20 dicembre 2023
"Non possiamo moltiplicare gli strumenti" di controllo sulle spese del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È il succo dell'intervento di Raffaele Fitto, ministro per le politiche europee, di coesione, per il Sud e il Pnrr, ascoltato ieri pomeriggio dalla Commissione parlamentare antimafia per fornire agli onorevoli un quadro della situazione e dei controlli. “Noi abbiamo richiesto la sua presenza qui perché è interesse assolutamente unitario e comune portare un contributo perché questi fondi non finiscano in nessun modo e in nessuna maniera nelle mani della criminalità organizzata”, ha spiegato all'inizio la presidente Chiara Colosimo (FdI), che ha annunciato la formazione di un comitato di lavoro specifico sul piano di ripresa e resilienza. L’intervento di Fitto, che dovrebbe riprendere a gennaio, è risultato però vago al senatore Pd Walter Verini e al deputato M5s Federico Cafiero de Raho.
Pnrr, Libera e Gruppo Abele: la trasparenza è (ancora) una chimera
“L'Italia oggi è dotata di un apparato di misure di prevenzione e repressione che sono tra i migliori d'Europa”Raffaele Fitto - Ministro al Pnrr
“Si sta avviando la fase di attuazione del piano e siamo anche alla vigilia dell'avvio del programma di coesione 2021-2027, quindi sicuramente siamo in una fase nella quale si stanno per mettere in moto ingenti risorse”, ha annunciato Fitto. Per il Pnrr ci sono 194 miliardi di euro più 30 miliardi di euro complementari, a cui il ministro ha aggiunto 42 miliardi di euro, risorse della politica di coesione (gli investimenti dell'Unione europea negli Stati membri), più altre risorse collegate, come i cofinanziamenti nazionali e regionali. “L'Italia oggi è dotata di un apparato di misure di prevenzione e repressione che sono tra i migliori d'Europa”, ha detto Fitto per fissare un punto. Ha fatto l’esempio del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell'Unione europea (Colaf), istituto all’interno del dipartimento per le Politiche europee del governo. Per quanto riguarda il Pnrr, Fitto ha ricordato che c’è un protocollo d’intesa tra il ministero dell'Economia e finanze e la Guardia di Finanza “e una serie di strumenti che dal punto di vista dei protocolli e delle intese sono stati avviati nella fase iniziale del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, una serie di strumenti su cui Fitto non ha fornito dettagli.
Per quanto riguarda i controlli, Fitto ha posto l’attenzione sull'“evitare sovrapposizioni”: “Dobbiamo provare a trovare un modello per rafforzare questo percorso sulla base degli strumenti esistenti. Non vuol dire moltiplicare gli strumenti che già ci sono”, ma dargli più efficacia e impatto. Un esempio è quello del Colaf: “Stiamo parlando di un organismo che ha già questa funzione. Ha prodotto e sta producendo dei risultati molto positivi sul fronte dell'utilizzo delle risorse europee ‘tradizionali’ della coesione".
Melillo in Antimafia: "Attenzione a ridurre i controlli sul Pnrr"
"Non ci evidenzia alcuna strategia specifica in relazione al Pnrr"Federico Cafiero De Raho - Deputato M5s
“Ci aspettiamo che vengano messe in a terra e delle proposte concrete perché i rischi sono tanti”, ha detto Walter Verini del Pd. Lo ha detto sulla base di quanto avvenuto negli ultimi mesi, con segnali che “non vanno nella direzione di rafforzare queste tutele di trasparenza e di legalità”.
Ad esempio a maggio, dopo alcuni pareri tecnici non proprio favorevoli, Fitto aveva contestato la Corte dei conti che a giugno, dopo l’approvazione di un emendamento in parlamento, ha dovuto interrompere i controlli delle spese del Pnrr in corso d’opera (il controllo concomitante). Più di recente, invece, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia, non ha fatto parte della delegazione italiana, guidata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, alla conferenza anticorruzione delle Nazioni Unite ad Atlanta. Un a. C’è poi il capitolo “codice degli appalti”, con “l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti e quindi senza gare”. Sulla riduzione dei controlli, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, sempre di fronte alla commissione antimafia, aveva sollevato l'allarme. Anche la Direzione investigativa antimafia, nel suo ultimo rapporto semestrale, ha posto l'accento sugli interessi criminali sui fondi europei: "Iniziamo a ricevere alcune segnalazioni di operazioni sospette, come dimostra anche la Banca d'Italia nel suo recente rapporto annuale – ha dichiarato a ottobre il direttore della Dia, il generale Michele Carbone –. Notiamo che c'è un interesse della criminalità organizzata che punta a inserirsi negli appalti, infiltrandosi attraverso imprese che agiscono sotto il loro controllo".
Codice appalti, la criminalità ringrazia
Insomma, secondo gli addetti ai lavori ci sono i rischi, e per questo, ha detto Verini, “ci aspettiamo, ministro, che lei a gennaio venga e non solo con questi annunci, utili come impegno, ma assolutamente aleatori per il momento”. Sul ruolo dell’Autorità anticorruzione, Fitto ha risposto che “non c'è una esclusione. Anac ha un ruolo all'interno degli strumenti previsti ed è anche ente di attuazione del Pnrr”.
Per Cafiero De Raho, “non ci evidenzia alcuna strategia specifica in relazione al Pnrr. In particolare non riusciamo a comprendere se sia stata o meno già adottata una misura complessiva che tenda a monitorare le partecipazioni agli appalti”. L’ex procuratore antimafia ha ricordato che le organizzazioni mafiose “oggi si infiltrano non con la forza o la violenza, spesso con la corruzione” e quindi ha chiesto: “Come si penserà di controllare l’andamento degli appalti attraverso tantissime stazioni appaltanti?”.
“Noi dobbiamo fare un ragionamento che non possiamo pensare di bloccare tutta una serie di lavori e tutta una serie di azioni che richiedono determinate velocità per controllare”, ha dichiarato Gianluca Cantalamessa (Lega), confermando quella che sembra essere la linea del centrodestra.
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