Kyiv. Da sinistra a destra, i pacifisti ucraini Katya, Sergey e Yurii Sheliazhenko davanti alla statua di Gandhi/ Foto di Marco Di Marcantonio
Kyiv. Da sinistra a destra, i pacifisti ucraini Katya, Sergey e Yurii Sheliazhenko davanti alla statua di Gandhi/ Foto di Marco Di Marcantonio

Guerre, c'è chi grida: "Non in nostro nome"

Obiettori di coscienza al servizio militare, familiari di vittime e di soldati al fronte sono spesso in prima linea nelle campagne per fermare le guerre. Ma c'è chi li ostacola

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

Paolo Valenti

Paolo ValentiRedattore lavialibera

21 dicembre 2023

"Non in mio nome". Maoz Inon, un imprenditore turistico israeliano, continua a ripeterlo dal 7 ottobre scorso, quando l’esercito di Benjamin Netanyahu ha iniziato a bombardare Gaza in risposta all’attacco del movimento militante islamico Hamas nelle città e nei villaggi d’Israele. Nell’assalto, fra gli altri, sono stati uccisi entrambi i genitori di Inon e la sua vita è cambiata. Un cambiamento che a lavialibera definisce "forzato e radicale".

Ciotti: la società del progresso non rinuncia alla guerra

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