnell ha affermato in una dichiarazione ufficiale che i cittadini devono e possono sentirsi al sicuro di chiamare la polizia in caso di bisogno, indipendentemente dal loro status. Anche il Los Angeles unified school district (Lausd) ha adottato una serie di risoluzioni di emergenza. In particolare, il sovrintendente scolastico Alberto Carvalho ha annunciato che le scuole continueranno a funzionare normalmente, fornendo un supporto in più agli studenti e alle loro famiglie.

Respingere i migranti, uno spreco d'umanità

Il distretto raddoppierà, inoltre, il suo impegno nel mantenere le scuole un posto sicuro per tutti gli studenti. Ciò comprende servizi aggiuntivi riguardanti la salute mentale, attività di giustizia riparativa, incremento dello staff di supporto. Carvalho insiste sull’importanza del diritto all’istruzione, ma non solo: “Ognuno dei nostri studenti, indipendentemente dal loro status, ha diritto a consulenza, supporto sociale ed emotivo, supporto psicologico, oltre ad un'istruzione di qualità”.

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