20 marzo 2023
I comuni del Sud sono in difficoltà con la partecipazione ai bandi del Piano di ripresa e resilienza. Molti i problemi che minano l’attuazione degli investimenti da 235 miliardi di euro e monitorarli è un’impresa complessa, specie per le amministrazioni del meridione. Meno di una su tre ha fornito i dati richiesti tramite Foia (ossia il dispositivo giuridico che garantisce il diritto di accesso ai documenti, dati e informazioni delle pubbliche amministrazioni), rispondendo alla prima indagine partecipata di monitoraggio del Pnrr, organizzata da Libera e lavialibera, arrivata alla seconda fase.
Corruzione, comincia la prima inchiesta partecipata sulla trasparenza del Pnrr
I siti istituzionali sono incompleti, i dati non coincidono o non sono aggiornati. Un quadro sovrapponibile alle difficoltà denunciate dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), attraverso il suo presidente e primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, che a La Stampa ha dichiarato: “Mancano tecnici e le autorizzazioni”.
Secondo il presidente dell'Anci Antonio Decaro, "mancano tecnici e le autorizzazioni"
Al Sud il 62 per cento dei comuni ha giudicato complessa la partecipazione ai bandi del Pnrr (contro il 57 per cento del Centro-Nord) e, secondo quanto ricostruito dall’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (Svimez), ci vogliono nove mesi in più rispetto alla media nazionale per costruire le infrastrutture sociali.
Pnrr, per non fallire servono esperti al servizio di cittadini e amministratori
128 volontari coinvolti nel monitoraggio hanno contattato 143 Comuni, sfruttando il Foia. Alle amministrazioni è stato chiesto di fornire informazioni e dati circa la quantità di denaro speso per singolo progetto, l’origine di quel denaro (chi è il soggetto titolare) e l’obiettivo di ogni progetto. Hanno risposto positivamente inviando i documenti richiesti in 82 su 143 (il 57 per cento), mentre non hanno fornito i dati richiesti 61 Comuni (il 43 per cento). In più di 8 casi su 10 sono stati inviati tutti i documenti necessari.
I risultati della seconda fase saranno presentati il 21 marzo, durante i seminari pomeridiani della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, organizzata a Milano da Libera
Le domande di accesso civico sono state poste direttamente ai comuni e non ai soggetti titolari – ossia i ministeri che sono responsabili della realizzazione degli interventi – per sottolineare l’importanza del coinvolgimento dei singoli comuni sul tema della trasparenza verso il più grande piano di investimenti previsto per il nostro paese. Questa secondo step è definito fase di “accertamento delle risorse del Pnrr” e la rilevazione testimonia che i comuni del sud risultano essere in maggiore difficoltà sulla trasparenza dei Comuni . Tra le amministrazioni del Sud interpellate – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e le isole Sardegna e Sicilia – solo il 32 per cento ha risposto positivamente mandando i documenti richiesti, mentre tra i comuni del Nord – Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto – e del centro – Lazio, Marche, Toscana e Umbria – c’è stato un tasso di risposta positiva rispettivamente del 77 per cento e 68 per cento. Un altro dato riguarda la tempestività della risposta: il tempo medio per fornire i documenti richiesti è stato di 14 giorni al Nord, 21 al Centro e 17 al Sud.
I risultati della seconda fase saranno presentati il 21 marzo, durante i seminari pomeridiani della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, organizzata a Milano da Libera.
Valutare l’integrità delle procedure con le quali viene attuato il PNRR, esaminare la coerenza con gli obiettivi dichiarati e sapere la quantità ed origine delle risorse utilizzate, sono i principali obiettivi della prima inchiesta partecipata realizzata da lavialibera e Common (attività di monitoraggio civico di Gruppo Abele e Libera). L’obiettivo finale è quello di monitorare che le risorse del Pnrr e fare in modo che non vadano sprecate o utilizzate in modo non trasparente. Il Piano comprende sei grandi missioni:
La prima fase dell’indagine è stata realizzata grazie al lavoro di 115 volontari, dai 20 ai 70 anni, che hanno cercato e mappato le informazioni relative al Pnrr su 4 portali istituzionali – Italia Domani, ReGis, OpenCUP, il portale dei contratti pubblici di Anac – e sui siti di 109 capoluoghi di provincia. La conclusione della prima fase di questa indagine è stata che lo stato non garantisce la trasparenza prevista dalle normative: dati diversi da un sito istituzionale all’altro, alcuni siti non accessibili o informazioni non aggiornate.
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