Lo scarico dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo sul fiume Bormida
Lo scarico dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo sul fiume Bormida

Alessandria, Solvay riprende la produzione di pfas

Dopo un periodo di sospensione, a causa di dati di inquinamento altissimi, una nuova relazione Arpa consente alla multinazionale di riavviare gli impianti di produzione. Da lunedì è ripartita la produzione della sostanza che l'Europa vorrebbe mettere al bando per la sua pericolosità

Laura Fazzini

Laura FazziniGiornalista

31 luglio 2024

  • Condividi

La multinazionale Solvay Syensqo ha riavviato gli impianti per la produzione di pfas cC6O4. Lo scorso 26 luglio il comune di Alessandria ha ricevuto dalla provincia la nuova autorizzazione che consente alla ditta di ripartire. La produzione era stata fermata da una diffida a giugno, quando erano stati rilevati valori altissimi delle sostanze nel suolo e nelle acque del fiume Bormida. “Abbiamo ricevuto dalla provincia di Alessandria una email ufficiale che autorizza il polo chimico a ripartire con la produzione e utilizzo del cC6O4, basandosi sui dati prodotti dalla ditta e da Arpa in questi mesi” spiega al telefono Giorgio Laguzzi, da alcuni mesi assessore all’Ambiente del comune di Alessandria.

Pfas nelle acqua di scarico, Solvay costretta a fermare la produzione

Il sito più inquinato d'Europa

La produzione e utilizzo di questo composto, inserito tra i pfas da ricercare in tutta Europa per la sua pericolosità ambientale, era stata fermata dalla provincia di Alessandria con una diffida del 9 giugno. Alcuni mesi prima la stessa Solvay Syensqo aveva rilevato valori talmente alti nei suoli interni alla fabbrica da far risultare questo sito chimico, unico in Italia a produrre queste sostanze, come il più inquinato in Europa da sostanze Pfas. 

L’autodenuncia della ditta di inizio aprile evidenziava una presenza di cC6O4 intorno ai 220 mila microgrammi per litro, imputando il problema alla perdita temporanea di un sistema di contenimento dei reflui di produzione. Un problema che avrebbe dovuto essere risolto velocemente, in base all’autorizzazione concessa dalla provincia nel 2021 secondo cui: “La ditta dovrà proseguire con le attività di controllo e monitoraggio dello stato di conservazione delle tubazioni, della tenuta e impermeabilizzazione di cordolature e bacini di contenimento nonché dello stato di conservazione della stesura di resine epossidiche effettuate nelle varie aree”. Da marzo a giugno la situazione però non era migliorata abbastanza da poter continuare la produzione e il 9 giugno il dirigente del dipartimento Ambiente della provincia aveva firmato una diffida per fermare l’intero impianto.

“Nella relazione Arpa consegnata venerdì ci sono nuove prescrizioni, più rigide di quelle che nel 2021 avevano concesso la prima autorizzazione a lavorare questo composto, e riguardano la manutenzione degli impianti” continua l’assessore. Laguzzi mette il dito nella piaga: la causa principale del fermo di produzione è stata la mancata manutenzione delle strutture.

Cosa dice la relazione di Arpa

Nella relazione consegnata il 23 luglio da Arpa Alessandria alla provincia si trova traccia dei diversi passaggi di ispezione e analisi svolti in questi mesi all’interno degli impianti Solvay Syensqo. Il dipartimento ispettivo di Arpa ha seguito i lavori all’interno del reparto Tecnoflon che produce i pfas Solvay e dove è in funzione il Reattore R2101E, acceso per la prima volta a novembre 2021. Il malfunzionamento di due valvole di questo reattore è stata la causa dell’enorme quantità di inquinante ritrovato a inizio aprile nelle acque sotterranee il sito, nei terreni interni e nei pozzi esterni. Nella relazione è scritto che le valvole azionate nel 2021 avevano avuto una sola revisione in tre anni e sia la vasca che altre strutture avevano buchi dovuti all’assenza di manutenzione. 

A causa di queste condizioni, una quantità enorme di sostanze pericolose sono entrate quindi nei suoli interni al sito industriale, inquinando la falda sottostante. Nelle prime analisi realizzate da Arpa il 13 aprile, 9 giorni dopo l’autodenuncia della ditta, era riportato il valore straordinario di 220mila microgrammi per litro di cC6O4 nel pozzo limitrofo il reattore.

Le mezze verità su Solvay dette nelle audizioni in Commissione illeciti ambientali 

A seguito di questi eventi emerge che nei due giorni in cui si è verificato il danno del reattore, il 30 e 31 marzo 2024, nel fabbricato che ospita l’impianto i valori di un composto tossico, il fluoruro di vinilidene (FVD), hanno raggiunto livelli gravemente allarmanti (476,5 ppm quando il valore di preallarme è di 2,5). Sul punto la relazione Arpa non indica azioni intraprese a tutela dei lavoratori, ma solo la notifica di un illecito amministrativo per la mancata ottemperanza di una prescrizione prevista dall'Autorizzazione integrata ambientale.

Ciò che la relazione Arpa non dice

Arpa ha compiuto un ultimo sopralluogo il 10 luglio e, una settimana dopo, ha ricevuto il materiale fotografico prodotto dall’azienda che dimostra la tenuta della vasca in cui convogliare i liquidi reflui prodotti dal reattore. I lavori di ripristino del bunker sono completi e quindi per il reparto ispettivo di Arpa il lavoro è finito: si può ripartire. Il 23 luglio, la dirigente territoriale ha firmato il dossier che è stato poi spedito al dipartimento Ambiente della provincia di Alessandria. Di questa relazione la Provincia accoglie la proposta di Arpa di prescrivere monitoraggi compiuti da enti terzi, che monitorino le valvole ricollocate, che siano ben mantenute e sostituite con frequenza. 
Nella relazione finale però ci sono delle mancanze. Sono assenti i dati raccolti da Arpa in questi mesi, per le acque sotterranee il sito e riguardanti i suoli. Mancano inoltre le conseguenze ambientali dell'evento eccezionale che ha portato alla sospensione temporanea dell’impianto. Lunedì 29 luglio la Solvay Syensqo ha potuto far ripartire gli impianti, mentre il Comune aspetta ancora i dati su quella ricaduta ambientale.

Crediamo in un giornalismo di servizio a cittadine e cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Aiutaci a offrire un'informazione di qualità, sostieni lavialibera
  • Condividi

La rivista

2024 - numero 28

Curve pericolose

In un calcio diventato industria, mafie ed estremismo di destra entrano negli stadi per fare affari

Curve pericolose
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale