17 novembre 2023
Il decreto che scioglie il movimento Soulevements de la terre deve essere cancellato. Il gruppo formato da contadini, lavoratori e ambientalisti francesi che lottano contro l’accaparramento dei beni comuni era stato obbligato dal governo a smettere ogni attività perché accusato dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin di incitare “alla commissione di sabotaggi e danni materiali con la scusa di difendere dell'ambiente”. Lo stop era entrato in vigore dal 21 giugno, ma ora la misura è stata rigettata dal Consiglio di stato francese che, nel documento pubblicato il 9 novembre, ha dichiarato “la misura di scioglimento è un atto grave contro la libertà d'associazione, che è principio fondamentale riconosciuto dalle leggi della Repubblica”.
Chi sono i Soulevements de la terre e cosa chiedono
Il movimento è ovviamente soddisfatto della pronuncia del consiglio di Stato, che ha abrogato la scelta governativa: “l'annullamento della nostra dissoluzione non è soltanto uno schiaffo a Darmanin e al governo, è anche una sconfitta per la Federazione nazionale dei sindacati dei proprietari agricoli e l'industria agricola, che avevano spinto per accelerare una procedura fragile dal punto di vista giuridico e politico”.
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Il consiglio di Stato si è pronunciato su ricorso di alcune associazioni sciolte tra il 2021 e il 2023, tra cui Groupe antifasciste Lyon et environs, Alvarium, Coordination contre le racisme et l’islamophopie e Soulevements de la terre. La decisione ha chiarito che il governo francese può determinare la cessazione di ogni tipo di attività di un’associazione solo quando essa inciti, esplicitamente o implicitamente, ad agire in maniera violenta, interrompendo in modo grave l’ordine pubblico. Circostanza non sufficientemente provata nel caso del movimento.
Guardando al caso specifico, e considerata la portata delle provocazioni del movimento, il consiglio ha stabilito che "lo scioglimento non può considerarsi, alla data del decreto impugnato, come un provvedimento adeguato, necessario e proporzionato alla gravità dei disordini"
Mentre per gli altri gruppi ricorrenti è avvenuta la conferma dello scioglimento, al contrario per Soulevements de la terre il consiglio ha stabilito che la misura è illegittima. Secondo la legge francese, la decisione di mettere fine alla libertà di associazione a un gruppo può essere legalmente pronunciata solo quando è proporzionata alla gravità dei disordini causati. Guardando al caso specifico, e considerata la portata delle provocazioni del movimento, il consiglio ha stabilito che "lo scioglimento non può considerarsi, alla data del decreto impugnato, come un provvedimento adeguato, necessario e proporzionato alla gravità dei disordini" che sono seguiti.
Il riferimento è alle azioni contro la costruzione dei bacini idrici di Sainte-Soline organizzate il 29-30 ottobre 2022 e il 25-26 marzo 2023, nella Francia nord-occidentale, dove sono rimasti feriti sia partecipanti alla protesta che forze dell’ordine. Il ministro Darmanin aveva avviato la procedura per lo scioglimento dopo quei fatti, ottenendo la preclusione di ogni tipo di attività del movimento dal 21 giugno. Secondo il portavoce del governo Olivier Véran, che aveva annunciato la misura, con quel provvedimento non era “la libertà di espressione o di manifestazione a essere messa in discussione”, poiché, a suo dire, resta sempre possibile difendere le idee “nel rispetto dello stato di diritto e non sabotando”.
"Se il gruppo ha trasmesso in più occasioni, con un certo compiacimento, immagini o video di scontri tra manifestanti e polizia, non si può ritenere, alla luce degli elementi prodotti, che abbia rivendicato, valorizzato o giustificato pubblicamente tali azioni"Consiglio di Stato francese
L’organo di Cassazione dichiara che "non risulta, né è dimostrato, che esplicite provocazioni di violenza contro persone possano essere attribuite al gruppo di fatto Les Soulèvements de la Terre". Continua il documento: "Se il gruppo ha trasmesso in più occasioni, con un certo compiacimento, immagini o video di scontri tra manifestanti e polizia, non si può ritenere, alla luce degli elementi prodotti, che abbia rivendicato, valorizzato o giustificato pubblicamente tali azioni". Né che sia sufficiente per lo scioglimento il fatto che, in occasione di manifestazioni come quelle organizzate contro la costruzione di megabacini, alcuni degli autori delle violenze abbiano affermato di far parte del movimento.
Ciò detto, per la suprema corte, resta ininfluente nella qualificazione delle proteste come "atti violenti contro proprietà" il fatto che, secondo il movimento, "queste posizioni si inseriscono in un dibattito di interesse generale sulla preservazione dell’ambiente e se ne rivendica il significato 'simbolico'". Ovvero, l'eventuale nobiltà della causa non giustifica il metodo.
Il ministro Darmanin non ha voluto rilasciare commenti sulla decisione agli organi di stampa. A replicare al giornale franceinfo è Christophe Béchu, ministro della Transizione ecologica, secondo cui “se si legge la decisione del consiglio di Stato, non si dice: il governo non avrebbe dovuto fare questo. Dicono: non hanno superato del tutto la linea rossa". Si tratterebbe trattato, secondo lui, di “un avvertimento per questo collettivo".
Il ministro Darmanin non ha voluto rilasciare commenti sulla decisione agli organi di stampa, mentre Soulevements de la terre rilancia azioni di blocco, occupazioni e disarmi
Sull’argomento si era espressa anche la Federazione nazionale dei sindacati dei proprietari agricoli e l'industria agricola, che aveva accolto con favore lo scioglimento a giugno, perché si era posta “fine alle violenze contro gli abusi commessi contro le proprietà e le persone”.
Intanto, Soulevements de la terre festeggia di aver vinto questa battaglia, “che deve diventare una leva per tutti coloro che vogliono lottare contro le misure liberticide della legge sul separatismo”. E rilanciano: “Nei prossimi mesi moltiplicheremo blocchi, occupazioni e disarmi per difendere la terra e l'acqua come beni comuni”.
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