Doha, Qatar, maggio 2025. Donald Trump accolto dallo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani (Foto dal sito whitehouse.gov)
Doha, Qatar, maggio 2025. Donald Trump accolto dallo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani (Foto dal sito whitehouse.gov)

Trump è sempre più ricco. Gli Usa stanno a guardare

Il presidente Usa sta realizzando il più eclatante caso di auto-arricchimento alla luce del sole di un politico nella storia moderna, violando alcuni princìpi morali che erano alla base della creazione degli Stati Uniti

Alberto Vannucci

Alberto VannucciProfessore di Scienza politica, Università di Pisa

1 luglio 2025

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Pochi conoscono la storia della tabacchiera d’argento abbellita da 408 diamanti, donata nel 1785 da Luigi XVI all’allora ambasciatore in Francia dei neonati Stati Uniti d’America, Benjamin Franklin, come regalo di commiato. Quell’omaggio, reso noto al Congresso, suscitò un dibattito talmente acceso che persino i padri fondatori della costituzione – ratificata tre anni dopo – si interrogarono sulle potenziali insidie di quel cadeau tutt’altro che innocente.

"Quella tabacchiera poteva essere il segnale di un precedente atteggiamento condiscendente o succube, magari posto in essere proprio per ingraziarsi un sovrano tanto generoso"

Franklin era al termine del mandato e stava per rientrare in patria, il re francese non avrebbe più potuto “comprare” i suoi futuri atti ufficiali quale ambasciatore. Ma quella tabacchiera poteva essere il segnale di un precedente atteggiamento condiscendente o succube, magari posto in essere proprio per ingraziarsi un sovrano tanto generoso. Oppure di altri intrallazzi sottobanco, che già avevano pregiudicato la neonata repubblica, e di cui ancora non c’era evidenza.

Make America corrupting again

I costituenti americani avevano fatto studi classici: i testi di Polibio e Tucidide insegnano che la rovina delle città-stato dell’antica Grecia era scaturita soprattutto dalla corruzione dei loro governanti, posta in essere da interessi stranieri.

Gli ancora gracili Stati Uniti erano circondati dalle sovrastanti potenze di Francia, Spagna, Gran Bretagna, in grado di acquistare con moneta sonante ciò che sarebbe stato impossibile sul piano militare. È per questo che la costituzione americana prevede esplicite disposizioni contro corruzione, conflitti di interesse, arricchimenti illeciti.

Ai presidenti Usa viene proibito di "accettare qualsiasi regalo, emolumento, incarico o titolo, di ogni tipo, da ogni re, principe o stato straniero"

Si prescrive un divieto assoluto per il presidente di ricevere, oltre al compenso ufficiale, "ogni altro emolumento dagli Stati Uniti o da uno di essi durante il suo mandato"; gli viene proibito di "accettare qualsiasi regalo, emolumento, incarico o titolo, di ogni tipo, da ogni re, principe o stato straniero", fatta salva l’approvazione del Congresso. Infine, nell’autorizzare l’impeachment per gravi crimini, si specificano soltanto due fattispecie: alto tradimento e corruzione, ossia ricevere regali o denaro in cambio di atti ufficiali.

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Chicago, la Trump International Hotel Tower. Foto di Carlos Herrero da Pexels
Chicago, la Trump International Hotel Tower. Foto di Carlos Herrero da Pexels
Il presidente Donald Trump sta realizzando il più eclatante caso di auto-arricchimento alla luce del sole di un politico nella storia moderna

Gli Stati Uniti sono ormai diventati una superpotenza: forse per questo la stessa corruzione che terrorizzava i padri costituenti pare materializzarsi in forme smisurate. Il presidente Donald Trump sta realizzando il più eclatante caso di auto-arricchimento alla luce del sole di un politico nella storia moderna.

Altri cleptocrati del passato, grazie al controllo autocratico delle leve del potere, avevano accumulato fortune miliardarie, di solito nascoste in conti esteri coi quali si sono ricongiunti dopo la loro cacciata a furor di popolo. Ma l’odierno caso statunitense è straordinario, poiché lo stesso meccanismo di accrescimento indebito della ricchezza del capo dell’esecutivo si realizza in una cornice istituzionale ancora (chissà per quanto) liberal-democratico.

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Accade così che l’evidenza di una corruzione ormai “legalizzata”, pubblicamente esibita e giustificata, non è sufficiente a frenarla, né a punirla. La crescita esponenziale del patrimonio di Trump dal momento della riconquista del potere è misurabile ormai in un ordine di grandezza di miliardi di dollari. Si passa dalle speculazioni nel far-west delle criptovalute – sulle quali la sua amministrazione ha scientemente annullato i controlli – ai risarcimenti milionari versati da editori non allineati a fronte di cause del tutto pretestuose, pur di evitare rappresaglie sanzionatorie: un boss mafioso non avrebbe saputo fare di meglio.

Con un post Trump ha irriso "i democratici corrotti che protestano per un regalo senza oneri", descrivendo il Boeing come oggetto di "una transazione trasparente e del tutto pubblica"

Le visite di Stato si sovrappongono ai tour affaristici per promuovere l’impero aziendale trumpiano, intese politiche e business immobiliare vengono negoziati ai medesimi tavoli. Ma nulla esemplifica lo spirito maleodorante dei tempi come il “dono” di un Boeing con dotazioni extra-lusso che la famiglia reale del Qatar ha ceduto al presidente statunitense, in opportunistica visita di Stato ai paesi arabi. Il depliant illustrativo descrive il veicolo come un "palazzo volante", del valore commerciale di circa 400 milioni di dollari.

Dopo aver annunciato urbi et orbi l’intenzione di accettarlo, con un post Trump ha irriso "i democratici corrotti che protestano per un regalo senza oneri", descrivendo il Boeing come oggetto di "una transazione trasparente e del tutto pubblica". Chissà se è un lapsus, ma ogni transazione presuppone reciprocità. Su un piatto della bilancia il Boeing, sull’altro una gamma ancora indeterminata di future contropartite politiche internazionali, oltre a pressioni invisibili e triangolazioni occulte tra favori pubblici e interessi imprenditoriali.

Se l'anticorruzione diventa un cerimoniale

Trump senza freni e senza controlli

L’aspetto più preoccupante di questo processo di normalizzazione della corruzione è il progressivo cedimento di tutti i meccanismi di supervisione e controllo istituzionale. Nel Congresso la risicata maggioranza repubblicana è al guinzaglio del presidente e la procuratrice generale, una fedelissima di fresca nomina, si è affrettata a certificare l’acquisizione presidenziale come legalmente ed eticamente ineccepibile.

Nella Corte suprema vigila una super-maggioranza di giudici conservatori, ben tre dei quali nominati dallo stesso Trump. Sembra vacillare anche il presidio ultimo, un tempo ritenuto insormontabile: il giudizio morale e politico dei cittadini.

La serafica portavoce presidenziale, nel rabbonire l’opinione pubblica, ha affermato che il rischio di corruzione "assolutamente non c’è, perché i donatori conoscono il presidente Trump e sanno che lavora nell’interesse esclusivo del popolo americano", da lei già descritto come "il più trasparente e accessibile nella storia americana". Una favoletta rassicurante, cui una maggioranza di cittadini americani – nel bollare come fake news anche le denunce della “aereo- tangente” qatariota – continua ostinatamente a credere.

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