Ende Gelände in azione. Foto: fb/Endegelände
Ende Gelände in azione. Foto: fb/Endegelände

Ende Gelände: l'alleanza tedesca contro il fossile

Occupano le miniere, fermano le industrie, sensibilizzano attraverso azioni di disobbedienza civile di massa. Quest'anno, gli attivisti protestano nel porto di Amburgo, contro il greenwashing e per una vera transizione ecologica

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

11 agosto 2022

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“Qui e non oltre”: è questa la traduzione del motto tedesco da cui prende il nome Ende Gelände, un’alleanza tra movimenti anti-nucleare e anti-carbone che ha come obiettivo quello di smascherare il greenwashing tedesco e superare il “capitalismo dei combustibili fossili”. Ogni anno, dopo un campo di formazione, prendono parte a un'azione di massa che quest'anno si svolge ad Amburgo. Nati prima dei grandi gruppi come Extinction rebellion e Fridays for future, vogliono mantenere accesi i riflettori contro l'ingiustizia climatica.

Chi sono gli Ende Gelände

“La storia inizia con il contro G8 a Heiligendamma, in Germania, nel 2007”, racconta Andrea, attivista veneto che da anni si unisce alle proteste. “In quell’occasione Angela Merkel si era erta a paladina della giustizia climatica. Davanti a quelle che si ritenevano bugie, la sinistra parlamentare ed extraparlamentare si riunì, coinvolgendo poi anche gruppi anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti, per i diritti lgbt+”. La volontà era di dimostrare, attraverso la disobbedienza civile, lo strapotere delle multinazionali tedesche del fossile.

Andreas Malm: "Sabotare il fossile per salvare il clima"

Ogni anno, dopo le discussioni nei vari gruppi di lavoro, si decide come mettere in pratica ciò che si è appreso durante le giornate. “I blocchi alle infrastrutture sono apertamente annunciate e chiunque può partecipare in base a ciò che si riesce e vuole fare”, continua Andrea. Tra le conquiste, il salvataggio della foresta di Hambach, vicino a Colonia, che rischiava di essere disboscata per consentire l’allargamento della miniera. Dal 2015 gli Ende Gelände occupano miniere in tutto il Paese.

Ende Gelände durante un'azione il 30 ottobre 2021. Foto: fb
Ende Gelände durante un'azione il 30 ottobre 2021. Foto: fb

"Tra gli aspetti più interessanti c'è quello dell'inclusività — spiega Louise, attivista che a fine luglio ha presentato l'alleanza al Climate social camp di Torino —. Per capire quali siano i problemi del sud del mondo basta solo comporre un numero di telefono e chiedere, siamo da sempre anticolonialisti". Monitorare i traffici globali, però, è difficile. "Le fonti energetiche nazionali non provengono solo dalla Germania, ma ci sono accordi che coinvolgono altri stati.

Sviluppare una coscienza civile è un primo passo per pensare a una vera transizione ecologica

Sensibilizziamo affinché le persone capiscano che il gas che arriva nelle nostre case proviene da riserve, da zone del mondo in cui i diritti sono negati e dove l'ambiente non è rispettato. Sviluppare una coscienza civile è un primo passo per pensare a una vera transizione ecologica". 

Crisi del gas e crescita lenta delle rinnovabili 

Dall’inizio dell’invasione dell'esercito russo in Ucraina, si è cominciato a cercare di diversificare le fonti di approvvigionamento, specie in stati come la Germania, che dipende per il 50 per cento dalle importazioni russe. Abbandonare quel fornitore ha significato rivedere l’agenda green del Paese: il ministro dell’ambiente tedesco ha annunciato che si potrebbe ritardare l’abbandono graduale del carbone e del nucleare, fissando lo stop al 2038. Il nodo è il gas naturale liquefatto, che nella tassonomia europea viene etichettato come verde”. 

L'importanza di agire

L'obiettivo non è danneggiare i lavoratori, ma scagliarsi contro l'ingiustizia climatica

L'operato di Ende Gelände si basa sulle azioni, costruite in vari step. "Innanzitutto la formazione, — spiega Louise — che avviene soprattutto duranti i campi. Incoraggiamo le persone a esprimere la propria opinione, a contribuire con le loro esperienze e con ciò che desiderano fare". Chiunque desideri partecipare, deve dare esplicito consenso ed essere informato delle possibili conseguenze legali. L'obiettivo è "non danneggiare i lavoratori, ma scagliarsi contro l'ingiustizia climatica". Poi occorre pianificare l'attacco: un'azione di massa per rallentare o fermare una struttura che rappresenti il capitalismo fossile, qualcosa di visibile che si inserisca nella narrazione meanstream e arrivi a più gente possibile.

Ende Gelände durante la manifestazione del 20 giugno 2022. Foto: fb
Ende Gelände durante la manifestazione del 20 giugno 2022. Foto: fb

Ad esempio, smascherando il greenwashing e allargando la consapevolezza di metodi di rifornimento alternativi. "Quando entriamo nelle miniere denunciamo un tipo di inquinamento che in Germania è visibile. Sul gas la situazione è diversa, la riflessione è più astratta e apparentemente più lontana".

"Di certo non siamo la soluzione al problema – insiste Louise – riusciamo a fermare la produzione per un giorno, al massimo per un weekend. Il vero successo è avere portare il pubblico a interrogarsi sulle proprie azioni". La grande sfida, invece, è riuscire a tenere alta l'attenzione, anche a livello mediatico. Dopo anni di occupazioni, il rischio è di non fare più notizia e che le azioni passino in sordina.

"L'anno scorso la copertura dei media è stata scarsa perché non siamo riusciti a bloccare il sito industriale – dice l'attivista – ora per fortuna l'attenzione sembra essere aumentata, anche se quasi sempre ci si ferma all'emergenza, senza capire che il problema vero risiede nel sistema". 

La prossima occupazione

L'occupazione in corso ad Amburgo, iniziata il 9 agosto e che si concluderà il 15, ha un significato particolare. “Dall’inizio della guerra in Ucraina il grande problema è l’approvvigionamento energetico”, spiega il comunicato che ha lanciato dell’iniziativa. La scelta quest’anno ricade su Amburgo, città portuale "ancora sinonimo di sfruttamento coloniale, un hub per il commercio di armi, trasporti nucleari e un punto di trasbordo per materie prime e carbone provenienti da tutto il mondo".  Amburgo, inoltre, potrebbe ospitare il primo rigassificatore del Paese, un impianto che riporta il gas dallo stato liquido a quello aeriforme.

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