La deputata di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo potrebbe essere la presidente della commissione parlamentare antimafia (Foto da Camera.it)
La deputata di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo potrebbe essere la presidente della commissione parlamentare antimafia (Foto da Camera.it)

Familiari delle vittime contro la nomina di Colosimo alla guida dell'Antimafia

La commissione parlamentare antimafia non si è ancora insediata. Si attende la nomina del presidente che potrebbe essere la deputata di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo, vicina all'ex terrorista nero Luigi Ciavardini. Molti familiari di vittime delle stragi di terrorismo e di mafia si oppongono alla sua nomina

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Aggiornato il giorno 23 maggio 2023

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Aggiornamento: Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d'Italia, è stata eletta presidente della commissione parlamentare antimafia, nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone. Nonostante le polemiche circa i suoi rapporti con l'ex terrorista neofascista Luigi Ciavardini, Chiara Colosimo ha ottenuto 29 voti. I parlamentari dell'opposizione sono usciti dall'aula prima del voto, in segno di protesta dopo che il centrodestra ha deciso di sostenere la propria candidata. I vicepresidenti della commissione sono Mauro D'Attis (Fi) e Federico Cafiero de Raho (M5s).

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Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia, potrebbe essere la persona scelta per guidare la commissione parlamentare antimafia, mai convocata in questa legislatura. Si attende appunto la nomina di un presidente che possa convocarla. In passato, si era fatta avanti un’altra parlamentare di FdI, Carolina Varchi, vice-sindaco di Roberto Lagalla, eletto a Palermo col supporto di Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. Adesso la scelta della maggioranza ricadrebbe su Colosimo, ma il suo nome solleva molti dubbi perché la deputata 36enne sarebbe un’amica di Luigi Ciavardini, ex terrorista neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) condannato a 30 anni come esecutore materiale della strage della stazione di Bologna.

Questa vicinanza è emersa nell’inchiesta di Report “Ombre grigie”, andata in onda l’8 maggio scorso, sugli intrecci e gli affari di persone vicine all’associazione Gruppo Idee, nata da esponenti dei Nar e attiva nelle attività nel carcere di Rebibbia, presieduta dalla moglie di Ciavardini. Secondo la trasmissione Rai la deputata di Fratelli d’Italia ha appoggiato la candidatura di Manuel Cartella, dirigente storico del Gruppo Idee e socio del figlio di Luigi Ciavardini in una cooperativa di detenuti, a vice-garante dei detenuti nel Lazio.

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I familiari delle vittime si oppongono alla nomina di Chiara Colosimo all’Antimafia

A sollevare il caso con una lettera su Il Fatto Quotidiano del 16 maggio sono stati alcuni familiari di vittime, tra cui Salvatore Borsellino, ma anche Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione di familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 ed ex deputato del Partito democratico: “Ci chiediamo come sia anche solo lontanamente immaginabile pensare di eleggere a presidente della commissione antimafia una persona con tali frequentazioni, posto che due degli argomenti che la futura commissione si troverà necessariamente ad affrontare sono il coinvolgimento degli eversori neofascisti nella strategia stragista mafiosa degli anni '92-'94 e il ruolo della Falange Armata (un’organizzazione terroristica dietro cui si celerebbero i servizi segreti e la destra eversiva, ndr) in essa”.

In seguito, è arrivata anche la reazione di familiari di vittime innocenti delle mafie aderenti alla rete di Libera. In un comunicato chiedono che in Antimafia “operino le migliori personalità” e che la presidenza “sia affidata a persona che non abbia aspetti di evidente incompatibilità con il ruolo, nonché una estraneità chiara e specchiata rispetto a personaggi di cui è conclamato il coinvolgimento in gravissimi eventi della storia del nostro paese”. “Riteniamo – si legge ancora nella nota – che la storia non possa e non debba essere scritta nuovamente, cancellando e ignorando la responsabilità di certi esponenti della destra eversiva che, come risulta dalle operazioni d’indagine condotte da varie procure italiane, hanno legami anche con la malavita organizzata di stampo mafioso”.

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Colosimo conferma di conoscere Ciavardini

"Luigi Ciavardini l'ho conosciuto a Rebibbia ad iniziative per il reinserimento dei detenuti, organizzate dalla sua associazione Gruppo idee, cui ho partecipato da consigliere regionale, tra il 2010 e il 2013"

All’indomani della lettera e del comunicato, la deputata ha risposto al Corriere della sera: “Non ho nulla a che fare con Nar e terroristi neri: sono nata nel 1986, dopo la strage di Bologna. Luigi Ciavardini l'ho conosciuto a Rebibbia ad iniziative per il reinserimento dei detenuti, organizzate dalla sua associazione Gruppo idee, cui ho partecipato da consigliere regionale, tra il 2010 e il 2013. Ma c'erano anche altri politici. Non della mia parte politica”, ha dichiarato, aggiungendo di essere “nata politicamente alle fiaccolate di Palermo. Borsellino per me è sempre stato un simbolo. Un punto cli riferimento”.

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Le reazioni della politica

Fratelli d’Italia fa quadrato attorno alla deputata ritenuta molto vicina alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le opposizioni, invece, attaccano. “La prossima presidenza deve essere una nomina limpida, trasparente senza nessun sospetto o dubbio. Una figura coerente e credibile perché mai come in questo periodo storico la lotta alle mafie e alla corruzione non puo' essere strumento di parcheggio politico o di spartizioni di incarichi”, dichiara la senatrice Pd Enza Rando (ed ex componente dell’ufficio di presidenza di Libera), sottolineando che “purtroppo le attività del governo in questi mesi di legislatura vanno in una direzione totalmente contraria”. “Serve una presidenza autorevole, lontana da ogni ombra e all'altezza del compito e serve far partire al più presto il lavoro della commissione”, ribadisce il senatore Pd Franco Mirabelli.

I Verdi e Sinistra italiana, per voce dei capigruppo di Camera e Senato Luana Zanella e Peppe De Cristofaro, hanno contestato la possibile nomina: “È in strette relazioni con esponenti del neo fascismo che potrebbero essere oggetto di indagine da parte dell'importante e delicato organismo”.

Anche il Movimento 5 Stelle si oppone: “Non sfugge a nessuno la assoluta incompatibilità della persona con la carica se questi rapporti fossero confermati", la presidenza della Commissione deve dunque essere "messa al riparo da qualsiasi sospetto, anche velato, di contiguità con gli ambienti dell'eversione neofascista", scrivono Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato.

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