![Un'immagine tratta dal profilo TikTok di un componente della gang Ak-47 Carpi, in cui compaiono dei fucili](documenti/schede/scheda/whatsapp_image_2024_07_12_at_11_58_20.jpeg)
Una gang sfruttava corrieri pachistani, al lavoro in appalto per Sda (Poste Italiane)
![Rosita Rijtano](documenti/autori/square/117325224_10158542976924758_2113746680685362901_n.jpg)
21 dicembre 2023
Sarà l’abitudine ad abbuffarsi di notizie sensazionalistiche o forse è l’assuefazione alla violenza di una società che si è solo illusa di essere “migliore” rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Di certo, nel racconto della guerra offerto dai media è sempre più evidente l’esaltazione del conflitto, con opinionisti ed esperti più o meno accreditati che aizzano gli animi e sbraitano le loro ragioni. E chi si dissocia, provando ad analizzare il problema da un punto di vista alternativo, focalizzato più sulla risoluzione che sulla rivendicazione, è puntualmente isolato.
Guerra in Ucraina, giornalismo vittima della propaganda
Secondo Annabel McGoldrick – che insieme a Jake Lynch ha ripreso le teorie sul giornalismo di pace, risalenti alla metà degli anni Sessanta, del sociologo Johan Galtung e della politologa Mari Holmboe Ruge – i reportage di guerra prediligono le fonti “ufficiali”, sono propensi a concentrarsi su eventi spesso drammatici, violenti e improvvisi e, soprattutto, tendono a rappresentare un conflitto come uno scontro tra due parti, quasi fosse un incontro di boxe dove la vittoria dell’uno è unicamente possibile previa la sconfitta dell’altro.
La narrazione distorta della guerra ha spesso origine proprio sul campo di battaglia, dove i media fanno fatica a raccogliere informazioni di prima mano. È quanto sta avvenendo oggi a Gaza, dove il governo israeliano, a parte qualche eccezione, vieta ai giornalisti stranieri di accedere autonomamente. Il racconto è quindi affidato esclusivamente a reporter gazawi, che al pari dei civili non possono in alcun modo lasciare la Striscia. Tra loro c’è chi ha perso la casa o i propri cari durante i bombardamenti delle forze di difesa israeliane, come Wael Al-Dahdouh, cronista a capo dell’ufficio di Al Jazeera. Mentre era in onda, ha ricevuto la notizia che un raid aereo aveva sterminato la sua famiglia: moglie, figlia e figlio rimasti sepolti sotto le macerie della casa in cui si erano rifugiati. E che ritenevano un luogo sicuro.
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Non solo fentanyl, in Europa cresce la dipendenza da farmaci e nuove droghe. Diversi tipi di oppiaceo, oltre l'eroina, sono documentati nel 74 per cento delle morti per overdose in Europa, spesso in combinazione con alcol e altre sostanze. In Italia, record di 15-19enni che nell'ultimo anno hanno fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica: nel 2023 sono stati oltre 280mila.