1 luglio 2024
Paolo Conte ha cantato "quella faccia un po’ così che abbiamo noi che abbiamo visto Genova". Oggi "quell’espressione un po’ così" è forse esterrefatta per quanto emerge dall’ordinanza che ha colpito i vertici della Regione Liguria. Finora le onde sismiche dell’inchiesta hanno scosso appena il blocco di potere che governa quei territori da quasi un decennio, eppure alcuni punti fermi possono già essere messi a verbale.
"Dobbiamo essere capaci – anche solo in qualità di cittadini – di riconoscere e denunciare tipi di corruzione che fuoriescono dal perimetro della qualifica penale"
Primo: possiamo, anzi dobbiamo essere capaci – anche solo in qualità di cittadini – di riconoscere e denunciare tipi di corruzione che fuoriescono dal perimetro della qualifica penale. Alcuni commentatori hanno rilevato che gli atti pubblici incriminati erano legittimi, i finanziamenti elettorali regolari e iscritti a bilancio: dove sarebbe il reato? Toccherà ai giudici accertare. Di certo, appare sempre più sfuggente l’applicabilità di vecchie fattispecie penali a nuove pratiche, a maggior ragione se i propositi di depenalizzazione dell’abuso d’ufficio del guardasigilli Carlo Nordio andranno in porto (leggi l'articolo). Eppure su piani differenti è possibile e doveroso giudicare politicamente, eticamente, socialmente “corrotte” talune scelte pubbliche.
La corruzione nasce nel momento in cui la cura degli interessi collettivi viene condizionata sottobanco da interessi non dichiarabili
"Sto pranzando con la famiglia Spinelli, bisogna trovare una soluzione per la spiaggia di Punta dell’Olmo…. Razionalizziamo le libere che ci sono attrezzate, accorpiamo, spostiamo… Sì, ma in realtà lì diventerà una concessione, intanto mettiamoci un piede dentro". Così si pianifica strategicamente la privatizzazione di una spiaggia per garantirne un utilizzo esclusivo al condominio in costruzione, facendo lievitare il valore degli immobili in vendita. Che l’atto sia "a norma di legge" o meno, poco cambia: la corruzione nasce nel momento in cui la cura degli interessi collettivi viene condizionata sottobanco da interessi non dichiarabili.
"Sto aspettando anche una mano, eh?... ti devo venire a trovare che qua se no finiscono le elezioni…", così il politico batte cassa. Qui emerge un ulteriore profilo della “nuova” corruzione: il rovesciamento dei rapporti di forza rispetto agli equilibri partitocentrici di Mani pulite. A dettare le condizioni di interventi pubblici e speculazioni immobiliari, concessioni portuali e aperture di supermercati sono dirigenti e manager privati. Politici e funzionari si mettono a disposizione per un modesto obolo: una concessione trentennale da 100 milioni vede quale ipotetica contropartita una mancia elettorale di poche migliaia di euro, un rimborso di spese matrimoniali o di qualche escursione al casinò. Non a caso, in pressoché tutti i casi di corruzione politica degli ultimi anni, i flussi di denaro sono indirizzati all’ennesima associazione o fondazione volta a promuovere le ambizioni del leader di turno. Luoghi spesso trasformati in un buco nero della democrazia, dove le decisioni negoziate nell’ombra sono messe in vendita al miglior offerente.
Ancora Paolo Conte: "Genova, dicevo, è un’idea come un’altra".
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