Firenze, ottobre 2022. Foto di A. Cellura_Unsplash
Firenze, ottobre 2022. Foto di A. Cellura_Unsplash

Dalle big tech alle armi, la nuova bolla finanziaria

Banche e fondi puntano sempre di più sull'industria bellica, in continua crescita. Ora la copertura arriva anche dalla Commissione Ue, che ha dichiarato gli investimenti in questo settore "sostenibili"

Paolo Valenti

Paolo ValentiRedattore lavialibera

1 novembre 2025

Non è una novità: banche e istituti di gestione del risparmio investono i soldi dove c’è maggiore possibilità di guadagno. E l’industria bellica, in questo momento, offre rendimenti sicuri: la quotazione delle società europee degli armamenti e dell’aerospazio è quintuplicata negli ultimi cinque anni, trainata soprattutto dalle guerre in Ucraina e a Gaza (non a caso, i titoli sono calati con l’avvio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas).

Guerre, vertigine e disincanto

La novità è che quella che prima era una scelta, più o meno trasparente, dei singoli istituti, oggi è sostenuta esplicitamente dalla Commissione europea nell’ambito del piano di riarmo: "I fondi pubblici non saranno sufficienti a soddisfare il fabbisogno dell’industria della difesa – si legge nel comunicato dello scorso marzo che presenta il piano –. Per questo, la strategia della Commissione punta a facilitare la mobilitazione dei risparmi privati".

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