Pietro Bartolo. Credits: Wikipedia
Pietro Bartolo. Credits: Wikipedia

Ocean Viking, Bartolo: "Sadico lasciarli in mare”

In un'intervista a lavialibera l'europarlamentare interviene sul caso della nave della Ong Sos Mediterranée, con a bordo 180 persone, che ha dichiarato lo stato d'emergenza

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

7 luglio 2020

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"È una situazione terribile. Si tratta di persone sopravvissute a dei naufragi, è sadico lasciarle in mare per giorni. L'Europa deve subito intervenire per individuare un porto sicuro, prima, e poi per far sì che queste persone vengano accolte da vari Paesi dell'Unione". In un'intervista a lavialibera  Pietro Bartolo, europarlamentare e medico nonché ex responsabile del presidio sanitario di Lampedusa, interviene sul caso della Ocean Viking: la nave della Ong francese Sos Mediterranée con a bordo 180 persone salvate in tre diverse operazioni di soccorso. Per giorni l'imbarcazione è rimasta al largo di Lampedusa, vedendosi rifiutare l'assegnazione di un porto sicuro dopo averlo chiesto per ben sette volte sia all'Italia sia a Malta. Ieri, dopo alcuni tafferugli e sei tentati suicidi da parte dei sopravvissuti in appena ventiquattr'ore, a bordo è stato dichiarato lo stato d'emergenza con la conseguente impossibilità di garantire la sicurezza per i naufraghi e gli operatori.

In queste ore il Viminale ha fatto sapere che assegnerà presto un porto sicuro, ma intanto sulla Ocean Viking — come si legge nell'ultimo cinguettio postato su Twitter circa dodici ore fa da Sos Mediterranée — si attende la visita di uno psicologo, annunciata dalle autorità italiane nelle ore precedenti. Bartolo denuncia: "Queste persone vengono trattate non come fossero esseri umani, ma carne da macello". 

Durante l'emergenza coronavirus è proseguita la tragedia dei migranti in mare. Molte barche sono state respinte e costrette a tornare in Libia 

Dottor Bartolo, lei per anni ha visitato i migranti sbarcati a Lampedusa. In che condizioni arrivano?
Politici come Giorgia Meloni e Matteo Salvini alimentano una visione distorta dei migranti, parlando di invasori, delinquenti e terroristi. Non ho mai visto niente di tutto questo. Ho visto solo persone esauste, infreddolite, che portano sul corpo i segni delle violenze subite nei centri di detenzione libici, dove gli fanno di tutto: gli uomini vengono ripetutamente torturati e le donne violentate, infatti arrivano quasi tutte incinte. Ma soprattutto vivono un profondo disagio psicologico, ecco perché è importante l'approccio umano prima di quello medico: una pacca sulla spalla, un sorriso. Invece, non ho mai riscontrato una malattia infettiva grave. Si dice che i migranti portino tante malattie, ma anche questa è una narrazione distorta: ne ho visitati 350mila e posso assicurare che non è così. Poi quanti morti ho dovuto vedere, quante ispezioni cadaveriche fare, molti i bambini: una cosa che non si può comprendere a pieno se non la si è vissuta. E ancora mi parlano di respingimenti, fatti per altro in violazione dei trattati internazionali, e di accordi con la Libia: vergogna, vergogna, vergogna.

"Ho visto molti bambini morti e ancora mi parlano di respingimenti e accordi con la Libia: vergogna"

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Che cosa dovrebbe cambiare in Europa?
Si dovrebbe comprendere che il fenomeno migratorio non si ferma con gli accordi né con la Libia né con la Turchia: uomini e donne che non lasciano il loro Paese per andare in vacanza, ma perché costretti, e nulla può fermarli. Basti pensare ai siriani: prima che la guerra flagellasse le loro città avevano condizioni di vita pari alle nostre. Ilfenomeno migratorio, poi, è sempre esistito e — se gestito bene — per l'Europa può solo essere un fatto positivo, considerato anche il forte calo demografico. Ma queste persone non dovrebbero arrivare via mare, rischiando la vita, bensì in sicurezza attraverso corridoi umanitari. Il primo passo è la riforma di Dublino (il regolamento europeo cui spetta stabilire il Paese responsabile di vagliare le richieste di asilo, ndr) prevendendo il ricollocamento automatico e obbligatorio delle persone che arrivano. Il sistema attuale che, in pratica, blocca i migranti nel Paese di primo ingresso nell'Unione si è rivelato un fallimento ed è alla base di una delle situazioni più terribili d'Europa.

"I centri di accoglienza della Grecia sono una bomba sanitaria, di cui l'Europa ha grande responsabilità"

Cioè?
In alcuni centri di accoglienza della Grecia, che sono stati progettati per duemila persone al massimo, ce ne sono attualmente 20mila. Al loro interno mancano le più basilari norme igieniche, non c'è acqua né luce. I bambini sono esposti ad abusi e violenze sessuali. Una condizione drammatica che da qualche mese è peggiorata a causa del Coronavirus: impossibile far rispettare le misure anti-Covid. Questi centri rischiano di diventare una bomba sanitaria e di mettere in pericolo la salute di tutti. Di questo l’Europa ha grande responsabilità e quando parliamo d’Europa bisogna fare un distinguo perché spesso si fa di tutta l’erba un fascio: abbiamo la Commissione, il Parlamento e gli Stati membri. Sono questi ultimi a mettersi di traverso, soprattutto quando sono governati dai cosiddetti sovranisti. Siamo appena riusciti a ottenere una piccola vittoria: 1600 minori non accompagnati (l'Unhcr ne stima circa 5500, ndr) presenti in alcune strutture greche saranno ricollocati in altri Paesi dell'Unione che hanno volontariamente scelto di aprire le loro porte. Il Portogallo, per esempio, ne ha appena accolti 25 e si è impegnato ad accoglierne altri 250 entro la fine dell'anno. Ma non si può lasciare tutto a soluzioni estemporanee e ad hoc

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