La sanità da lillipuziani

La riforma sull'autonomia differenziata, cambiando le regole e riducendo le risorse, finirà per favorire le pratiche corruttive nel settore della salute pubblica

Alberto Vannucci

Alberto VannucciProfessore di Scienza politica, Università di Pisa

2 settembre 2024

Esiste un ambito nel quale la pratica della corruzione incide letteralmente nella "carne viva" delle persone: il settore sanitario. Lascia sgomenti il catalogo degli orrori ricavabile dalle cronache giudiziarie, dall’impianto di valvole cardiache difettose al sadismo di interventi chirurgici inutili. Del resto i fattori di rischio sono macroscopici: risorse ingenti, pesanti asimmetrie nelle informazioni, estrema specializzazione o monopolio nell’offerta di attrezzature, forniture e prestazioni. Un eden per tutti i malintenzionati, a spese dei bilanci pubblici e dei pazienti, vittime ideali perché in stato di necessità.

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Sanità modello Usa

Eppure può esservi di peggio, e la funesta riforma sull’autonomia differenziata –  che rende possibili regolazioni differenziate e accentua lo squilibrio nella disponibilità di risorse –  potrà esserne il fattore scatenante. Già si staglia all’orizzonte una replica delle politiche di privatizzazione più o meno latenti del settore sanitario, sul modello lombardo.  Quest’ultimo ispirato al sistema statunitense, che vale la pena approfondire. 

Secondo gli ultimi dati Ocse, gli Usa si fanno carico della spesa sanitaria annua di gran lunga più alta al mondo – oltre il 17 per cento del Pil, pari a 11mila dollari pro-capite, contro i 3.650 dell’Italia. Eppure l’8,3 per cento della popolazione è privo di ogni copertura assistenziale, mentre gli altri si accontentano di servizi scadenti: 2,8 posti letto e 2,6 medici ogni mille abitanti, contro una media Ocse rispettivamente di 4,4 e 3,6; il tasso di mortalità evitabile in Usa è di 265 ogni 100mila abitanti, contro i 199 della media; la mortalità neonatale è di 19 su 100mila nascite, rispetto ai 2 dell’Italia. La patologia delle politiche sanitarie Usa ha una facile diagnosi: la logica del profitto applicata al "mercato della salute", nel quale compagnie assicurative, strutture ospedaliere – anch’esse soggetti imprenditoriali – e lobby del farmaco tengono al guinzaglio il Congresso con generose sovvenzioni elettorali. Nessuna copertura statale universalistica: l’Obamacare del 2010 assicura solo sovvenzioni pubbliche all’acquisto di polizze private.

Corruzione in corsia, intervista a Raffaele Cantone

Non servono tangenti

A Lilliput, "le leggi sono spiegate, interpretate e applicate proprio dalle persone che hanno tutto l’interesse e la capacità di travisarle, imbrogliarle o eluderle"

Nel romanzo di Jonathan Swift, Gulliver si imbatte nelle istituzioni del paese di Lilliput, "per metà cancellate, per il resto offuscate dalla corruzione", dove "le leggi sono spiegate, interpretate e applicate proprio dalle persone che hanno tutto l’interesse e la capacità di travisarle, imbrogliarle o eluderle".

La stessa situazione che si prospetta in molti “lillipuziani” sistemi sanitari regionali italiani: una forma di corruzione legalizzata, in cui gli interessi collettivi saranno sacrificati per rimpinguare i profitti di una élite politico-imprenditoriale, senza bisogno di pagare tangenti, bensì limitandosi a travisare, imbrogliare ed eludere le leggi, proprio come nell’immaginaria Lilliput.

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