Lo scrittore sudafricano Masande Ntshanga (wikipedia)
Lo scrittore sudafricano Masande Ntshanga (wikipedia)

Triangulum, la fantascienza sudafricana dall'apartheid alla crisi climatica

La casa editrice Pidgin pubblica "Triangulum", romanzo dell'autore sudafricano Masande Ntshanga. Un romanzo soprattutto fantascientifico, in cui i generi si fondono, capace di proporre un'ammiccante letteratura sociale di critica

Livio Santoro

Livio Santoroscrittore

8 marzo 2024

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Ormai da qualche tempo, grazie a virtuose realtà perlopiù indipendenti, l’editoria italiana sta scoprendo la letteratura di fantascienza africana, pubblicando con sempre maggior frequenza romanzi e racconti provenienti da un continente che il generico pubblico nostrano dei lettori sembra accostare alle narrazioni di ambito fantastico e weird solo con molta difficoltà. Esempio ne siano, senza voler essere esaustivi, le antologie di raccontiFuturi uniti d’Africa e Omenana, pubblicate rispettivamente da Future Fiction e da Nero nel 2021 e nel 2023, e vari altri titoli dati alle stampe da Zona 42, tra cui per brevità segnaliamo soltanto il recente Silenziosa sfiorisce la pelle (2022) della motswana Tlotlo Tsamaase.

Lo stesso discorso può essere fatto oggi per la napoletana Pidgin, la quale, grazie alla neonata collana “Mangrovie”, intende pubblicare voci provenienti dal continente africano (e da altri territori considerati letterariamente marginali) che finora non hanno avuto largo spazio nell’editoria del nostro Paese. Primo volume edito nel quadro della collana è un composito e ambizioso romanzo di fantascienza intitolato Triangulum, opera firmata dell’autore sudafricano Masande Ntshanga, del quale Pidgin aveva già pubblicato in passato il romanzo intitolato Il reattivo.

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La trama di Triangulum

Nel romanzo, all’Agenzia spaziale nazionale sudafricana viene recapitato un plico contenente memorie scritte e registrazioni audio di una sconosciuta autrice che assicura: il mondo finirà nel giro di dieci anni

Ambientato nel Paese più meridionale del continente, Triangulum è un libro che porta all’estremo molte delle storture presenti nel mondo attuale, come d’altronde fa la letteratura sci-fi quando, in particolar modo nella sua versione distopica, vuole denunciare le rischiose derive prese dalla contemporaneità per esorcizzare i possibili scenari futuri. La narrazione, in Triangulum, parte dalla fine, ovvero con un prologo ambientato nel 2040, quando all’Agenzia spaziale nazionale sudafricana viene recapitato un plico contenente memorie scritte e registrazioni audio di una sconosciuta autrice che assicura: il mondo finirà nel giro di dieci anni. Sono queste memorie e registrazioni, messe insieme in un ordine coerente da una scrittrice assoldata allo scopo dall’Agenzia, a dar vita al libro vero e proprio, che riparte poi dall’anno 1999 per srotolare e rincorrere, ordendo una trama assai intricata e saltando da un piano temporale all’altro, da un registro narrativo all’altro, il filo dei materiali rinvenuti nel plico.

Si tratta di vicende che raccontano il recente passato di un Paese (quello che conosciamo), e il suo futuro (che invece ancora non conosciamo), dalla prospettiva biografica dell’anonima autrice: una donna dall’adolescenza tormentata, preda di visioni e/o disagi mentali, che crescendo si trova coinvolta, sua sponte e non, nell’attività di una serie di movimenti antagonisti ed esoteriche camarille, sempre e comunque in lotta sotterranea con questa o quella istituzione.

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Figlia di una madre scomparsa e di un padre dalla salute precaria, la protagonista si trova a frequentare le scuole superiori nel periodo immediatamente successivo alla caduta del regime dell’apartheid, in uno Stato che deve giocoforza rimettere in piedi in forma nuova la sua struttura sociale. In questo scenario, la seguiamo in principio mentre, approfondendo le gioie dell’amore bisessuale e sperimentando varie sostanze stupefacenti, cerca di scoprire cosa ci sia dietro alla misteriosa sparizione di alcune sue coetanee concittadine. Nel frattempo, una strana macchina levitante, visibile a lei soltanto e soltanto per brevi momenti, le manda messaggi altrettanto strani che la costringono a periodici stati di trance cui seguono faticose opere di ermeneutica.

Col passare degli anni, la donna conserva la sua ritrosia ad accettare il mondo così com’è, lasciandosi quindi coinvolgere da oscure formazioni di hacker, attivisti e ricercatori impegnati in cospirazioni più o meno celate contro il mondo politico ed economico. Formazioni i cui obiettivi e affari non sempre risultano chiari, tanto alla protagonista quanto a chi legge le sue vicissitudini: liberazione delle menti, programmazione neurale, pratiche di assoggettamento dei subalterni, gestione illecita dei big data, lotta a sostegno dell’ecologia in un mondo che sembra destinato a un’inevitabile catastrofe climatica e così a seguire.

Un'ammiccante letteratura sociale di critica

Se, come sembra, dal libro venisse tratta una serie tv, non ci stupiremmo affatto: di materiale narrativo su cui basare una sceneggiatura ce ne sarebbe in abbondanza, e per diverse stagioni

Romanzo evidentemente di trama, Triangulum è un libro di certo avvincente, in grado di intrattenere piacevolmente i lettori (purché volenterosi), mettendoli alla prova con un fitto susseguirsi di eventi e di cenni storici e non che costituiscono un plot davvero denso e pieno di cambi di direzione. Un romanzo in cui, per la verità, ad avvicendarsi non sono solo gli eventi, ma anche i generi: se siamo infatti di fronte a un libro dichiaratamente fantascientifico, vi sono anche elementi riconducibili al giallo, al poliziesco, al romanzo di formazione, al memoir. Tanti generi per tanti accadimenti: forse troppi, perché la trama, allo scopo di tenere tutto dentro, sembra a volte accelerare più del dovuto, lasciando a tratti un senso di incompiutezza solo parzialmente giustificato dall’antefatto (la ricostruzione ex post dei materiali incompleti inviati dall’anonima autrice all’Agenzia spaziale nazionale sudafricana).

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Come troppi potrebbero forse sembrare i temi “caldi” che l’autore ha inserito all’interno del romanzo (pubblicato in originale nel 2019), dando talvolta l’impressione di voler imbastire un’ammiccante letteratura sociale di critica allo status quo: la sessualità queer o comunque non cis, per esempio, e la violenza nei confronti delle donne, l’assoggettamento delle masse, la crudeltà biopolitica di certe amministrazioni statali, lo sviluppo esasperato delle tecnologie di sorveglianza, gli effetti negativi di un colonialismo mai del tutto sopito, le dittature che sopravvivono anche alla loro fine formale, la vocazione predatoria del neoliberismo, il cieco sfruttamento delle risorse naturali, la crisi ambientale che incombe su tutto. Una tensione massimalista alla denuncia, insomma, che fa il paio con lo sviluppo ipertrofico della trama.

D’altra parte, però, diversi interpreti (anche allegando il fatto che nel 2020 Triangulum è stato inserito nella short list finalista del premio Nommo Award, dedicato alla speculative fiction africana) potrebbero obiettare che, essendo la complessità una cifra costitutiva della nostra contemporaneità, per parlare in maniera critica di un progetto sociale (quello evidentemente disapprovato nel romanzo) bisogna sviscerarne tutti gli aspetti, senza tralasciarne nessuno, dato che proprio l’inestricabilità delle sue dimensioni lo rende difficilmente circoscrivibile, e dunque difficilmente contrastabile. Resta il fatto che se, come sembra, dal libro venisse tratta una serie tv, non ci stupiremmo affatto: di materiale narrativo su cui basare una sceneggiatura ce ne sarebbe in abbondanza, e per diverse stagioni.

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