Aggiornato il giorno 9 dicembre 2022
Siti istituzionali incompleti, dati che non coincidono o che risalgono all’anno scorso: scoprire quali sono i progetti del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) già approvati è una missione impossibile. Italia Domani, la piattaforma che dovrebbe contenere tutte le informazioni a riguardo, è aggiornata solo fino al 31 dicembre 2021. Su 109 capoluoghi di provincia, solo 18 hanno un'area dedicata al tema sulla homepage del loro sito: per trovare qualche informazione bisogna tentare sui social. La relazione al parlamento sullo stato di attuazione del Piano, del 5 ottobre 2022, parla di "circa" 73.000 progetti, ma di questi solo il 7 per cento è presente anche su Italia Domani.
I progetti del Pnrr, distribuiti per regioni e comuni, restano un mistero, a rischio di gravi conseguenze: la prima, che interessi privati e criminali prevalgano su quelli pubblici; la seconda, che i cittadini non riescano a chiedere conto ai politici delle scelte fatte prima che sia troppo tardi; la terza, che vada sprecato il più grande piano di investimenti previsto per il nostro paese dopo il piano Marshall: 235 miliardi di euro che dovrebbero servire a trasformare e fare ripartire il Paese.
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È questo il risultato di "Il Pnrr ai raggi X", prima inchiesta partecipata realizzata da lavialibera e Common (attività di monitoraggio civico di Gruppo Abele e Libera) e presentata in occasione della Giornata internazionale contro la corruzione. L'indagine è stata realizzata grazie al lavoro di 115 volontari, dai 20 ai 70 anni, che hanno mappato le informazioni relative al Pnrr, verificando i dati disponibili sui quattro portali istituzionali – Italia Domani, ReGis, OpenCUP, il portale dei contratti pubblici di Anac – che a vario titolo dovrebbero garantire trasparenza sull'impiego di tali fondi. A questa mappatura l'indagine "Il Pnrr ai raggi X" ha aggiunto il monitoraggio dei siti dei 109 capoluoghi di provincia e dei media locali. La rilevazione testimonia, dati alla mano, che lo Stato non garantisce la trasparenza prevista dalle normative.
Nicoletta Parisi: "Le persone devono poter essere coinvolte nella formazione ed esecuzione del Pnrr".
Gli attivisti hanno verificato la disponibilità (aggiornamento e completezza) e la fruibilità (la comprensibilità a una cittadina o un cittadino comune, non necessariamente esperto/a) dei dati di quattro portali istituzionali:
Italia Domani, il portale creato dallo Stato per informare sul Pnrr, rende disponibili dati sulla localizzazione dei progetti (5246 quelli mappati) solo fino al 31 dicembre 2021
Italia Domani, il portale appositamente creato dallo Stato per informare sul Pnrr, rende disponibili dati sulla localizzazione dei progetti (5.246 progetti quelli contenuti dal portale) solo fino al 31 dicembre 2021.
OpenCUP, sulla carta il luogo in cui dovrebbero essere accessibili tutti i progetti pubblici, non contiene gli stessi dati contenuti da Italia Domani. Il dataset di OpenCUP, pubblicato Il 23 novembre 2022, raccoglie 184.392 Codici Unici di Progetto che afferiscono al Pnrr. Con una specifica che volatilizza ogni speranza di chiarezza e trasparenza: “tale associazione (dei Codici, ndr) al Pnrr non è obbligatoria ed è riferita a un’indicazione fornita dall’utente al momento della richiesta del codice”. Dunque la stessa OpenCUP rimane cauta sulla precisione di questo numero.
Non va meglio per ReGis, che è il sistema gestionale del Pnrr, sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato: descritto come lo “strumento applicativo unico di supporto ai processi di programmazione, attuazione, monitoraggio, controllo e rendicontazione del Pnrr", non è liberamente accessibile.
L'indagine di lavialibera e Common rivela che, stando alla relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza del 5 ottobre 2022, risultano presenti nel sistema ReGis circa 73.000 progetti. Prendendo per buona questa cifra, su Italia Domani sono presenti dati per appena il 7 per cento dei progetti, mentre su OpenCUP per oltre il 250 per cento! Insomma, una gran confusione sul piano di investimenti più grande mai realizzato nel nostro Paese.
Cos'è la trasparenza? Leggi tutti gli articoli sul tema
Ultimo, ma non per importanza, nemmeno il portale dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) è d’aiuto. Il sito al momento non contiene alcun dataset specifico per il Pnrr: una breve ricerca nell’area dedicata dà come risultato “zero”. Se nella ricerca si inserisce il termine Pnrr in “oggetto dell’appalto”, compaiono 8.480 procedure, afferenti a 3.540 stazioni appaltanti, che si riducono a 5mila procedure e 2.310 stazioni appaltanti se aggiungiamo il termine “comune” alla denominazione della stazione appaltante. Conseguenza: dati troppo grandi per capirci qualcosa e l’impossibilità di risalire a quali progetti del Pnrr ricadono nel proprio territorio.
Solo OpenPnrr, unico portale civico sul Pnrr, offre una lettura immediata e consultabile dei dati disponibili. Presenta grafici di sintesi e schede esplicative (cruscotto di dati) accessibili a chiunque, sostanzialmente supplendo alle carenze dei portali istituzionali. Con il limite, attualmente, di essere costretto a lavorare solo sulle informazioni progressivamente rilasciate dagli organi ufficiali.
I Comuni raccontano i progetti del Pnrr sui social e non sui siti istituzionali. Spesso è ricerca di consenso, che poco ha a che fare con la trasparenza
L'inchiesta sul Pnrr ha verificato anche l’esistenza e la consistenza dei dati sui siti e sulle pagine social dei 109 Comuni capoluoghi di provincia, che sono a tutti gli effetti soggetti attuatori di Piano. Ebbene, neppure i siti dei comuni riescono a spiegare in che modo il Pnrr impatterà sul loro territorio. Le informazioni, pur presenti, sono estremamente frammentate e difficili da reperire: solo 18 amministrazioni su 109 (il 16,5 per cento) hanno, in home page, un qualunque riferimento al Pnrr. Documenti istituzionali come determine e delibere contengono informazioni sullo stato dei progetti, ma anche sul come e perché il Comune sceglie di partecipare a (quali) bandi: purtroppo accedere a quest’informazione è operazione certosina, da esperti, sottratta al libero accesso dei cittadini che invece hanno diritto di sapere. Diversa la comunicazione social sul tema, che riguarda ben il 61 per cento delle amministrazioni (67 su 109), ma che resta mero strumento di consenso e non consente un ampio coinvolgimento della cittadinanza nei processi decisionali.
I dati presentati nell'inchiesta sono la prima restituzione di un lavoro in progress, che intende monitorare l’impatto territoriale del Pnrr, dall’accessibilità del dato, alla ricostruzione dei processi decisionali fino alla corretta attuazione degli interventi.
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