5 marzo 2024
Greenpeace ha depositato una serie di esposti alle procure di Torino, Ivrea, Alessandria e Novara, territori nei quali è stata accertata l’inquinamento da pfas (sostanze poli e perfluoroalchiliche ritenute cancerogene) nelle acque potabili. L’azione punta a fermare la contaminazione e, allo stesso tempo, denunciare la possibile omissione di atti d’ufficio della Regione Piemonte.
“I nostri esposti confermano quanto la situazione pfas in Piemonte sia fuori controllo – spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia –. La Regione, che rappresenta il massimo organo sanitario, sembra non essere a conoscenza dell’operato delle proprie agenzie o si macchia di un reato per non rispondere alle istanze di Greenpeace. Nell’Alessandrino, ad esempio, gli enti pubblici hanno permesso per anni l’erogazione di acqua contaminata, attivandosi soltanto dopo l’interessamento di Greenpeace e per giunta non in tutti i comuni. Tutto questo è inaccettabile”.
Uno studio conferma: "Pfoa cancerogeno e tossico"
L’esposto consegnato alla procura di Alessandria riguarda la presa in carico dei cinque comuni che dal 2019 sono risultati sempre positivi ai pfas nelle acque potabili: Alzano Scrivia, Molino dei Torti, Castelnuovo Scrivia, Guazzora e Tortona. Tutti questi centri sono stati monitorati dalla Asl di Alessandria attraverso le analisi dell'Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) Piemonte, ma nonostante nel 2022 ad Alzano Scrivia i dati del pfoa (acido perfluoroottanico) abbiano raggiunto i 180 nanogrammi per litro, le istituzioni non si sono allarmate.
Nonostante nel 2022 ad Alzano Scrivia i dati del pfoa abbiano raggiunto i 180 nanogrammi per litro, le istituzioni non si sono allarmate
Curiosamente, dopo appena nove giorni dalla richiesta di Greenpeace Italia di prendere visione dei dati sui pfas nelle acque potabili, una nota inviata dall’Asl di Alessandria all’organizzazione ambientalista ha informato che “dal 7 agosto 2023 la rete idrica è stata posta sotto alimentazione proveniente dalla galleria filtrante di Tortona”, comune in cui, seppur con valori inferiori, il pfoa si trova abitualmente.
In Piemonte si cercano i pfas nel sangue dei cittadini
Parallelamente, a Castelnuovo Scriva, dove i dati del 2023 mostrano livelli di contaminazione paragonabili, non risulta nessun cambio di fonte di approvvigionamento. Un atteggiamento opposto, fa notare Greenpeace, rispetto a quanto avvenuto a Montecastello, comune a pochi chilometri dal polo chimico di Solvay Solexis di Spinetta Marengo, una frazione di Alessandria. A giugno 2020 Arpa Piemonte ha trovato 450 nanogrammi per litro di cC6O4 – un tipo di pfas prodotto soltanto da Solvay e brevettato dall’azienda nel 2011 – e aveva richiesto la chiusura del pozzo in due giorni.
Un altro esposto, questa volta depositato alla procura di Torino, riguarda la presenza del composto cC6O4 nelle acque potabili di alcuni comuni gestiti dalla società Smat (Società metropolitana acque Torino). Sono 14 i comuni ( Agliè, Avigliana, Baldissero Canavese, Bardonecchia, Bruino, Caprie, Cintano, Pavone Canavese, Pinerolo, San Maurizio Canavese, Susa, Torino, Venaus, Villar Focchiardo ) che nei campionamenti del 2023 presentano questa sostanza, con un picco di 66 nanogrammi per litro a Cintano, in provincia di Ivrea.
Per Greenpeace ci sono Pfas nelle acque dei torinesi
Greenpeace si è chiesta come sia possibile avere un solo pfas (ritrovato anche nella discarica Barricalla di Collegno, in provincia di Torino) in comuni montani come Bardonecchia. Da settembre 2023, poche settimane dopo l’accesso agli atti di Greenpeace, Smat ha aggiornato la sua pagina dei monitoraggi sulle acque includendo la voce “Somma di pfas”.
I dati pubblicati sono aggiornati a fine 2023 e presentano a Gravere e Cintano valori elevati pari a 70 nanogrammi per litro. Smat ha quindi inviato una lettera ai 290 comuni soci spiegando che tutti i valori sono sotto il limite della direttiva europea 2020/2184 che entrerà in vigore a gennaio 2026. Greenpeace ha riportato il commento dellʼepidemiologo statunitense Kyle Steenland, uno dei massimi esperti di pfas, che ha redatto il parere Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) sul pfoa, secondo cui “i composti cancerogeni non hanno una soglia tollerabile nelle acque potabili e per il pfoa non vi sono dati che possano indicarne una”.
L’esposto consegnato alla procura di Torino riguarda anche la missiva inviata dal settore Servizi ambientali di Regione Piemonte in risposta all’accesso agli atti di Greenpeace, che aveva richiesto i dati sulle acque potabili. A luglio 2023 dall’Ente hanno scritto: “Le informazioni richieste non sono in possesso della Regione Piemonte”, rimandando alla direttiva europea 2020/2184 e invitando lʼorganizzazione a chiedere i dati prodotti ai gestori.
Pfas, un filo rosso tra Miteni e Solvay
Greenpeace ha chiesto alla magistratura di verificare se ci sia stata omissione di atti d’ufficio conseguente al mancato rispetto della normativa sull’accesso agli atti. Alla Regione Piemonte, infatti, compete la gestione delle Asl proprietarie dei dati sulle acque potabili. Inoltre, l’organo tecnico preposto al campionamento dei punti è Arpa Piemonte, che si muove seguendo le linee decise a livello regionale.
Alla Regione Piemonte compete la gestione delle Asl proprietarie dei dati sulle acque potabili. L’organo tecnico preposto al campionamento dei punti è Arpa Piemonte
Greenpeace ha chiesto per quale motivo il settore Sanità delle Regione non abbia risposto, demandando al dipartimento Ambiente. Su questo punto giovedì 29 febbraio, nella sede della Regione Piemonte, un tavolo tecnico formato dalle istituzioni regionali ambientali e sanitarie si è riunito per analizzare il report di Greenpeace, confermando per mezzo stampa come i valori di pfas nelle acque potabili siano sotto il limite di 100 nanogrammi per litro imposto dalla direttiva europea 2020/2184
Il tema pfas rimane d’attualità ad Alessandria anche per il processo che vede imputati i due ex direttori di Solvay Solexis, Stefano Bigini e Andrea Diotto, accusati di disastro ambientale colposo. Il 29 febbraio i legali della società – che nel dicembre 2019 è già stata condannata per disastro ambientale – hanno depositato una richiesta di ricusazione (che consiste nell’affidare il processo a un altro giudice rispetto a quello che l’ha avviato) nei confronti del gup Andrea Perelli, lo stesso che ad agosto 2023 aveva fatto sequestrare parte della discarica interna al polo chimico Solvay.
Pfas, chiesto il rinvio a giudizio per due dirigenti Solvay
Nell’udienza preliminare del 4 marzo, gli avvocati hanno prodotto la documentazione che attesta il deposito dell’istanza, quidni il gup ha sospeso il processo in attesa che la corte d’appello di Torino si pronunci sulla richiesta degli avvocati di Solvay.
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