31 marzo 2022
Secondo l’Alto commissariato del’Onu per i rifugiati (Unhcr), al 24 marzo sono oltre 3,7 milioni le persone che hanno lasciato l’Ucraina per fuggire nei paesi vicini, soprattutto in Polonia e Romania. Anche se i numeri sembrano purtroppo destinati a crescere di ora in ora. Molte di loro raggiungono il confine con la Polonia arrivando da tutto il territorio ucraino, soprattutto da città come Kiev e Kharkiv. Il viaggio verso l’Unione europea spesso è durato giorni a causa delle file di auto che si sono formate lungo la strada, e delle attese nella stazione ferroviaria di Leopoli, ultima grande città ucraina prima del confine.
La maggior parte degli sfollati ucraini sono donne con bambini e famiglie con animali domestici al seguito. Per gli uomini uscire dall’Ucraina è più difficile, perché con l'avanzata dei russi il presidente Volodimir Zelensky ha vietato a tutti i maschi tra i 18 e i 60 anni di lasciare il paese. Alcuni arrivano comunque alla frontiera, abbracciano mogli e figli e tornano indietro a combattere.
La Polonia e l’Ucraina sono separate da seicento chilometri di confine e da otto valichi. I maggiori sono quelli di Medyka e di Budomierz. Una volta oltrepassati i confini polacchi, i rifugiati vengono accolti in strutture temporanee come scuole, hotel, centri commerciali in disuso e campi allestiti nei parcheggi. Dopo una breve sosta, la maggior parte di loro continua il viaggio verso amici e familiari nel resto d’Europa. Oltre ai cittadini ucraini scappano anche cittadini di diverse nazionalità, provenienti dal Medio Oriente, dall’Asia minore e dall’Africa sub-sahariana, che si trovavano nel paese per diversi motivi: studio, lavoro o semplicemente per attraversarla per raggiungere l’Europa. Per loro, il passaggio è spesso ancora più complicato e pericoloso, perché ai valichi il trattamento distingue tra ucraini e stranieri, non considerando questi ultimi profughi con uguali diritti.
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