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17 maggio 2022
"La prima impressione che producono le belle statue è come la vista del mare aperto nel quale il nostro sguardo si smarrisce". È difficile che le potenziali ultime ore di un uomo vengano descritte con così grande garbo e raffinatezza, con un ritmo narrativo in cui lo spazio temporale anziché accorciarsi si dilata. Succede ne Le ultime ore di Ludwig Pollak (Sellerio, 2022): il libro scritto da Hans von Trotha, è ambientato a Roma, nel palazzo Odescalchi, e narra le ultime angosciose ore della vita di Ludwig Pollak (1868-1943), che il 16 ottobre 1943 verrà prelevato insieme alla sua famiglia dai nazisti e deportato ad Auschwitz, dove moriranno poco dopo. Non tutti conoscono la storia di questo archeologo e mercante, antiquario e collezionista raffinato, praghese d’origine, che durante una delle sue pregevoli ricerche s’imbatte, sul banco di un rigattiere al Colle Oppio, in un inaspettato ritrovamento che arricchirà l’umano patrimonio artistico: il braccio mancante del Laocoonte, uno dei gruppi scultorei più mirabili dell’antichità, acquistato da papa Giulio II (1503-1513) e oggi custodito nel cortile del Belvedere all’interno dei Musei Vaticani.
Il realismo delirante nella letteratura di Alberto Laiseca
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A trent'anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio, lavialibera propone a lettrici e lettori un numero speciale: una riflessione a più voci sugli anni che ci separano dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un antidoto contro la retorica delle celebrazioni