Dalla cella al mare aperto per cercare nuovi orizzonti

Un giovane detenuto del carcere di Aversa ha ottenuto un permesso per partecipare a un'iniziativa di Libera e Sailingfor Blue Lab: quasi due settimane di navigazione tra Brindisi e Reggio Calabria per testare le sue capacità e forse, un giorno, trovare un lavoro nel settore nautico

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

1 agosto 2024

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Quasi due settimane di navigazione, tra Brindisi e Reggio Calabria, per riassaporare la libertà e ricostruire le relazioni con altre persone e con l’ambiente. Sol, un giovane adulto che sta scontando gli ultimi anni di detenzione nel carcere di Aversa, ha ottenuto un permesso straordinario per poter partecipare a un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Libera e Sailingfor Blue Lab. “Sarà un’esperienza di socializzazione e servirà anche a capire se ha le caratteristiche per lavorare nell’ambito navale una volta che sarà fuori”, spiega Antonio D’Amore, responsabile del settore giustizia di Libera Campania.

“Dal primo momento in cui è salito a bordo, Sol si è messo a disposizione ed è subito stato coinvolto nelle attività. Farà questa esperienza di conoscenza e crescita: imparerà a fare i nodi e a ormeggiare, ci ha già aiutato a ‘tonneggiare’, cioè a ormeggiare l’imbarcazione con le corde”, aggiunge Francesco Delli Santi che, insieme a Tiziano Rossetti, anima l’iniziativa Sailingfor Blue Lab, nata per coniugare la navigazione nel Mediterraneo con attività a sostegno dei diritti umani e a tutela dell’ambiente. È la prima volta che, tra le persone imbarcate su questo scafo di 13 metri (con tre cabine e nove posti letto totali) sale un detenuto: “Sin dal colloquio con Barbara Pucello (responsabile del settore giustizia di Libera, ndr) e il magistrato di sorveglianza siamo stati entusiasti – dicono i responsabili di Sailingfor Blue Lab –. Questo è un ambito molto valido per chi deve rifarsi una vita e un futuro”.

A bordo delle barche confiscate, i minori cercano nuove rotte

Un’iniziativa per i detenuti di Aversa

All’origine dell’iniziativa c’è l’impulso dato da un magistrato del Tribunale di sorveglianza di Napoli, Francesco Chiaromonte, a favore dei detenuti della casa di reclusione di Aversa. “Un anno fa, circa, aveva proposto una collaborazione con Libera per avviare delle attività coi detenuti. Il percorso ricalca un po’ quanto fatto con il progetto Amunì per i minori detenuti”, spiega Barbara Pucello.

Dagli incontri di gruppo all'interno del carcere nasce l'idea di realizzare un "campo di impegno e formazione" fuori le mura. Il gruppo di otto adulti detenuti ottengono un permesso per uscire e fare una esperienza full immersion a custodia attenuata affidati ai soli volontari di Libera, senza la presenza di personale di custodia della polizia penitenziaria. Visto il buon esito, si è pensato di allargare gli orizzonti e di provare a sperimentare strade nuove di reinserimento sociale e lavorativo.

Pochi mesi fa due detenuti sono stati selezionati per un percorso di formazione-lavoro e reinserimento sociale in collaborazione con Scugnizzi a vela (un’associazione di Napoli che permette ai giovani usciti dal carcere di Nisida e delle comunità per minori di imparare i mestieri del mare) e la comunità Liberi di volare che si è resa disponibile ad accogliere per l'alloggio i due giovani ragazzi. “Due importanti aziende nautiche italiane sono pronte ad assumerli con contratto, non appena riusciremo a risolvere i problemi legati all'acquisizione dei documenti e permessi necessari”, prosegue Pucello.

Lavorare nelle carceri è un'impresa

Un viaggio di Sol

Il viaggio di Sol da Brindisi a Reggio Calabria è il risultato della collaborazione tra Libera e Sailingfor Blue Lab nata dalla spinta di Delli Santi e Rossetti alcuni mesi fa. Loro, da istruttori di vela, hanno spostato la loro attenzione non tanto nell’insegnare a navigare, ma anche a seguire le emozioni e il sapere vivere a bordo: “Navigo da quando avevo 11 anni – spiega il primo –. Come associazione abbiamo maturato l’idea che la barca sia uno strumento straordinario per la cura della persona in senso ampio”. “In questo – interviene D’Amore –, il viaggio non è un apprendistato, ma un processo educativo che genera responsabilità”. “Sulla barca siamo una piccola comunità – riprende Delli Santi –, siamo necessariamente stretti per il contatto fisico e si crea anche una prossimità relazionale che genera meccanismi virtuosi”. Bisogna sapere convivere con gli altri passeggeri e saper gestire spazi e risorse: “Non imponiamo regole, l’esperienza porterà a comprenderle”.

Dopo alcuni giorni di attesa al molo di Brindisi, dovuti alle condizioni non favorevoli del mare, la barca imboccherà la rotta verso la Calabria. “Un punto forte di questa esperienza sono le cause di forza maggiore, che possono essere dei problemi, ma anche delle opportunità – aggiunge Rossetti –. Le cose si fanno quando è il momento e alcuni momenti possono essere propizi e noi dobbiamo essere in sintonia per cogliere l’occasione. Stare in sintonia e in armonia con l’ambiente porta a esserlo con noi stessi”.

Prima di raggiungere la destinazione finale del viaggio, la barca farà scalo a Crotone e Roccella Jonica (Reggio Calabria), per partecipare a un incontro a Caulonia con Ibrahima Lo, autore del libro Pane e acqua che ha ispirato il film Io, capitano, padre Alex Zanotelli, Mimmo Lucano, Libera e Arci.

Una volta lasciati a terra Sol e il suo accompagnatore, l’imbarcazione proseguirà alla volta della Sicilia. Da settembre, poi, rimarrà a Licata (Agrigento) con l’obiettivo di partecipare a operazioni di ricerca e salvataggio nel Canale di Sicilia. E anche per Sol, se l’esperienza sarà stata positiva, potrebbero aprirsi nuove rotte.

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