6 maggio 2022
Parlare di un qualsiasi autore argentino attivo a partire dalla seconda metà del Novecento senza evocare Borges – che sia per opposizione o filiazione, per rifiuto o epigonismo – è un compito piuttosto complesso, molti direbbero impossibile. Di certo a tale passaggio non sfugge Alberto Laiseca (1941-2016), scrittore decisamente sui generis che in patria, dopo aver collezionato numerosi rifiuti da parte degli editori e avere infine pubblicato a fatica i suoi lavori, si è meritato l’appellativo di “Monstruo”, nel senso di “esemplare unico nella sua specie”, per la caratteristica vena magmatica e delirante che lo contraddistingue, cifra di un modo del tutto nuovo di scrivere dal sottosuolo.
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