1 maggio 2024
Con i recenti fatti di Bari e di Torino, che hanno visti coinvolti esponenti del Partito democratico in reati di voto di scambio e di concorso esterno di mafia, si è riaperto il dibattito intorno alla questione morale, al rapporto tra magistratura e politica, tra garantismo e giustizialismo. Dovremmo chiederci perché altrettanto clamore non è stato suscitato da una ministra della repubblica imputata di reati gravissimi e serenamente seduta al suo posto, o da esponenti di forze politiche di centrodestra accusati di voto di scambio mafioso o di corruzione sparsi a tutte le latitudini della penisola.
Il voto di scambio politico-mafioso (416 ter)
La risposta è che nessuno, né a destra né a sinistra, è titolato a distribuire ad altri o a se stesso medaglie di moralità. Forse, però, l’elettorato della sinistra è molto più esigente e sensibile sulla correttezza dei propri rappresentanti e, come tale, si espone a un pubblico giudizio con più facilità.
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Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo