2 gennaio 2025
Per oltre quattordici mesi, giorno dopo giorno, Amnesty International ha raccolto prove e centinaia di testimonianze come quella di Ahmad Nasman, che dopo aver perso genitori, sorella, moglie e tre figli in un bombardamento israeliano ci ha detto: "Il mio corpo è sopravvissuto, ma il mio spirito è morto con i miei figli, è stato schiacciato sotto le macerie con loro".
L'ex ministro palestinese Atef Abu Saif: "A Gaza Israele uccide anche la storia"
Ci siamo chiesti perché tanta morte e distruzione in un’area del territorio palestinese occupato, dove da oltre 17 anni le persone vivono nella morsa feroce del blocco imposto da Israele? Perché uccidere oltre 13.300 bambini e distruggere i sogni di quelli sopravvissuti, tra cui migliaia di orfani, sfollati in posti resi irriconoscibili dalla ferocia degli attacchi israeliani, senza scuole, moschee, chiese o mercati, e costretti a convivere con disabilità permanenti, fame e malattie? Perché infierire sui prigionieri palestinesi con torture indicibili? L'unica risposta plausibile viene dall’applicazione della Convenzione del 1948, secondo la quale uccidere e provocare lesioni gravi all’integrità fisica o mentale dei membri di un gruppo, nonché il sottoporli deliberatamente a condizioni di vita destinate a provocarne la distruzione fisica, costituiscono atti di genocidio quando siano commessi con l’intenzione di distruggere il gruppo stesso.
Numerose dichiarazioni razziste, dispregiative e disumanizzanti da parte di ministri, funzionari governativi, parlamentari e militari israeliani, costituiscono un’ulteriore prova dell’intenzione di Israele di distruggere gli abitanti a Gaza
La conclusione della nostra ricerca è il frutto dell’analisi aggregata degli attacchi israeliani contro i civili e le infrastrutture vitali a Gaza; dell’impatto provocato dalle distruzioni su larga scala; dei trasferimenti di massa della popolazione e del blocco all’ingresso, totale o parziale, degli aiuti umanitari nella Striscia. La catastrofe di Gaza non è il prodotto “collaterale” delle operazioni di guerra, bensì un obiettivo dichiarato e deliberatamente perseguito da parte delle autorità israeliane.
Tra le numerose dichiarazioni razziste, dispregiative e disumanizzanti da parte di ministri, funzionari governativi, parlamentari e militari israeliani, in cui si giustificano atti genocidari o altri crimini contro i palestinesi di Gaza, abbiamo analizzato le più significative, oltre 100. Tali dichiarazioni costituiscono un’ulteriore prova dell’intenzione di Israele di distruggere gli abitanti a Gaza. I soldati israeliani hanno poi tradotto queste parole in pratiche violente basate sull’assunto che in quel territorio non ci siano innocenti, e hanno registrato tali violenze in numerosi video da loro stessi condivisi sui social network: ne abbiamo analizzati oltre 60.
Intervista a Nurit Peled-Elhanan, voce contro la guerra
Israele ha commesso e continua a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Con questo rapporto vogliamo amplificare la voce di chi chiede agli Stati di non rimanere indifferenti e passare ai fatti, a cominciare dall’immediata sospensione della fornitura di armi e assistenza militare a Israele.
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