26 gennaio 2024
“Buongiorno, volevo segnalare un grave problema nel carcere che ospita mio figlio, in custodia cautelare da diversi mesi. I caloriferi sono spenti e potete solo immaginare il gelo di questi giorni! Nel caso possiate aiutarmi a denunciare questa pena, che si aggiunge a quella di una detenzione preventiva prolungata, ve ne sarei grato”. È uno dei messaggi inviati sui canali sociali di Antigone, che ogni anno riceve centinaia di richieste d’aiuto dai parenti delle persone detenute. I temi hanno a che fare con le condizioni di salute di chi si trova in carcere, altre volte si tratta di richieste disattese di trasferimento per avvicinarsi alla famiglia, in molti casi la denuncia riguarda servizi essenziali che non funzionano.
Carcere, il destino parallelo di detenuti e agenti penitenziari
Un altro messaggio recita: "Buongiorno, sono la moglie di un detenuto che mi ha riferito che nel suo reparto sono senza riscaldamento perché l'impianto non è funzionante. Per riscaldarsi ha dovuto comprare con i suoi soldi una stufa di quelle scaldabagno. Mi chiedo se un detenuto, oltre alla pena da scontare e le continue sofferenze, deve subire anche condizioni di vita di questo tipo".
Nelle carceri italiane oltre 6 suicidi al mese
Dalle richieste inviate ad Antigone si capisce come il sovraffollamento non sia l’unico problema delle carceri italiane. Se è vero che questo tema, da oltre 15 anni, è al centro dell’attenzione quando si parla di sistema penitenziario, diverse sono le questioni che quotidianamente influiscono sulla vita delle persone recluse e degli operatori, peggiorandola. Alcune sono quotidiane, altre invece si potrebbero definire “stagionali”. Ad esempio il grande caldo e il grande freddo che, in alcune carceri, a volte diventano insopportabili e rendono atroci le giornate, fino a comprimere la dignità dei detenuti.
Su lavialibera abbiamo raccontato del grande caldo che si vive in carcere durante i mesi estivi e di come trovare sollievo non sia semplice. In molti casi manca l’aria condizionata, i ventilatori (o sono troppo piccoli per la grandezza degli ambienti), le finestre sono schermate e non consentono il passaggio dell’aria. In inverno si vive un disagio simile: manca il riscaldamento e l’acqua calda a fronte di temperature gelide, con ripercussioni sia sulla salute che sulle condizioni di vita di chi si trova in un istituto penitenziario, siano esse persone recluse o operatori.
Nessuno si prende cura della sofferenza psichica nelle carceri
Nei primi giorni dell’anno alcuni detenuti nel carcere di Agrigento hanno protestato per la mancanza del riscaldamento in un periodo estremamente rigido dell’inverno. A inizio dicembre alcuni sindacati di polizia penitenziaria avevano denunciato una situazione simile nel carcere di Bologna, dove non c’è il riscaldamento e manca l’acqua calda, con temperature esterne che di notte scendono sotto lo zero.
A inizio dicembre, a Bologna, alcuni sindacati di polizia penitenziaria hanno denunciato la mancanza di riscaldamento e di acqua calda, con temperature esterne che di notte scendono sotto lo zero
Che la situazione sia al limite lo ha confermato anche una visita dell’Osservatorio di Antigone, che ha trovato reparti freddi e molte persone che lamentavano influenze e febbre a causa proprio delle temperature basse a cui erano costretti per tutta la giornata, seppure al momento della visita i termosifoni fossero accesi. Anche nel carcere di Teramo, in Abruzzo, con le temperature che in inverno oscillano tra gli 0 e i 15 gradi, l’Osservatorio ha accertato che acqua calda e riscaldamento non sempre sono funzionanti. Su 73 carceri visitate, a partire dal gennaio 2023, ben 6 istituti risultano completamente senza riscaldamento. E peggio va con l’acqua calda: inesistente in 37 strutture.
All’indomani della condanna della Corte europea dei Diritti dell’uomo, a seguito della sentenza Torreggiani del 2013, l’Italia aveva introdotto una serie di misure per assicurare condizioni di detenzione che evitassero trattamenti inumani e degradanti. A garanzia venne anche istituita una norma che stabiliva un ristoro, in denaro o in giorni di sconto di pena, per chi un trattamento inumano o degradante lo avrebbe eventualmente subito. La sentenza rispose a ricorsi che lamentavano la mancanza di spazio vitale a fronte di tassi di sovraffollamento drammatici.
Per reinserire i detenuti serve un accesso a Internet
L’effetto indesiderato fu attirare l’attenzione di molti solo sul numero eccessivo di persone concentrate in spazi pensati per molti meno individui, oscurando le indicazioni di Strasburgo, secondo cui il l sovraffollamento è solo una delle possibili violazioni alla dignità delle persone detenute. A settembre scorso una persona reclusa ha denunciato di aver subito trattamenti inumani e degradanti, tra cui proprio l’assenza di riscaldamento nei mesi invernali. Il suo ricorso è stato respinto dal tribunale di sorveglianza ma poi accolto dalla Corte di Cassazione, che ha osservato come il risiedere in ambienti salubri, anche per chi vive in carcere, sia un diritto inalienabile.
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