6 novembre 2023
Quest’anno l’estate nel nostro Paese sembrava non voler finire mai. Dopo giugno, luglio e agosto – ricordo che l’estate meteorologica è diversa da quella astronomica e comprende interamente questi tre mesi – il tempo caldo e secco è andato avanti fino a ottobre.
Perché le piogge sono sempre più violente?
Ma nel mondo siamo in buona compagnia: dopo l’estate più calda a livello globale, con 0,3 °C sopra il record stagionale precedente, è arrivato anche il settembre più caldo, con un salto che batte addirittura di 0,5 °C il record del settembre 2020: una situazione mai vista nella serie storica disponibile (si veda la figura più sotto) e nel momento in cui scrivo non sono ancora disponibili i dati di ottobre.
Sappiamo che l’azione antropica guida la tendenza in continuo aumento della temperatura globale, ma su questo fattore si sovraimpone la variabilità naturale del clima, che contribuisce a brevi periodi più caldi o più freddi. Da qualche mese, ad esempio, si sta accentuando il riscaldamento delle acque del Pacifico con El Niño, che ha influenze dirette sulla temperatura in quanto rappresenta una vasta area della superficie terrestre, ma anche indirette con influssi a distanza su altre zone del pianeta.
Ciò non basta a spiegare quanto sta accadendo alla temperatura globale e allora ecco che si cercano altri imputati per capire questi salti così grandi. Ad esempio: un picco di aumento nel ciclo solare di 11 anni, tagli nelle emissioni di solfati da navi e industrie – che fungevano da schermo all’energia che giunge dal Sole – e, non ultima, l’eruzione vulcanica di Tonga, che ha immesso in atmosfera una grande quantità di vapore acqueo, esso stesso un gas a effetto serra. Ancora una volta, nell’impresa scientifica non bisogna fare omissioni, cioè non si deve trascurare nulla. Nel prossimo futuro capiremo meglio cosa sta succedendo.
Abbiamo scalato un altro gradino verso qualche punto di non ritorno? Non credo, o almeno me lo auguro, ma certamente quando saranno passati questi influssi naturali rimarremo con il risultato delle nostre azioni e con un pianeta nettamente più caldo. Ricordo che, soprattutto se si riscaldano i mari, la loro inerzia termica ci porta su un “pianerottolo” di temperature più alto da cui non si torna indietro, almeno a breve termine.
Un ulteriore motivo per agire in fretta.
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