Aalborg (Danimarca), 10 luglio 2025. Un ministro si sottopone all'analisi del sangue per verificare la presenza di pfas (Foto dall'account Flickr della Presidenza danese del Consiglio dell'Ue)
Aalborg (Danimarca), 10 luglio 2025. Un ministro si sottopone all'analisi del sangue per verificare la presenza di pfas (Foto dall'account Flickr della Presidenza danese del Consiglio dell'Ue)

Ci sono pfas anche nel sangue dei ministri europei

Analisi condotte in occasione della riunione informale dei ministri dell'Ambiente dell'Unione europea dimostrano la presenza di pfas nelle vene di alcuni politici. Lo rivela il lavoro condotto da due ong europee, European environmental bureau e ChemSec. Mancano i dati dell'italiano Gilberto Pichetto Fratin, assente all'incontro

Laura Fazzini

Laura FazziniGiornalista

7 ottobre 2025

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È bastato raccogliere una goccia di sangue prima di un incontro tra ministri dell'Ambiente per dimostrare che i pfas circolano anche nelle vene dei politici europei. Lo hanno scoperto l'ong European environmental bureau, la più grande rete europea di organizzazioni di ambientalisti, e ChemSec, organizzazione indipendente che promuove la sostituzione delle sostanze chimiche tossiche con alternative più sicure, in collaborazione con il ministero danese dell’Ambiente. Lo scorso 10 e 11 luglio, in occasione della riunione informale tra ministri dell’Ambiente dell’Unione europea ad Aalborg, in Danimarca, hanno fermato ministri, sottosegretari e commissari europei per prelevare una goccia di sangue e cercare 13 pfas, tra cui i cancerogeni pfoa e pfos. 

Tra i partecipanti, ben 24 politici di 19 paesi europei, inclusi la commissaria europea per l'Ambiente Jessika Roswall e il ministro danese dell'ambiente danese Magnus Heunicke, sono risultati contaminati da questi composti chimici che interferiscono con il sistema endocrino e che possono provare gravi problemi di salute. Per la metà dei politici sottoposti alle analisi, la contaminazione ha superato i livelli oltre i quali non è possibile escludere ripercussioni sulla salute. Tra i campioni di sangue, però, mancava quello del ministro italiano, Gilberto Pichetto Fratin., che però era assente.

“Stiamo lavorando per vietare l'uso dei pfas nei prodotti di consumo e, laddove esistono alternative più sicure, queste dovrebbero essere utilizzate. Dobbiamo ridurre l'uso dei pfas e ripulire il nostro ambiente da queste ‘sostanze chimiche eterne’”, ha dichiarato la commissaria europea Roswall.

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Quali pfas sono stati cercati e perché

Il pfos è stato trovato in tutti i campioni, arrivando a 18 nanogrammi per millilitro in un politico, un livello molto alto. Dal 2009, quando è stato inserito nella Convenzione di Stoccolma e successivamente nel Registro degli inquinanti pericolosi (chiamato Pops), di questo composto sono vietate la produzione e l'utilizzo. La sua presenza è spiegabile solo per le caratteristiche tipiche di questi composti, formati da catene di coppie di atomi di carbonio e fluoro, la persistenza e il bioaccumulo: una volta entrato negli organismi viventi, sia vegetali, sia animali, il pfos non viene distrutto e la sua quantità si dimezza ogni cinque anni.

Tutti i politici hanno valori superiori ai due nanogrammi per millilitro, soglia indicata dalla National academies of sciences, engineering, and medicine (Nasem) che indica la forbice 2-20 nanogrammi come limiti indicativi per possibili effetti sulla salute.

Inoltre la metà delle persone sottoposte al test presenta livelli di pfas superiori al valore di riferimento sanitario di 6,9 nanogrammo per millilitro stabilito da uno studio europeo per l'esposizione combinata a pfoa, pfna, pfhxs e pfos.

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“L'inquinamento da pfas è una questione fondamentale per la salute pubblica. Ciò non fa che rafforzare la mia determinazione a continuare a lavorare per un'azione più incisiva a livello europeo”Jessika Roswall - Commissaria europea all'Ambiente

Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell'Agenzia europea dell'Ambiente, però è l’esempio di come la messa a bando di queste sostanze e le relative riduzioni dalla loro presenza negli ambienti in cui viviamo sia la strada giusta da seguire. La politica finlandese nei mesi precedenti al prelievo di luglio si era già sottoposta all’analisi e i valori pubblicati oggi dimostrano un calo di tutti i contaminanti: “Le sostanze chimiche nocive sono presenti nel nostro cibo, nell'acqua e nei prodotti di uso quotidiano, ma possiamo agire per proteggere la salute degli europei e la natura. Dobbiamo inoltre promuovere sostanze chimiche sicure e sostenibili ed eliminare gradualmente quelle più nocive”, spiega nel report presentato da Eeb, ChemSec e il ministero danese dell’Ambiente.

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Quest’ultimo è tra i promotori della richiesta di messa a bando totale dei pfas, promossa dal 2023 da cinque Stati membri e ora in fase di seconda analisi da parte degli organi tecnici della Commissione europea. Dopo una prima consultazione pubblica, i lavori dei tecnici erano stati rallentati nel 2024 dagli oltre cinquemila commenti fatti alla proposta, alimentando le speranze della lobby delle industrie che producono e utilizzano queste sostanze.

Ma la commissaria europea per l’Ambiente Roswall, dopo aver ricevuto il referto delle sue analisi del sangue dove si riscontra la presenza di sei composti, ha dichiarato che “l'inquinamento da pfas è una questione fondamentale per la salute pubblica. Ciò non fa che rafforzare la mia determinazione a continuare a lavorare per un'azione più incisiva a livello europeo”.

E i politici italiani? Le organizzazioni che hanno promosso l’iniziativa non hanno potuto analizzare il sangue del ministro italiano dell’Ambiente, Pichetto Fratin. Il motivo? Non era presente al meeting informale in Danimarca perché impegnato a Roma nella conferenza sulla ricostruzione in Ucraina. E dire che sarebbe stato interessante: proprio nella regione del politico di Forza Italia, il Piemonte, c’è una grossa contaminazione intorno allo stabilimento di una delle ultime produttrici di questi cancerogeni, Syensqo Solvay

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