Anche nel sud Pontino la camorra corteggia la politica

Nel sud Pontino i rapporti tra personaggi vicini alla camorra e politici sono frequenti e documentati: quasi non fanno più notizia. Il territorio convive ormai da anni con un potere che ha origini criminali

Graziella Di Mambro

Graziella Di MambroGiornalista

Aggiornato il giorno 12 maggio 2023

C'è un’immagine che fornisce la rappresentazione plastica di come la camorra tenti di ottenere “qualcosa” dalla politica del sud Pontino: mostra l’imprenditore legato al clan dei Casalesi Nicola Schiavone, abile nell’ottenere appalti, accanto all’ex assessore ai Lavori pubblici di Minturno Mino Bembo, mentre insieme entrano nel palazzo comunale. Quell’incontro, avvenuto il 6 maggio 2021, è stato documentato con una sequenza fotografica dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che stava tenendo d’occhio Schiavone, detto ‘o russ, costruttore originario di Casal di Principe. Probabile non sia stato l’unico di questo tipo, certamente non il più vincolante, tuttavia dimostra quanto i Casalesi siano presenti nel sud Pontino, quanto contino e abbiano sempre contato nell’economia e nelle amministrazioni pubbliche, e quanto si sia normalizzato nel tempo questo tipo di rapporti. Come mai quella mattina Schiavone era lì, accompagnato da un dipendente del settore mense? L’incontro è stato raccontato in un documento allegato al decreto di perquisizione eseguito il 19 novembre 2022 nei confronti dello stesso Schiavone e di suo padre Luigi.

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Appuntamento in Comune

Secondo la procura di Napoli, una volta tornato libero dopo aver scontato le condanne del processo Normandia, Schiavone ha ripreso la sua attività e, in particolare, la partecipazione «a un sodalizio criminale finalizzato, tra le altre cose, al controllo delle attività di impresa nel settore edile, attraverso la gestione diretta e da parte di camorristi imprenditori». Negli atti si legge che ha un tenore di vita molto elevato e dispone di «ingenti somme di denaro contante». Gli investigatori che lo pedinavano dal 2020 hanno monitorato una serie di spostamenti, compresa la gita fuoriporta a Minturno. Alle 8.30 del 6 maggio, in un locale sull’Appia, Schiavone incontra un dipendente del settore mense e insieme raggiungono il Comune di Minturno, dove li attende Bembo. Per la Dda di Napoli si tratta di un evento di sicuro interesse, soprattutto perché l’imprenditore è specializzato negli appalti pubblici e fa valere la sua parentela con Francesco Schiavone detto Sandokan. L’assessore Bembo – avvocato vicino a Fratelli d’Italia, non indagato ma citato negli atti – ha dismesso l’incarico del 2021 ed è diventato consigliere comunale per la lista civica Insieme per Minturno. Quando nell’autunno 2022 sono state pubblicate le foto dell’incontro, Bembo ha dichiarato di non sapere chi fosse l’imprenditore. Nei giorni successivi, durante un consiglio comunale, Bembo riceverà la solidarietà trasversale di tutti i consiglieri.

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Rapporti poco chiari

Era successa più o meno la stessa cosa un paio di mesi prima. A settembre 2022 la prefettura di Caserta aveva deciso di rescindere i contratti tra il consorzio Nestore, operante nel settore dei servizi sociali, e le varie pubbliche amministrazioni per cui il consorzio lavorava. Era la conseguenza di un’interdittiva emessa nel maggio 2022 contro la società riconducibile a Pasquale Capriglione, ex agente di polizia penitenziaria e imprenditore di Carinola (Caserta) che – sostiene la Dda di Napoli – sarebbe in rapporti con Luigi Lagravanese, entrambi legati alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi attraverso un paio di società. Il consorzio, in modo stabile e diffuso, ha operato per conto di molti comuni del sud Pontino, certamente a Formia e Gaeta, e nessuno si è mai accorto dei legami con il clan.

Aveva, ad esempio, un contratto per servizi di assistenza a soggetti fragili e disabili con il distretto socio-sanitario Latina 5, che gravita intorno a Gaeta. La vicenda non è stata affrontata in sede consiliare nemmeno dopo l’interdittiva, eppure già nel 2017 erano state presentate delle interrogazioni parlamentari sul contatto tra Nestore e il clan. Tutto tace. Quasi esistesse un codice in base al quale quando emerge un problema di questo tipo bisogna evitare clamore. Qualcosa, però, di tanto in tanto sfugge.

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