1 maggio 2024
La politica agricola comune (Pac) nasce nel 1962, varata dai 6 Stati fondatori dell’Unione Europea (Francia, Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo). Il suo scopo era garantire la sicurezza alimentare: aumentando la produttività, stabilizzando i mercati e assicurando uno standard di vita giusto per i contadini. Nel corso del tempo, la Pac ha subito cambiamenti. Il 2023 è stato cruciale, segnando l’inizio di una strategia che pone obiettivi quantificabili e specifici per impiegare i fondi. Una strategia definita da Bruxelles come “incentrata sulla necessità di garantire maggior giustizia a livello sociale e salariale, nonché maggior attenzione alla questione climatica”.
Ma anche più basata sui risultati. Per i finanziamenti sono previsti due fondi: il fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Il primo si occupa di pagamenti diretti agli agricoltori e di campagne promozionali di prodotti agricoli. L’ambito del Feasr è invece il sostegno allo sviluppo rurale. Per il 2021-2027 gli investimenti sono di 387 miliardi, 270 per il 2023-2027. Dieci gli obiettivi guida individuati nella nuova Pac: garantire un reddito equo agli agricoltori; aumentare la competitività; migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare; agire per contrastare i cambiamenti climatici; tutelare l’ambiente; salvaguardare paesaggio e biodiversità; sostenere il ricambio generazionale; sviluppare aree rurali dinamiche; proteggere la qualità di alimentazione e salute; promuovere conoscenze e innovazione. Nel quadro di questi obiettivi, ogni Paese deve sviluppare un piano che articoli i suoi impegni in tre ambiti cruciali: supporto al reddito, sviluppo rurale e misure per il mercato. L’Italia ha finalizzato il suo piano a dicembre 2022
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