Un pascolo ad Anversa degli Abruzzi. Foto di M. Panzarella
Un pascolo ad Anversa degli Abruzzi. Foto di M. Panzarella

Ecomafia 2024: nel rapporto di Legambiente l'inchiesta de lavialibera sulla mafia nei pascoli

All'interno del capitolo dedicato alle filiere illegali dell'agroalimentare, è stato pubblicato l'articolo di apertura dell'inchiesta condotta in Abruzzo da lavialibera e la Nuova Ecologia. Intanto le ecomafie continuano a proliferare: nel 2023 i reati ambientali sono aumentati del 15,6%

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

11 luglio 2024

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C'è anche lavialibera nell'ultimo rapporto nazionale Ecomafia 2024, stilato da Legambiente e giunto quest'anno alla trentesima edizione. Nel capitolo dedicato alle filiere illegali dell'agroalimentare, il rapporto pubblica la versione integrale dell'articolo d'apertura dell'inchiesta sulle truffe nei pascoli, realizzata dal nostro giornale in collaborazione con la Nuova Ecologia.

Mafia dei pascoli. Come pecore in mezzo ai lupi

Un lavoro editoriale condiviso, con la redazione de lavialibera che, lo scorso maggio, si è recata in Abruzzo per incontrare istituzioni, allevatori e pastori, al fine di raccogliere più informazioni sulla cosiddetta mafia nei pascoli, un fenomeno di frodi commesse sui fondi comunitari destinati all'agricoltura, che coinvolge più regioni italiane e gli altri paesi europei. Un sistema complesso che sfrutta le falle della Politica agricola comune (Pac) e permette a imprenditori senza scrupoli e gruppi criminali di lucrare alle spalle degli onesti allevatori.

Luigi Ciotti: "I pascoli sono patrimonio da proteggere"

Le truffe nei pascoli rappresentano soltanto uno dei fenomeni illegali pubblicati nel rapporto, che presenta numeri preoccupanti: nel 2023, infatti, i reati ambientali sono aumentati del 15,6%, con 35.487 illeciti penali e una media che sale a 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora, Un business che frutta agli ecomafiosi un fatturato vicino ai 9 miliardi di euro.

Nel 2023 i reati ambientali sono aumentati del 15,6%, con 35.487 illeciti penali: 97,2 al giorno, 4 ogni ora

Le ecomafie sono ovunque, ma è il Mezzogiorno la zona più colpita, in particolare Campania (4.952 reati, pari al 14% del totale nazionale), Sicilia (3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima, mentre la Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio, con la Sardegna che passa dal quindicesimo al settimo posto. Napoli guadagna il triste primato nella speciale classifica delle provincie più ecomafiose, seguita da Avellino, Bari e Roma. 

10 anni senza il detective della Terra dei fuochi

Dal cemento al caporalato

Il numero maggiore di reati coinvolge il ciclo illegale del cemento (oltre 13mila, +6,5% rispetto a un anno fa); a seguire i reati nel ciclo dei rifiuti (9.309, +66,1%) e quelli contro gli animali, dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti. In aumento anche l’aggressione al patrimonio culturale e gli illeciti nelle filiere agroalimentari, con fenomeni di caporalato sempre più diffusi.

Il numero maggiore di reati coinvolge il ciclo illegale del cemento, a seguire i reati nel ciclo dei rifiuti e quelli contro gli animali

Sei proposte per la lotta alle ecomafie

Insieme al Rapporto, Legambeinte ha stilato 15 proposte da sottoporre al Governo per la lotta alle ecomafie. Di queste, sei sono prioritariae:

  • Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale;
  • Introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie
  • Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali
  • Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio
  • Inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti
  • Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Appello al governo Meloni

"Dal governo Meloni ci aspettiamo un segnale di discontinuità – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Serve approvare quanto prima le riforme necessarie per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli ecosistemi, della biodiversità e quella delle imprese sane che continuano ad essere minacciate dalla concorrenza sleale praticata da ecofurbi, ecocriminali ed ecomafiosi”.

215 ore di cemento armato. Così si fa un abuso edilizio

Per Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e legalità, “la voce più pesante dell’illegalità legata al ciclo del cemento, come denunciamo ogni anno con forza, e quella dovuta alla miriade di abusi edilizi che viene realizzata nel nostro Paese. Con il decreto “Salva casa” – aggiunge  – a cui Legambiente ha presentato una serie di emendamenti, si corre il rischio di alimentare nuovi abusi. Ma deve preoccupare molto anche la crescita dei reati nella gestione dei rifiuti, con pratiche illegali che minacciano l’economia circolare".

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