La sabbia di fiume è ideale per le costruzioni. (Michael Olsen/ Unsplash)
La sabbia di fiume è ideale per le costruzioni. (Michael Olsen/ Unsplash)

Sabbie mobili

Preziosa, specie se di fiume, è alla base di molti settori. La richiesta sempre maggiore aumenta il dragaggio illegale, con danni ingenti per l'ambiente

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

13 ottobre 2021

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La sabbia è uno dei materiali più utilizzati al mondo, soprattutto in settori cruciali come l’edilizia. Ma è una risorsa limitata, soprattutto perché non tutta può essere sfruttata: quella desertica è troppo levigata e non riesce ad amalgamarsi; quella costiera mantiene una percentuale di salinità elevata, compromettendo il risultato. Da dove prenderla, allora? Dai fiumi, visto che i granelli sono della forma e consistenza ottimali. 

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La Repubblica popolare, tra il 2011 e il 2013, ha prodotto più cemento di quanto non abbiano fatto gli Stati Uniti in tutto il secolo scorso.

Secondo uno studio della Yale school of environment, il dragaggio avviene 40 volte più velocemente rispetto al tempo che servirebbe ai corsi d’acqua per riformarla. Per questo motivo è considerata una risorsa non rinnovabile. Nel mondo, due terzi della produzione globale di cemento avviene in Cina (58,5%) e India (6,6%). La Repubblica popolare, tra il 2011 e il 2013, ha prodotto più cemento di quanto non abbiano fatto gli Stati Uniti in tutto il secolo scorso. 

Entro il 2030, l’aumento di produzione in continenti come l’Asia, l’Africa e l’America Latina porterà il consumo di sabbia a 60 miliardi di tonnellate l’anno. Visto che il monitoraggio del materiale non avviene ancora in modo capillare, si può tracciare il suo utilizzo attraverso l’analisi dell’impiego del calcestruzzo.

L’India è uno dei Paesi in cui il problema si è acutizzato negli ultimi anni,  tanto da imporre limitazioni all’estrazione. Alcuni Stati del subcontinente hanno adottato regolamenti e imposto linee guida per minimizzare i danni ambientali ormai devastanti. I controlli devono essere condotti sia sulla posizione dei cantieri, sia sulla filiera, tracciando i camion ed eliminando la possibilità di lavori durante la stagione dei monsoni. Ma il prelievo illegale è consentito da una fitta rete criminale che ne gestisce i trasporti e dalla corruttibilità delle forze dell’ordine che, dietro compenso, lasciano transitare i mezzi. 

Il dragaggio avviene 40 volte più velocemente rispetto al tempo che servirebbe ai corsi d’acqua per riformarla

L’escavazione dagli alvei dei corsi d’acqua ha delle conseguenze ambientali importanti: diminuisce la tenuta in caso di piene ed esondazioni, impoverisce l’habitat e devia il percorso dei fiumi. Per questo la nona conferenza della Federazione indiana dei lavoratori edili dello Stato del Tamil Nadu, in India meridionale, ha approvato una risoluzione per far assumere al suo governo la completa responsabilità della distribuzione della sabbia ai consumatori. In questo modo, si vieterebbe ai privati di farsi carico dello spostamento e si bloccherebbe ogni tipo di manovra illegale. 

Le soluzioni proposte anche dal Programma per le nazioni unite per l’ambiente sono tre: eliminare il consumo non necessario di sabbia naturale, usare materiali alternativi per compensare la necessità di costruzione e ridurre l’estrazione, così da limitare anche gli impatti sociali che ne derivano. 

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