200 persone hanno invaso e disarmato di sorpresa la pianta Lafarge di La Malle a Bouc-Bel-Air nelle Bouches-du-Rhône, 10 dicembre 2022. Foto SdlT/fb
200 persone hanno invaso e disarmato di sorpresa la pianta Lafarge di La Malle a Bouc-Bel-Air nelle Bouches-du-Rhône, 10 dicembre 2022. Foto SdlT/fb

Proteste e scontri in Francia."No bassaran!": gli attivisti francesi che difendono terra e acqua

Raccolgono le istanze di contadini, lavoratori e ambientalisti francesi che lottano contro l'accaparramento dei beni comuni. Il governo Macron li ha definiti ecoterroristi, tanto da sciogliere il collettivo: cos'è Soulèvements de la terre

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

Aggiornato il giorno 21 giugno 2023

  • Condividi

Mercoledì 21 giugno, alla fine del Consiglio dei Ministri francese, il portavoce del governo Olivier Véran ha annunciato lo scioglimento del collettivo Soulèvements de la terre: "Non è la libertà di espressione o di manifestazione a essere messa in discussione – prosegue il portavoce –. Si possono difendere le idee, ma nel rispetto dello stato di diritto, non sabotando" come accaduto a Sainte-Soline. I manifestanti, però, hanno appena reso noto come non si fermeranno, che anzi, questo è il primo passo per creare "una grande movimento di resistenza". 


Martedì 28 marzo il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin ha annunciato di aver avviato la procedura per lo scioglimento del gruppo Soulévements de la terre, dopo gli scontri tra manifestanti e polizia durante la due giorni organizzata contro la costruzione dei mega-bacini idrici nella zona di Sainte-Soline nella Francia nord-occidentale. Darmanin ha accusato il gruppo – "creato all'inizio del 2021 da esponenti di estrema sinistra dell'ex Zad (zona da difendere) – di incitare "alla commissione di sabotaggi e danni materiali" con la scusa di difendere dell'ambiente. Secondo i dati del ministero dell'Interno, gli attivisti che hanno preso parte all'azione sono stati 8mila, mentre gli organizzatori parlano di 30mila persone. Dopo la dichiarazione del ministro, i Soulevants hanno risposto che questa mossa serve solo a "far abbassare l'attenzione sulla micidiale violenza della polizia e soffocare un movimento politico unificante che il governo considera un affronto". Per questo, il movimento ha chiesto  ai suoi sostenitori e partecipanti di presentarsi davanti alle prefetture per portare sotto i riflettori le storie dei feriti durante gli scontri, di cui due in pericolo di vita.


"No bassaran!". Lo gridano le attiviste e gli attivisti di Soulèvements de la terre a meno di ventiquattro ore dalla prossima azione che li vedrà protagonisti nella regione di Poitou, nella Francia nord-occidentale i prossimi 25 e 26 marzo, per la difesa dell'acqua contro la costruzione dei mega-bacini idrici. Il movimento che accoglie tante anime diverse, unendo agricoltori, gruppi di attivismo locale e abitanti di territori in lotta, guarda anche ad altro. Ha dato voce alle istanze di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e di chi ha paura della fine del mondo, in modo da superare uno dei più grandi problemi che secondo il movimento schiaccia le proteste: la separazione delle lotte. Per le loro azioni, fatte di occupazioni e smantellamenti, sono stati accusati dal governo francese di essere ecoterroristi. 

Così la polizia criminalizza gli attivisti di Extinction rebellion e Ultima generazione

Chi sono i Soulevants de la terre

Il movimento ha dato voce alle istanze di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e di chi ha paura della fine del mondo, in modo da superare uno dei più grandi problemi che secondo il movimento schiaccia le proteste: la separazione delle lotte

Persone in lotta, movimenti per il clima, sindacalismo contadino e gioventù in rivolta: le anime che compongono l'organizzazione Soulèvements de la terre sono tante. "L'obiettivo – confermano – è riunire le forze per portare avanti gesti offensivi contro le industrie che distruggono i suoli e si accaparrano la terra". Nata nel 2021, dopo un anno di lotta e di crisi sanitaria, l'organizzazione ha coinvolto movimenti differenti e apparentemente contrapposti. Da un lato le manifestazioni dei Gilets Jaune –  movimento contro le tasse sulla benzina – che portava istanze anti-ambientaliste, ma che aveva secondo gli attivisti, il merito di essere riuscito a dare voce a quella che veniva definita ecologia punitiva: "un'ecologia governativa che fa pagare le classi lavoratrici delle periferie, facendole sentire in colpa per essere le più inquinanti".

Dall'altro lato, i comitati ambientalisti, che attraverso le marce, ponevano a gran voce la questione della crisi ecoclimatica, che però si fermavano alle rivendicazioni contro i governi senza passare all'azione. Il movimento ha trovato il modo di unire queste due anime a partire dal loro nemico comune, ossia gli stessi poteri economici, "coloro che si presentano come i salvatori da una catastrofe che essi stessi hanno creato". Tutti i gruppi che fanno parte di Soulèvements de la terre, ogni sei mesi si danno appuntamento a livello nazionale per decidere l'agenda strategica della stagione, che è arrivata alla quinta edizione. I comitati locali hanno inoltre il compito di continuare, a livello territoriale, le azioni decise durante le assemblee. 

Giovani ambientalisti perseguitati. Chi li ascolta?

La vittoria dei manifestanti contro l'aeroporto internazionale

La strategia proposta guarda a un precedente vincente, una protesta che ha visto i cittadini capaci di sovvertire una decisione governativa. Si tratta dello stop all’aeroporto internazionale di Notre-Dames-des-Landes, comune della regione della Loira, sito individuato nel 1968 per la costruzione dell’infrastruttura. Da subito, la mobilitazione dei contadini ha permesso uno stop dell’opera fino agli anni 2000, quando il progetto è ripartito. E la protesta pure. Negli anni a seguire, la manifestazione di dissenso, anziché arrendersi, ha abbracciato diverse organizzazioni, riunite sotto il motto: “occupare, coltivare, resistere”. La Zad – zona di sfruttamento razionale differito, che concede alle autorità il diritto di prelazione su tutte le vendite e le cessioni di beni immobiliari – è stata rinominata come “zona da difendere”. L’ultima proposta di mediazione è arrivata dopo l’elezione di Emmanuel Macron, attraverso l’azione dei ministri per la transizione ecologica e dei trasporti: ma il risultato è stato vano. Il governo è stato costretto ad optare per la ristrutturazione dell’aeroporto di Nantes-Atlantique, spendendo la metà rispetto alla costruzione del nuovo aeroporto.

Gli attivisti denunciano le emissioni dei super-ricchi tracciando i loro jet

La questione della terra

"Gli agricoltori sentono la pressione del capitalismo estrattivista. In Francia, nei prossimi 10 anni, la metà di loro andà in pensione. Un terzo della superficie del territorio nazionale passerà di mano: a chi andrà? Rischia di essere presa dalle grandi multinazionali dell’agroindustria”

Lo stop all’aeroporto internazionale ha insegnato ai Soulèvements de la Terre che la strategia vincente è quella dei piccoli passi. Una delle priorità del gruppo oggi è proteggere la terra: “Gli agricoltori sentono la pressione del capitalismo estrattivista. In Francia, nei prossimi 10 anni, la metà di loro andà in pensione. Un terzo della superficie del territorio nazionale passerà di mano: a chi andrà? Rischia di essere presa dalle grandi multinazionali dell’agroindustria”. Le logiche prese di mira sono due: la prima riguarda la cosiddetta “artificializzazione dei terreni”, che comprende la cementificazione di grandi aree; la seconda è l’accaparramento della terra, con le multinazionali pronte a sfruttare la mancanza di manodopera. 

Le Comunità di sostegno all'agricoltura cambiano il modo di stare insieme nei campi

Tre modi per protestare

Dal punto di vista operativo, Soulèvements de la terre si propone di agire in tre modi:

  • occupare la terra contro l’accaparramento, attraverso l’occupazione di alcuni terreni da parte di contadini;
  • bloccare le industrie inquinanti, come le multinazionali del cemento o dei pesticidi;
  • effettuare azioni di disarmo o di smantellamento offensivi. 

L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione pubblica sul problema, attraverso azioni che, secondo gli attivisti, sono “uno step successivo al sabotaggio”. 

L'uva della rabbia e altre storie di lotta

Negli ultimi due anni sono state 15 le azioni messe in campo. Esempi sono la vendemmia in una tenuta di un miliardario nel sud della Francia, dove l'uva è stata trasformata in "succo della rabbia", l'occupazione di un terreno dove sarebbe dovuta sorgere un ecoquartiere e il blocco della costruzione di nuove strade. "Contro l'industria del cemento – raccontano – abbiamo fatto azioni contro l'espansione di due sabbiere e invaso a sorpresa quattro cantieri a Parigi. Siamo stati ispirati da ciò che aveva compiuto Extintion rebellion, ma che non aveva ricevuto molta attenzione mediatica". Un esempio è l'attacco all'impresa Lafarge, accusata di finanziare Daesh, visto il mantenimento delle sue aziende in Siria durante il califfato.

La lotta per l'acqua

Quella contro la privatizzazione dell'acqua è una delle battaglie più urgenti secondo i Soulevants de la terre. "Affrontiamo il problema da più prospettive: da una parte stiamo lottando contro l'utilizzo delle sorgenti montane per l'innevamento artificiale, dall'altra c'è la questione dei mega-bacini idrici

"No bassaran!", la manifestazione contro i mega-bacini (bassines)

A Poitou, nella Francia nord-occidentale sono previste per il 25 e il 26 marzo prossimi due giornate di mobilitazione contro la costruzione di nuovi impianti di stoccaggio dell'acqua

Proprio i mega-bacini idrici sono stati al centro dell'ultima azione che ha portato a scontri con la polizia: a Poitou, nella Francia nord-occidentale il 25 e il 26 marzo hanno visto due giornate di mobilitazione contro la costruzione di nuovi impianti di stoccaggio dell'acqua. Secondo gli attivisti si tratta di "giganteschi crateri di una decina di ettari, riempiti attingendo alle falde climatiche, diventati simbolo di disadattamento al cambiamento climatico", che invece di dare soluzioni sul lungo termine, permettono alle agroindustrie di continuare a produrre, senza mettere in discussione il loro modello. Il progetto di Sainte-Soline (Poitou) è simile a quello di Mauzé-sur-le Mignon e ad altri centinaia previsti dal governo. "Mobilitarsi per l'acqua significa proteggere un bene comune" concludono. 

Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
  • Condividi

La rivista

2024 - numero 28

Curve pericolose

In un calcio diventato industria, mafie ed estremismo di destra entrano negli stadi per fare affari

Curve pericolose
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale