Il ponte Morandi di Genova dopo il crollo che ha fatto 43 vittime (Stefano Bertolotti/Flickr CC BY-NC-SA 2.0)
Il ponte Morandi di Genova dopo il crollo che ha fatto 43 vittime (Stefano Bertolotti/Flickr CC BY-NC-SA 2.0)

Nei tribunali il percorso difficile delle vittime del profitto

Dopo le tragedie, per i parenti degli scomparsi comincia il calvario in tribunale fatto di viaggi, udienze, testimonianze e sentenze non sempre favorevoli. Un impegno per avere risposte

Lucia Vastano

Lucia VastanoGiornalista di guerra

28 febbraio 2023

C'erano una volta delle famiglie normali, con i loro ritmi, problemi, gioie, progetti e sogni. Un giorno come gli altri, però, un evento che non avevano messo in conto sconvolge le loro vite, inaspettato, perché certe cose si pensa accadano solo agli altri.

Non si tratta di belle novità: qualcuno si trova nel momento sbagliato nel luogo sbagliato, un monte che si sbriciola ai piedi di una diga (Vajont 1963, 1.910 morti), un ponte che crolla (Genova 2018, 43 morti), un albergo spazzato via da una valanga (Rigopiano 2017, 29 morti), un quartiere che esplode nel cuore della notte (Viareggio 2009, 32 morti), persino una scuola colpita da un aereo militare che precipita senza pilota (Casalecchio di Reno 1990, 12 vittime).

Alcuni se ne vanno nel cuore della notte, in un appartamento in affitto o un dormitorio scolastico distrutti da un terremoto perché chi di dovere non ha rispettato le norme antisismiche; magari succede che un figlio muoia sul lavoro o che un genitore si spenga per colpa dell’amianto con il quale, decenni prima, ha convissuto in fabbrica. Quelle famiglie smettono di essere come le altre: inizia il loro calvario per cercare giustizia. Che è altro e di più di una sentenza di condanna.

Crimine dei potenti, una questione di prospettiva

I costi della giustizia

“Per il sistema giudiziario siamo affamati di soldi o di vendetta. Il nostro scopo è ottenere verità”

"Il dopo è peggio della tragedia stessa", è l’amara presa di coscienza condivisa da tutti i superstiti. All’inizio c’è lo strazio del dolore, poi subentra la consapevolezza che quelle morti potevano essere evitate, allora arrivano la rabbia, la fame di verità, la profonda delusione per non sentirsi protetti dalla legge, l’amarezza di dover combattere da soli, anche contro le istituzioni stesse, troppo spesso dalla parte dei potenti e di interessi economici.

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