
Don Italo Calabrò, pioniere dell'antimafia sociale

10 settembre 2020
Mathare è una palestra di vita, una baraccopoli di cinquecentomila persone che convivono in un’area di tre chilometri quadrati. Uno degli slum più antichi della capitale Nairobi, in Kenya. Denominatore comune è la mancanza di accesso ai servizi di base come l’acqua e l’elettricità, a cui si accede informalmente seguendo le regole imposte dalla strada. A Mathare, però, non esiste solo la cronaca della violenza di bande criminali e forze dell’ordine impunite. "Mi chiamo Lavender, ho 17 anni e sono una studentessa e una appassionata giocatrice di basket. Ho studiato alla Whynot academy nello slum Mathare, dove ho avuto l’opportunità di far parte del progetto di basket SlumsDunk. Sono stata brava nel mio percorso scolastico e attraverso il basket ho ottenuto una borsa di studio per proseguire i miei studi in una buona scuola". Lavender è una delle tante voci che affollano i campi da gioco della baraccopoli, l’occasione di una vita differente per migliaia di ragazzi.
Crediamo in un giornalismo di servizio ai cittadini, in notizie che non scadono il giorno dopo. Ma per continuare a offrire un'informazione di qualità abbiamo bisogno di te. Sostienici!
Quanto costa abbonarsi?Se sei già abbonato clicca qui per accedere e leggere l'articolo
Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka