Foto di Max Bender su Unsplash
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La commissione Ecomafie "indaga" sui rifiuti del Covid

'Guanti, mascherine e altri prodotti usa e getta sono le criticità maggiori', spiega il presidente della commissione Stefano Vignaroli

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

29 maggio 2020

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Mascherine e guanti usa e getta, stoviglie di plastica sempre più diffuse in bar e ristoranti e rifiuti ospedalieri in aumento. Con la pandemia da coronavirus è cambiata anche la gestione degli scarti, ragione per cui la commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali (chiamata anche commissione Ecomafie) ha deciso di approfondire il quadro ascoltanto autorità ed esperti del settore. “L’emergenza Covid-19 ha avuto un impatto profondo sulla nostra realtà, in tutti i suoi aspetti – spiega a lavialibera il presidente della commissione, il deputato M5s Stefano Vignaroli –. Avendo cambiato il nostro modo di produrre, vivere e consumare, l’epidemia ha impattato direttamente anche sul settore dei rifiuti”. Da qui è nata l’intenzione di svolgere degli approfondimenti: “A fine aprile la commissione ha deliberato di svolgere un’inchiesta specifica sulla gestione dei rifiuti collegata all’emergenza coronavirus per verificare le problematiche che si erano venute a creare nel settore dei rifiuti e capire quali erano i correttivi da mettere in atto”.  

Meno rifiuti, ma più prodotti "usa e getta"

Da sinistra, Stefano Vignaroli e il ministro Roberto Speranza
Da sinistra, Stefano Vignaroli e il ministro Roberto Speranza

Ad esempio, a marzo e aprile la produzione di rifiuti è calata. Secondo i rappresentanti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nel bimestre la produzione di rifiuti urbani è scesa del 10% ed è diminuita sempre del 10% la raccolta differenziata. Dati abbastanza in linea con quelli raccolti da Utilitalia, federazione che raggruppa 44 aziende attive nel servizio della gestione dei rifiuti: tra il 21 febbraio e il 9 maggio hanno osservato una diminuzione media della produzione totale di rifiuti di circa il 14%, delle quantità di rifiuti differenziati di quasi il 13% e di rifiuti indifferenziati del 14,5%.

Bisognerà fare attenzione ai dispositivi di protezione individuale (dpi) come mascherine e guanti in lattice: l’Ispra stima che si produrranno una quantità di rifiuti compresi tra le 150mila e le 450mila tonnellate. “Le maggiori criticità emerse al momento dal lavoro della Commissione – prosegue Vignaroli – riguardano da una parte il proliferare di rifiuti derivanti dall’uso di guanti e mascherine e dal diffondersi di altri prodotti usa e getta, come le stoviglie monouso nelle attività di ristorazione”. Oltre ai dpi, dunque, ci sono anche posate, piatti e bicchieri non riutilizzabili. “Su questo aspetto, stiamo approfondendo quali misure potrebbero essere messe in campo per frenare questa crescita”, aggiunge il deputato M5s. Tra l’altro, il loro aumento non sarebbe giustificato da ragioni sanitarie, come ha spiegato mercoledì sera il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Andrebbe favorito un uso ordinario delle stoviglie, un uso eccessivo delle stoviglie usa e getta non ha alcuna giustificazione di natura epidemiologica. Il lavaggio ad alte temperature garantisce infatti protezione”. Per questo “sarà utile una campagna informativa con il ministero dell'Ambiente” per la riduzione dei rifiuti legati all'emergenza Covid e per “promuovere l'uso di stoviglie normali e non monouso, anche da parte dei ristoratori”, ha detto il ministro.

Già all'inizio dell'epidemia molti ambientalisti segnalavano i rischi legati allo smaltimento di mascherine e guanti

Dpi e rifiuti sanitari in aumento

C’è poi un altro aspetto negativo. “L’altra criticità riguarda i rifiuti sanitari:circa il 90% di questi viene trattato al Nord, alimentando un turismo dei rifiuti che potrebbe essere ridotto con trattamenti di sterilizzazione in situ direttamente negli ospedali – sottolinea il presidente della commissione Ecomafie –. Stiamo approfondendo anche questo aspetto e abbiamo saputo dal ministro Speranza che anche l’Istituto superiore di sanità sta conducendo una ricerca sul tema”. Il lato positivo è che le strutture nazionali hanno retto l’ondata di rifiuti: gli impianti per la sterilizzazione e l’incenerimento dei rifiuti infetti hanno “una capacità totale di 355mila tonnellate all’anno, e per ora sono stati riempiti per 155mila, per cui c’è un gap favorevole per 200mila tonnellate – ha detto alla commissione il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, lo scorso 5 maggio –. Nell’opzione peggiore di dover gettare mascherine e guanti in grandi quantità, l’Italia ha ancora spazi”.

Costa ha anche proposto di installare nelle città appositi contenitori per la raccolta di mascherine e guanti. Una soluzione ecologica auspicata da Vignaroli è l’utilizzo di guanti e mascherine lavabili. Ai componenti della commissione i rappresentanti dell'Istituto superiore di sanità (Iss), il presidente Silvio Brusaferro e la dottoressa Federica Scaini, hanno riferito che è possibile fare una riflessione sulla possibilità di favorire l’uso di mascherine riutilizzabili al di fuori dell’ambito professionale.

Nella relazione sul primo semestre del 2019, la Direzione investigativa antimafia ha dedicato un focus ai crimini ambientali 

Frontiere chiuse, anche per la spazzatura

Qualcuno, approfittando dell'emergenza, ha chiesto più inceneritori o più plastica usa e getta. Stefano Vignaroli - Presidente commissione Ecomafie

La pandemia ha chiuso le frontiere non soltanto alle persone, ma anche alle merci, tra queste i rifiuti, provocando problemi nella gestione: “Allo scoppio dell'emergenza, per alcuni tipi di rifiuti destinati all'estero qualche Paese ha tentato di chiudere le frontiere, diverse filiere del riciclo si sono fermate e molte aziende hanno chiesto delle deroghe sulle quantità di rifiuti che era possibile stoccare. C’è stato anche chi, approfittando dell'emergenza, è tornato a chiedere più inceneritori, o più plastica usa e getta. Il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans invece lo ha detto chiaramente: l’emergenza non deve essere l'occasione per fare dei passi indietro sull'economia circolare”, riepiloga Vignaroli. Alcuni rappresentanti delle aziende del settore sono intervenuti per spiegare i loro problemi. Ad esempio Chicco Testa, presidente di Fise Assombiente (che raggrup le imprese private che gestiscono servizi ambientali), ha spiegato che “essendo stata sospesa la Tari da diversi enti locali, in alcune aree del Paese stanno venendo a mancare significativi introiti per i Comuni che hanno convenzioni con aziende di igiene urbana e questo sta creando un ammanco economico di proporzioni considerevoli”.

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