Beppe Grillo durante un comizio (Liwax/Flickr)
Beppe Grillo durante un comizio (Liwax/Flickr)

Elezioni 2022, Cinque stelle senza star

Per Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fondatori del M5s, la Rete era il futuro della politica e lo strumento con cui realizzare la democrazia diretta. Oggi gli iscritti la usano solo per votare scelte prese altrove

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

21 settembre 2022

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Correva l’anno 2006. Romano Prodi aveva appena assunto la guida del suo secondo governo e Beppe Grillo da poco acquisito notorietà internazionale grazie a un blog che in meno di un anno e mezzo era riuscito a diventare tra i più popolari del mondo. I due si incontrarono a giugno e per l’occasione Grillo indossava un abito di grisaglia. Il faccia a faccia era stato organizzato per presentare al nuovo premier un programma di governo: "Il primo creato in Rete. L’unico, fino ad allora, costruito direttamente dai cittadini durante sei mesi di discussioni online nel blog senza la mediazione di comitati o partiti".

L’episodio lo raccontano in Siamo in guerra. Per una nuova politica (Chiarelettere, 2011), lo stesso Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, i due padri del Movimento cinque stelle. "Il primo soggetto politico creato da un blog nel mondo" è nato il 4 ottobre 2009 e – sostengono i fondatori – aveva alle spalle solo "le persone che ne condividono le idee e le battaglie e, ovviamente, la Rete". Proprio la Rete, descritta come "il futuro della politica", era la star: la tecnologia che rendeva possibile l’"ognuno vale uno" alla base della democrazia diretta. Grazie a lei, le "persone decideranno del proprio destino".

Fuori sede, da tre legislature aspettano una legge. Ora i politici vorrebbero il loro voto

Nel domani prospettato da Grillo e Casaleggio i programmi politici avrebbero dovuto essere "scritti dai cittadini" e ogni nuovo punto "approvato prima della sua attuazione". In questa direzione sarebbe dovuta andare Rousseau: la piattaforma online di proprietà di Casaleggio implementata nel 2015 per consentire agli iscritti di partecipare in vari modi alle decisioni politiche. In pratica – soprattutto dopo la morte di Gianroberto e l’ascesa del figlio Davide – più che una democrazia diretta, Rousseau sembrava realizzare una democrazia plebiscitaria: i processi partecipativi erano stati in gran parte ridotti a una serie di domande e risposte che lasciavano il potere nelle mani di chi decideva le questioni da porre. Nel 2021, con il divorzio di Casaleggio junior dai Cinque stelle, la piattaforma è stata spenta. 

Corre l’anno 2022. A poche settimane dalle elezioni nazionali, il Movimento ha presentato il proprio programma di governo. Il coinvolgimento dei cittadini è stato pari a zero. I vertici non vedono più nella Rete la loro star e gli iscritti si limitano ad approvare, o meno, scelte prese altrove. Eppure, il programma di Conte promuove la "cittadinanza attiva" promettendo di "incentivare percorsi e strumenti di amministrazione partecipata".

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